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[Live] - Costa Deliziosa - Giro del Mondo 2024

Un tempo la foresta pluviale ricopriva l'intera isola. Oggi non più. La aree in cui prospera ancora la foresta sono limitate, l'agricoltura ha preteso i suoi spazi per nutrire una popolazione comunque numerosa. Così per forza di cose la foresta ha dovuto cedere il passo a coltivazioni di patata dolce, di tapioca, ma soprattutto agli alberi da frutto: il cocco innanzi tutto, ma anche banana, papaia, mango, avocado e molto altro.

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Spesso dove la foresta è rimasta, appare come addomesticata. Nel senso che non si tratta di una foresta selvaggia ma di un terreno comunque sfruttato non intensivamente per la produzione soprattutto di frutta.
 
Ma Tonga conserva anche vestigia storiche di tutto rispetto e vanta un popolamento antico, che risale al secondo millennio prima di Cristo.
Tongatapu fu la culla di un Impero, sorto oltre mille anni fa e durato fino al 1875: l'impero Tu'i Tonga.
Della prima antica capitale Toloa non è rimasto quasi nulla, si conservano invece notevoli resti della seconda capitale Niutoa.

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Haʻamonga ʻA Maui è uno dei resti di questa antica capitale, è un trilite risalente al XIII secolo fatto costruire secondo la tradizione dal re Tuʻitātui. Secondo alcune ricerche avrebbe avuto un utilizzo rituale collegato alle conoscenze astronomiche di quelle antiche popolazioni. La disposizione e l'allineamento delle pietre infatti consentirebbe di identificare con precisione il momento dei solstizi e degli equinozi.

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Nella stessa area archeologica si possono vedere altri resti: un monolite con antiche incisioni e un tumulo funerario.

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Sito molto suggestivo anche per il contesto di verde molto ben curato e per la presenza di un albero monumentale davvero imponente.
 
Facciamo ritorno verso la nave, dando uno sguardo ad altri tumuli funerari della stessa epoca ( XII-XIII secolo), sepolture degli antichi regnanti dell'isola.

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E uno sguardo anche a una delle lussuose dimore degli attuali regnanti di Tonga, che stona non poco di fronte alla povertà diffusa tra la gente del paese.

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Arrivati al porto, il tender ci riporta in pochi minuti sulla nave.

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Dalla nave possiamo ammirare gli splendidi isolotti coronati di palme che ci circondano e un lussuoso yacht ancorato vicino a uno di loro.

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Mentre altri nuvoloni neri si addensano poco lontano, forse pioverà di nuovo.
Il tempo oggi non è stato molto clemente con noi, ma è stata comunque una giornata interessante.
 
Giorno 50: navigazione

Giornata di navigazione fra Tonga, da dove siamo partiti ieri sera, e le Isole Fiji.
Cielo soleggiato in mattinata, nuvoloso nel pomeriggio, con temperature tutto il giorno tra 28 e 30 gradi con alto tasso di umidità.
Dopo l'ultimo cambio di orario la scorsa notte, siamo passati dall'ora di Tonga (+12 rispetto all'Italia) all'ora delle Isole Fiji (+11).

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Giorno 51: Suva, Viti Levu (Fiji)

Viti Levu, la più grande delle circa 300 isole che compongono l'arcipelago delle Fiji, ci appare in lontananza. Sono le prime ore del mattino di una giornata di sole. Il mare è assolutamente calmo, nel cielo si rincorrono poche nuvole bianche.

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L'isola ci appare verdeggiante e ondeggiata di colline. Nonostante ci stiamo avvicinando alla piccola capitale delle Fiji, l'impatto dell'urbanizzazione sul paesaggio è minimo: l'esuberanza della natura selvaggia prevale su tutto.

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Anche qui come in altre isole, la barriera corallina protegge la costa delle onde oceaniche consentendo la crescita di fitte foreste di mangrovie fino all'acqua.

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Attacchiamo al molo di Suva e ci godiamo il sempre gradito benvenuto musicale che anche stamattina ci viene riservato.

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Dopo alcuni scali in cui ci siamo impegnati in tour all'esplorazione delle bellezze naturali, storiche, paesaggistiche delle isole, oggi abbiamo in programma una giornata di relax in un Resort lungo il litorale di Pacific Harbour.

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Raggiungiamo il nostro Resort dopo meno di un'ora di trasferimento e anche qui non manca un simpatico benvenuto canoro.

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La spiaggia del Pearl South Pacific è una delle principali attrazioni di Pacific Harbour, situata presso il Pearl Resort. È famosa per la sua bellezza naturale, con sabbia bianca e acque turchesi che si affacciano sullo splendido oceano Pacifico. È un luogo ideale per rilassarsi, prendere il sole e fare una nuotata rinfrescante.

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Arrivati sulla spiaggia ci godiamo una bella passeggiata sulla sabbia ammirando lo splendido panorama sul mare e sull'isola di Beqa.

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Dopo un bagno nelle calde e trasparenti acque tropicali, è il momento di un buon pranzo allietato da spettacolo con musiche, canti e danze tribali fijiane.

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Dopo pranzo tranquilla passeggiata rilassante nei giardini e lungo il mare.

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Con la bellissima isola di Beqa che fa da sfondo dietro le palme.

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Il tempo è letteralmente volato via, è già venuto il momento di tornare alla nave, mentre minacciosi nuvoloni scuri stanno insidiando il sereno. Presto verrà un temporale tropicale...
 
Rientriamo a Suva anticipando le nuvole minacciose ed evitando il grosso del temporale. Il rientro richiederà un po' più di un'ora a causa del traffico, ma c'è comunque tempo e possiamo fare le cose con calma. Compresa una piccola divagazione fuori dal porto per acquistare qualche souvenir.

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Il panorama si colora delle calde luci della sera, mentre la spessa e minacciosa coltre di nuvole si alza lasciando spazio agli ultimi raggi del sole e regalandoci un tramonto dai colori infuocati.

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Termina così la nostra giornata alle Fiji. La nave è pronta a salpare: prossima destinazione Vanuatu...

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Giorno 52: navigazione

Giornata di navigazione tra gli arcipelaghi della Melanesia: dalle Fiji, dove abbiamo fatto scalo ieri, verso Vanuatu e Nuova Caledonia, che raggiungeremo nei prossimi tre giorni.
Cielo parzialmente nuvoloso, temperatura piuttosto elevata con alto tasso di umidità e mare poco mosso.
Dopo l'ultimo spostamento di orario la scorsa notte, ci troviamo ora a +10 rispetto all'ora italiana.

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Giorno 53: Mistery Island, Aneityum (Vanuatu)

Anche oggi al nostro risveglio, aperta la porta finestra, è apparsa ai nostri occhi un'isola. Un'isola grande, montuosa e verde. Un'isola selvaggia.
Abbiamo già utilizzato l'aggettivo "selvaggia" in precedenza per descrivere altre isole, ma qui siamo su un altro livello.
La vegetazione è ovunque, nessuna traccia di case, strade o qualunque altra cosa che possa essere ricondotta a una presenza umana. Soltanto a distanza ravvicinata, dopo avere gettato l'ancora, riusciamo a intravvedere qualche edificio nascosto nel verde, qualche barca.
Benvenuti nella più meridionale, nella più remota, nella più selvaggia delle isole che compongono Vanuatu: Aneityum.

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Aneityum, anche conosciuta come Anatom, è un'isola situata all'estremo sud dell'arcipelago di Vanuatu e si trova a circa 1500 chilometri a nord-est della Nuova Caledonia. L'isola è caratterizzata da una natura selvaggia e incontaminata, con spiagge di sabbia bianca, palme da cocco e acqua cristallina.
La popolazione locale, chiamata "ni-Vanuatu", è principalmente di discendenza melanesiana e parla una serie di lingue indigene, tra cui l'Anatomese. La cultura locale è ricca di tradizioni tribali e pratiche ancestrali, con una forte connessione con la natura e con il mare.
Aneityum è un vero paradiso tropicale ancora relativamente intatto, ideale per coloro che cercano avventure nella natura e un assaggio autentico della cultura del Pacifico.

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Ma non è Aneityum la nostra destinazione di oggi, ma Mistery Island.

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Mystery Island è una piccola isola situata vicino all'isola di Aneityum. È una destinazione turistica divenuta popolare per le navi da crociera che fanno scalo nella regione. L'isola è nota per le sue acque cristalline, le spiagge di sabbia bianca e le barriere coralline intatte, che la rendono un luogo ideale per lo snorkeling e le attività acquatiche.
 
Anche oggi la nave sosta in rada e la discesa a terra avviene tramite i tender, che con un breve tragitto di circa 10 minuti ci conducono al molo della piccola isola.

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Appena messo piede a terra ci guardiamo attorno stupiti.

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Sotto il cielo in parte sereno ma per lo più popolato di densi nuvoloni anche un poco minacciosi, la spiaggia ci appare di un color crema, mentre il mare sfoggia una serie di sfumature di color turchese che sembrano irreali. Come se un pittore dispettoso si fosse divertito a colorare il paesaggio con tinte esagerate, quasi finte.

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Saranno le lenti polarizzate dei miei occhiali da sole a giocarmi un brutto scherzo - penso tra me e me -, così mi tolgo gli occhiali d'istinto. Resto abbacinato dalla luce fortissima e per qualche secondo non riesco a vedere più niente. Poi piano piano riesco a mettere a fuoco di nuovo le immagini che si presentano davanti ai miei occhi e quel turchese del mare... è proprio turchese...

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L'isola è molto piccola, circa un chilometro di lunghezza e duecento metri di larghezza. È circondata da una bella spiaggia di sabbia chiara e rocce, mentre al suo interno cresce una folta vegetazione che la rende verdissima.

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Nel cuore dell'isola la vegetazione cresce rigogliosa, esibendo il suo verde intenso e i colori vivaci dei suoi fiori selvatici.

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Ma qui nel cuore dell'isola c'è qualche cosa che spiega anche il suo nome curioso: Mistery Island.

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Nel cuore dell'isola, completamente invisibile dal mare c'è una pista di atterraggio in terra battuta, ancora oggi utilizzata dai piccoli aerei che collegano Aneityum alle altre Isole di Vanuatu. Ma questa pista ha una sua storia...
Durante la Seconda Guerra Mondiale, dopo l'attacco a Pearl Harbour, iniziò la grande battaglia del Pacifico tra statunitensi e giapponesi. L'aviazione americana costruì una serie di basi aeree da dove poteva portare azioni in profondità contro il nemico. Una di queste, segretissima, fu proprio quella di Inyeug, che da allora fu chiamata appunto Mistery Island. L'operazione ebbe successo e per molti mesi partirono da qui missioni aeree contro obiettivi giapponesi, senza che questi ultimi riuscissero a individuare la base da cui quelle missioni avevano origine.
Da allora questo nome un po' misterioso è rimasto, finendo per soppiantare definitivamente il vecchio nome con cui la chiamavano i nativi.

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Dopo una passeggiata sulla spiaggia e nel verde, ed esserci concessi un bel bagno nelle acque trasparenti dell'isola, rientriamo in nave.

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La sera scende velocemente allungando le sue ombre sull'isola di Aneityum, che ora appare scura e ancora più selvaggia. Il cielo si copre di un uniforme manto di nuvole. Il mare vira dal color turchese a un blu intenso.

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I passeggeri sono tutti a bordo. I tender vengono riportati in posizione sopra il ponte lance. Siamo pronti a partire.

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Il tramonto colora l'orizzonte, ma i colori sono meno audaci e violenti di due giorni fa alle Fiji. Prevalgono i toni del rosso, con sfumature cupe e spente. Quasi malinconiche.
Aneityum sparisce alle nostre spalle nell'oscurità, senza una luce.
Aspettiamo l'alba in Nuova Caledonia...

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Giorno 54: Lifou (Nuova Caledonia)

Nuovo risveglio, nuova isola. Ormai è diventata una specie di abitudine. Come pure un'abitudine (o una specie di gioco in realtà) è diventata quella di cercare di immaginare come sarà il posto dove siamo appena arrivati, così al primo sguardo, o alla prima impressione, alla mattina appena scostate le tende e aperta la finestra. A volte la prima impressione è quella giusta, a volte invece no.

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Lifou in questo senso ci appare subito un po' ostica. Ci disorienta: non riusciamo a decidere se ci piace o no; se ci ispira o no.
Un invincibile pregiudizio ci spinge a preferire le isole montuose e Lifou invece è decisamente piatta, però...

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Però c'è qualche cosa che comunque ci attira. Che in fondo già così a prima vista ce la fa piacere. Sarà forse il verde, saranno le scogliere, sarà un profumo indefinibile nell'aria. Non so. Certamente si tratta di qualcosa di irrazionale, e che come tale non può essere spiegato con i criteri della logica. Una di quelle cose che senti a pelle: o ti piace o non ti piace. E chissà perché poi decidi che invece ti piace.
C'è solo un modo però per sapere se questa prima impressione mattutina è veritiera oppure si rivelerà un'illusione: scendere a terra e vedere con i propri occhi.

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Anche oggi saranno i tender a portarci a terra e a depositarci, dopo un breve percorso, sul piccolo molo di Lifou: e non restiamo delusi.

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L'Isola di Lifou è la più grande delle Isole della Lealtà e fa parte della Nuova Caledonia. Appena messo piede a terra si fa notare per le sue magnifiche scogliere calcaree, le spiagge di sabbia bianca e le limpide acque turchesi. La popolazione locale è principalmente di origine kanak e conserva tradizioni culturali uniche, che si possono scoprire visitando i villaggi tradizionali e partecipando a eventi culturali. Lifou è anche famosa per la sua flora e fauna, con una ricca biodiversità da esplorare, tra cui le foreste pluviali e gli habitat marini.
 
La nostra piccola esplorazione dell'isola inizia proprio da qui, dalla foresta pluviale.

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Addentrarsi in queste aree verdi è sempre un'esperienza affascinante: camminare all'ombra di questi giganti, percepire il fruscio delle foglie, respirare l'aria profumata di fiori e di indefiniti sentori tropicali, sentire il vento e il mare in lontananza. Fare incontri inaspettati con i piccoli abitanti della foresta. Sensazioni senza uguali.

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Poi, certo, non tutto è così idilliaco come potrebbe sembrare: ci saranno più di 32 gradi, l'umidità sarà almeno al 90% e siamo letteralmente avvolti in una nuvola si insetti. Però sono aspetti del tutto secondari e trascurabili...
 
Andare alla scoperta di un territorio significa anche conoscere i suoi abitanti e prendere contatto con la loro cultura. La popolazione autoctona dell'isola di Lifou è la popolazione Kanak che ha saputo mantenere vive le proprie tradizioni e la propria cultura nonostante i processi di omologazione ed europeizzazione subiti nel periodo coloniale.
La cultura kanak è ricca di tradizioni, rituali e conoscenze ancestrali che hanno radici profonde nella storia della Nuova Caledonia. È caratterizzata da un forte legame con la terra e la natura, con una grande enfasi sul rispetto per l'ambiente e la terra ancestrale. La musica, il canto e la danza sono elementi cruciali della cultura kanak, che spesso raccontano storie di miti e leggende frammisti a elementi di vita quotidiana. La scultura e l'intaglio sono pratiche artistiche importanti, con l'uso di legno, pietra e altri materiali naturali per creare opere d'arte significative, ispirate ad antichi oggetti rituali. La società kanak è organizzata intorno ai clan (ce ne sono ancora oggi 37 sull'isola) e alla famiglia estesa, con una forte coesione sociale basata su uno stile di vita fondato sulla dimensione comunitaria del villaggio e su di un sistema di valori basato sulla condivisione e sulla reciprocità.

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Queste sono le tipiche abitazioni tradizionali, dove i kanak vivevano in piccole comunità dedite alla pesca, all'agricoltura e alla caccia. Immersi in una natura generosa di frutti e di risorse.

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Camminando attraverso la fitta foresta vediamo davanti a noi quella che sembra una radura. La trama dei rami e delle foglie sopra le nostre teste si fa meno fitta, lasciando filtrare la luce. Vediamo il cielo e il mare: ci troviamo in alto, sopra una scogliera a picco sul mare. Il panorama è straordinario.

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Il verde intenso della vegetazione si accorda in maniera stupefacente con i colori del mare, che variano tra l'azzurro, il verde e il turchese.

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L'acqua è talmente limpida e cristallina da lasciare vedere chiaramente anche da questa altezza i coralli sul fondale.

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Dopo avere visto questo mare così trasparente, ideale per lo snorkeling, vediamo come sono le spiagge di Lifou. Una delle spiagge più conosciute dell'isola è quella di Luecila. Le immagini non hanno bisogno di parole...

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Rientriamo in nave. Anche oggi le previsioni davano pioggia e infatti il tempo ora sta cambiando velocemente.

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Nuvole minacciose si stanno addensando sopra l'isola. Il mare così chiaro e trasparente fino a poco fa diventa all'improvviso una lastra scura.

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Il cielo si fa cupo e i tender si affrettano a riportare in nave i crocieristi ancora a terra, mentre già scendono i primi scrosci di pioggia.

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Per un momento c'è una tregua, smette di piovere e il mare sembra riacquistare il suo colore, anche se il cielo resta scuro e minaccioso.

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Poi la pioggia arriva. Accompagnata dal cupo rimbombo dei tuoni e dai lampi che illuminano all'improvviso il cielo grigio.

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La pioggia scende abbondante, inesorabile, intensa.

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Poi il temporale finisce, lasciando l'aria ancora più carica di umidità.

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Mentre la nave lascia Lifou, qualche sprazzo di sereno tra le nuvole promette un tramonto che non riuscirà mai a colorarsi.
Domani sarà ancora Nuova Caledonia. Domani saremo a Noumea.
 
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