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[Live] - Costa Deliziosa - Giro del Mondo 2024

Questa notte il cielo è sereno, la visibilità è buona. Così sono tornato a osservare le stelle.
La prima impressione è di disorientamento. Ma che cielo sto guardando? Possibile che non riconosca niente?
Poi qualche punto di riferimento si trova, ma il disorientamento resta: sono nell'emisfero sud e quindi tutto ciò che conosco lo vedo capovolto. Ecco allora Orione a testa in giù, i gemelli bassi sull'orizzonte verso nord, Sirio e il Cane Maggiore in alto sopra di me.
Ma quello che mi interessa è a sud...
E quello che vedo non mi delude.
La nave degli Argonauti è alta nel cielo notturno e si distinguono perfettamente le parti che la compongono: la Carena con la luminosa Canopo, la Poppa, la Vela.
Più in basso la sagoma inconfondibile della Croce del Sud.

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Accompagno la solita brutta foto con uno scarabocchio che forse può aiutare a distinguere la forma delle costellazioni. La freccia indica Canopo.

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Soltanto un paio d'ore dopo, sotto la Croce del Sud, compaiono alcune stelle della costellazione del Centauro.

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Altra brutta foto con scarabocchio illustrativo. La freccia indica questa volta Alfa Centauri.

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Continua... nelle prossime notti.
 
Giorno 28: navigazione

Ancora una giornata di navigazione verso sud al largo delle coste del Cile. Destinazione Valparaiso, dove arriveremo domani mattina.

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Giorno 29: Valparaíso (Cile)

La nave arriva a Valparaíso molto presto. È ancora piena notte. La città è addormentata e avvolta in una sottile nebbiolina. Fa quasi freddo: ormai non siamo più abituati ai rigori dell'inverno e 17 gradi ci sembrano pochi.
Ma è ora di alzarsi: Santiago ci aspetta...

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Usciamo dal porto e subito prendiamo la Ruta 68 che ci condurrà a Santiago attraversando la Cordillera de la Costa.
Ben presto ci appare la devastazione provocata dagli incendi di pochi giorni fa, che hanno causato oltre cento morti e che non sono ancora completamente domati. L'odore nell'aria è ancora acre. Il paesaggio spettrale. Tutto è avvolto nella nebbia, che come ogni mattina grava su tutto il litorale, a causa del contrasto tra la superficie del mare, umida e fredda per la corrente antartica di Humboldt e l'entroterra caldo per l'intenso soleggiamento estivo.
Passiamo oltre con un certo disagio per la catastrofe che si è abbattuta qui e in altre aree vicine.
Non sono giorni facili per il Cile. E lo vedremo a Santiago.

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Arriviamo in centro sotto un sole già caldo, la nebbia sembra soltanto un brutto ricordo.
Il contrasto anche di temperatura è notevole: abbiamo lasciato Valparaíso con 17 gradi, ne troviamo quasi 30 a Santiago. E la massima per oggi è prevista a 34 gradi.
È una splendida giornata d'estate.
Eppure c'è una vena di malinconia nell'aria. Tutte le bandiere sono a mezz'asta, compresa naturalmente la grande Bandera Bicentenario, il Paese è in lutto. Anzi un doppio lutto: per la grande tragedia degli incendi e per la morte dell'ex presidente Sebastián Piñera.

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Attorno al Palazzo de la Moneda, di fronte agli edifici che ospitano i ministeri dello stato cileno tutte le bandiere sono a mezz'asta.

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Di fronte a noi il bel palazzo settecentesco conosciuto semplicemente come "La Moneda", che fu costruito tra il 1784 e il 1805 durante il periodo coloniale spagnolo, su progetto dell'architetto italiano Gioacchino (qui in Cile spagnolizzato in Joaquín) Toesca. Inizialmente progettato per ospitare la Zecca Reale, responsabile della coniazione della moneta per il Regno del Cile, nel corso della sua storia La Moneda ha subito vari restauri e modifiche. Durante il XIX secolo, fu ampliato e ristrutturato per ospitare gli uffici del governo e le residenze del presidente e dei ministri. Nel 1845, fu aggiunta una cupola neoclassica, che è poi diventata una caratteristica distintiva del palazzo.

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Durante il XX secolo, La Moneda ha continuato a essere il centro del potere politico cileno. Tuttavia è diventato tristemente famoso per il colpo di stato militare del 1973. Durante quel tragico evento, il palazzo fu bombardato dalle forzemdwll'esercito del Cile che rovesciarono il governo di Salvador Allende, provocando la sua morte e l'inizio della dittatura di Augusto Pinochet.

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Accanto al palazzo due luoghi simbolo di quegli eventi: il monumento a Salvador Allende e il monumento in via Morandé 80 "Memorial del 11 settembre 1973" (una celebre fotografia di quel giorno tragico ritrae un gruppo di pompieri e militari che escono dalla porta di fronte a dove c'è ora il monumento trasportando a braccia la salma del presidente Allende. Un'immagine che allora comparve sulle prime pagine dei giornali in tutto il mondo).

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Dopo il ritorno alla democrazia negli anni '90, La Moneda è stato restaurato e trasformato in residenza presidenziale e sede del governo. Oggi, è un luogo simbolo della storia del Cile e cuore politico e culturale nel paese.
 
Lasciato il palazzo de la Moneda, passeggiamo lungo le belle vie alberate della città, che con la loro ombra offrono riparo dal sole cocente della tarda mattinata.

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Fino alla piazza dove sorge il palazzo che ospitava il Congresso del Cile e dove oggi è aperta la camera ardente in onore dell'ex presidente Piñera.

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Davanti al palazzo e nelle vie adiacenti si snoda una fila lunghissima, ma silenziosa e ordinata, di persone che vogliono presentare il loro ultimo saluto al presidente, scomparso pochi giorni fa in un incidente di elicottero.

Proseguiamo il nostro percorso raggiungendo il Museo di Arte Precolombino di Santiago.

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Il Museo di Arte Precolombino è uno dei principali musei del Cile, dedicato all'arte e alla cultura delle civiltà precolombiane dell'America Latina. Ospita una vasta collezione di reperti archeologici, ceramiche, sculture, tessuti e artefatti provenienti da culture come gli Inca, gli Aztechi, i Maya e molti altri popoli indigeni delle Americhe. Il museo offre ai visitatori un'opportunità unica di esplorare e comprendere la ricca storia e la diversità culturale delle antiche civiltà delle Americhe.

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Pocgi passi ancora e ci troviamo nella Plaza de Armas, il principale e più antico spazio pubblico di Santiago. È circondata da edifici storici significativi, come la Cattedrale Metropolitana di Santiago, il Palazzo della Real Audiencia, il Municipio di Santiago e la Posta Centrale. La piazza è un luogo importante per la vita sociale e culturale della città, spesso animata da artisti di strada, venditori ambulanti e turisti. È anche un luogo simbolico per gli abitanti di Santiago, essendo stato il centro della vita pubblica fin dai tempi coloniali.

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La Cattedrale Metropolitana di Santiago è la chiesa principale della capitale del Cile. È uno dei luoghi di culto più importanti del paese e uno degli edifici religiosi più emblematici. Costruita nel corso dei secoli, la sua architettura riflette una miscela di stili, sui quali però prevale l'impronta neoclassica. All'interno, la cattedrale ospita numerose opere d'arte sacra, tra cui dipinti, sculture e altari, con richiami evidenti al Rinascimento italiano.

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Santiago del Cile è stata fondata il 12 febbraio 1541 da Pedro de Valdivia, conquistador spagnolo e primo governatore del Cile. Valdivia scelse il sito per la sua posizione strategica vicino al fiume Mapocho, che forniva risorse idriche e terreni fertili per l'agricoltura.
Sulla Plaza de Armas sorge il monumento a lui dedicato.

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Lasciamo la Plaza de Armas e proseguiamo la nostra passeggiata per le vie di Santiago.

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Santiago, tra le capitali sudamericane, è sicuramente la più europea. Anche nell'architettura i riferimenti alle grandi capitali europee sono evidenti: Parigi soprattutto. Sia negli edifici civili sia in quelli religiosi, lo stile prevalente che segna l'immagine della città è il neoclassico, con qualche reminiscenza di tardo barocco in alcuni particolari. Il fatto che non si siano conservati edifici antichi è dovuto essenzialmente al problema dei terremoti. Il Cile è situato lungo il cosiddetto "Circolo di Fuoco del Pacifico", una regione sismica altamente attiva. Di conseguenza, il paese è soggetto a terremoti frequenti e talvolta molto intensi.
Nei secoli passati l'arrivo di un terremoto devastante corrispondeva con l'esigenza di un forzato rinnovamento edilizio. Per questo motivo non si sono conservati edifici molto antichi e quelli del passato che si sono conservati riflettono lo stile prevalente del momento, di solito corrispondente a una fase ricostruttiva post terremoto.

Così avvenne, ad esempio, per la chiesa di San Francesco, forse, tra le tante, quella che conserva le strutture più antiche. Costruita nel 1622, fu seriamente danneggiata nel 1647 da un forte terremoto che causò il crollo del campanile e di parte del presbiterio. Nel 1730 un altro terremoto fece crollare il nuovo campanile e provocò molti danni alla chiesa. La costruzione attuale conserva quindi la navata e parte della facciata della prima metà del Seicento, il coro della seconda metà del Settecento e il campanile di epoca vittoriana del penultimo decennio dell'Ottocento.

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Ancora più emblematica la storia della chiesa di Sant'Agostino. Costruita nel 1625, fu completamente distrutta dal terremoto del 1647, dalla devastazione si salvò soltanto un crocifisso ligneo noto come Cristo de Mayo, ancora oggi conservato all'interno della chiesa ricostruita. Secondo una leggenda locale il crocifisso rimase intatto, ma la corona di spine posta sulla sua testa scivolò sul collo durante il crollo della chiesa. Quando i religiosi agostiniani, ripulita e restaurata la statua, cercarono di rimettere la corona al suo posto, avvenne secondo la credenza popolare il miracolo: la statua cominciò a piangere e la terra tremò per un nuovo terremoto. Da allora il crocifisso è esposto così come si vede con la corona di spine attorno al collo.

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La nostra visita di Santiago si conclude con un giro panoramico verso i quartieri fuori dal centro storico. Una breve sosta al Museo Nacional de Bellas Artes collocato in un bel palazzo di inizio Novecento affacciato sul Parque Forestal.

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E poi una puntata verso le zone residenziali a est della città, ad una altezza tra i 600 e gli 800 metri sul livello del mare, dove la vicinanza della cordigliera andina si fa sentire. E dove l'alto profilo di queste montagne spoglie e brulle, ma le cui cime superano i 4000 metri, è una presenza concreta e costante.

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Ripercorriamo all'inverso la strada che ci riporta a Valparaíso, transitando per la nota zona vinicola di Casablanca.

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La zona vinicola di Casablanca è rinomata per i suoi eccellenti vini bianchi, in particolare Sauvignon Blanc e Chardonnay. Si trova nella regione costiera, che offre un clima fresco e nebbioso che favorisce la coltivazione di uve di alta qualità.
La breve distanza dall'oceano Pacifico contribuisce a creare un clima fresco e ideale per la produzione di vini bianchi aromatici e rinfrescanti. I vigneti si estendono su colline e valli, offrendo condizioni uniche per la coltivazione delle uve e un paesaggio gradevole che a tratti mi ha ricordato vagamente la Sicilia. La regione è stata riconosciuta per la sua qualità enologica e per l'attenzione che dedica alla sostenibilità ambientale nella produzione vitivinicola.
 
Giorno 30: Valparaíso (Cile)

Iniziamo il nostro secondo giorno a Valparaíso visitando la città e la vicina Viña del Mar.
Poco lontano dalla nave, affacciata sul porto troviamo Plaza Sotomayor, una delle piazze più importanti e storiche di Valparaíso. Si trova nel cuore della città e prende il nome dal comandante navale Arturo Prat, che è commemorato da una statua al centro della piazza. La Plaza Sotomayor è circondata da edifici storici, tra cui la sede della Marina militare cilena (Armada de Chile) e il Monumento ai Caduti del 21 maggio 1879, che celebra la battaglia navale di Iquique durante la guerra del Pacifico.

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Arturo Prat Chacón è un eroe nazionale cileno, celebrato per il suo ruolo nella guerra del Pacifico. Nato nel 1848, Prat era un ufficiale della Marina cilena, diventò celebre per il suo coraggio e la sua leadership durante la battaglia navale di Iquique il 21 maggio 1879.
Le forze cilene, guidate dal capitano Prat a bordo della corvetta Esmeralda, affrontarono la potente nave da guerra peruviana Huáscar, comandata dal capitano Miguel Grau. Nonostante la superiorità tecnologica e numerica della Huáscar, Prat e i suoi uomini affrontarono il nemico con coraggio e determinazione. La battaglia si concluse con la morte di Prat e la cattura della Esmeralda da parte della Huáscar. Tuttavia, l'eroismo di Prat e del suo equipaggio divenne un simbolo di patriottismo e sacrificio per il Cile. La battaglia è ancora oggi ricordata come uno degli eventi più significativi della storia militare del Paese.

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La presenza delle navi da guerra della Armada de Chile nel porto di Valparaíso non passa certo inosservata.
Tra le molte navi ormeggiate e in rada, risalta la presenza della nave scuola della Marina militare cilena: Esmeralda. La sesta nave dell'Armada a portare questo nome.
Si tratta di un elegante veliero varato nel 1952, che purtroppo però (accade spesso nel Cile di oggi) rievoca una storia tragica e oscura del tempo della dittatura.
È stato infatti comprovato, sulla base di documentazione e testimonianze autorevoli, come al tempo della dittatura del generale Pinochet la nave fosse utilizzata come luogo di segregazione e di tortura per gli oppositori del regime. Un'ombra macabra di tragedia e disperazione accompagna questa nave. Per questo suo passato ingombrante è stato molto discusso il suo restauro e la sua destinazione a nave scuola: alcuni avrebbero voluto fosse trasformata in memoriale degli orrori del regime, altri forse addirittura che fosse distrutta. Ancora oggi la sua presenza è divisiva, dentro e fuori dal Cile.

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Saliamo ora al Paseo 21 de Mayo. Si tratta di un bel punto panoramico, un tempo raggiungibile con una funicolare da tempo dismessa, che offre uno splendido panorama sul porto e sulla nostra nave.

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A breve distanza si trova il Museo Naval Y Maritimo (Museo Marítimo Nacional).

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Accanto al quale una statua bronzea ricorda Bernardo O'Higgins eroe nazionale e figura chiave nella guerra d'indipendenza cilena. Svolse un ruolo cruciale nel guidare il Cile nella sua lotta per l'indipendenza dal dominio spagnolo e ricoprì la carica di primo leader del Cile indipendente, con il titolo di Direttore Supremo.

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Terminiamo la giornata con una breve visita a Viña del Mar e al suo iconico orologio floreale, divenuto simbolo della città, conosciuta per le sue belle spiagge, per i giardini e per il famoso Festival Internazionale della Canzone. Spesso è chiamata la "Città Giardino" per via dei suoi parchi e della vegetazione lussureggiante.

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Ritornati in nave, ci prepariamo alla partenza. Dopo due giorni lasciamo la baia di Valparaíso, con il suo lungomare e i suoi Cerros (i quartieri arrampicati sulle colline), in una bella serata limpida, con un sole ancora intenso.

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Lasciamo il Sud America e affrontiamo il Pacifico. Diretti ancora a Ovest, verso un altro continente: l'Oceania.

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Giorno 31: navigazione

Prima giornata di navigazione nel Pacifico diretti all'Isola di Pasqua. Alle 12 ora locale abbiamo percorso circa 300 miglia dalla partenza da Valparaíso e ne mancano 1700 per giungere alla nostra prossima destinazione.
Oggi cielo nuvoloso e temperatura fresca. In mattinata vento piuttosto forte che è andato a diminuire con il passare delle ore. Mare mosso con accenno di onda lunga.

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Avvicendamento al comando di Costa Deliziosa: il comandante Maddaloni ha lasciato il posto al comandante Alessandro Arienti.
 
Bellissimo diario , bellissime foto , descrizioni eccellenti , spero un giorno di potere anch'io vivere questa esperienza indimenticabile.
Una cosa pero' mi lascia perplesso il fatto di non e' stato possibile visitare Machu Picchu e le isole Galapagos che sono tra i luoghi piu affascinanti al mondo, una pecca non da poco...
La situazione in Ecuador purtroppo non permetteva alternative e la sosta di tre giorni a Lima, pur essendo lunga, non lo era abbastanza per riuscire a offrire un tour soddisfacente.
È stato invece regolarmente effettuato l'overland di 5 giorni a San Pedro de Atacama, con l'attraversamento di oltre 800 km di deserto e la visita alle sue zone paesaggisticamente più belle: la Valle della Luna e i famosi Salares.
 
Giorno 32: navigazione

Seconda giornata di navigazione verso l'isola di Pasqua, dalla quale ci separano ancora oltre 1200 miglia. Cielo nuvoloso ma con qualche apertura, temperatura in leggero aumento. Mare calmo, con il solito accenno di onda lunga, poco vento.

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Il primo mese è trascorso velocemente. Temevamo che le numerose giornate di navigazione potessero rendere alcune parti del viaggio un po' monotone o noiose, invece non è stato così. Anzi, quando ci sono più giorni consecutivi di visite ed escursioni a terra, a volte con ritmi piuttosto intensi e faticosi, si sente il bisogno di qualche giorno di relax a bordo. E alla fine anche quattro o cinque giorni di navigazione consecutivi non pesano più di tanto.
Per quanto riguarda l'alimentazione credo sia una cosa molto soggettiva. Noi ci siamo resi conto, già in altre crociere lunghe, che andiamo per fasi: all'inizio c'è la fase dell'entusiasmo, la più pericolosa per la bilancia, dove si tende a esagerare; poi subentra la fase del controllo, ci si rende conto che si esagera e si cerca di contenersi (non sempre con successo); poi arriva l'assuefazione, è più facile controllare la dieta e limitare gli eccessi, ma si va per alti e bassi; alla fine ( e dopo un mese ormai ci siamo...) arriva la fase dell'equilibrio, si trova un proprio regime alimentare e si cercano anche cibi più leggeri e più sani, lo strappo alla regola ci sta, soltanto una volta ogni tanto.
Quando la crociera dura una settimana paradossalmente è molto più facile che si esageri, perché ci si trova per tutto il tempo nella fase dell'entusiasmo, sul lungo termine no, alla fine quello che conta è stare bene, divertirsi e godersi la visita di posti nuovi, il cibo diventa secondario...
Naturalmente tutto questo vale per noi, altri possono vivere il tutto in modo completamente differente.
Poi, soprattutto nelle giornate di navigazione come oggi, cerchiamo di tenerci in esercizio con lunghe camminate sul ponte: di solito 6 km al mattino e 3 al pomeriggio. A volte anche di più...
DIario sempre splendido e accuratissimo, grazie! Ora e' passato il primo mese a bordo, che sensazioni avete? E in particolare...che regole vi siete dati per l'alimentazione in modo da evitare troppi chili...?
 
Ciao Roberto!
Innanzitutto grazie per questo reportage, assolutamente meraviglioso.

Fammi sapere come ti trovi a bordo, l'hotel director è un amico ;)

Mi piacerebbe sapere qualcosa di più sulle attività dell'animazione e degli spettacoli, ovviamente se partecipi.
Grazie :)
Noi a bordo ci troviamo molto bene. Devo dire che l'atmosfera rispetto a una normale crociera settimanale è completamente diversa, dopo qualche settimana ci si conosce un po' tutti, chi più chi meno. E anche con l'equipaggio il rapporto è differente. Come dire meno superficiale, non solo il solito buongiorno distratto e di sfuggita; magari si scambiano due parole, una battuta... è tutto diverso.
Per quanto riguarda il resto, credo di essere la persona meno indicata a bordo per dare un giudizio.
Alle attività dell'animazione non ho mai partecipato e anche agli spettacoli vado raramente. Mi sembrano comunque simili a quanto viene proposto su altre navi nella normale programmazione. Per dare un'idea inserisco l'oggi a bordo:

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Giorno 33: navigazione

Continua la navigazione nel Pacifico meridionale tra il Cile e l'Isola di Pasqua, dalla quale ci separano ancora circa 700 miglia.
La temperatura è un po' aumentata, essendo ormai usciti dall'influenza fredda della corrente di Humboldt, però il cielo continua a essere piuttosto nuvoloso, alternando sole e passaggi nuvolosi. Anche le previsioni per dopodomani all'Isola di Pasqua non sono proprio positive, speriamo di riuscire a scendere a terra senza problemi.

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Ieri sera e questa mattina riscontrato qualche problema con la connessione internet che è stata a tratti molto lenta. Ora sembra che tutto vada normalmente. E devo aggiungere che la connessione fino a ieri mattina è sempre stata molto buona e stabile.
 
Giorno 34: navigazione

Quarto giorno di navigazione nel sud Pacifico, ormai prossimi alla nostra meta: l'isola di Pasqua.
Meteo non favorevole: cielo coperto con rovesci di pioggia, vento sostenuto (in alcuni momenti anche oltre 60 km/h).
Previsioni per domani sempre poco favorevoli per vento e onda. Vedremo domani, ma le probabilità di scendere a terra purtroppo diminuiscono...

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Giorno 35: Isola di Pasqua (Cile)

Sta appena albeggiando quando Costa Deliziosa si avvicina all'isola. Rapa Nui: vista così, mentre le tenebre della notte lasciano spazio al nuovo giorno ormai imminente, sembra ancora più misteriosa ed enigmatica.

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Cosa ci riserverà il futuro? Riusciremo a scendere a terra?
Potremo calpestare il suolo di questo fazzoletto di terra sperduto in mezzo all'Oceano Pacifico?
È una bellissima giornata, il cielo è sereno e anche il vento è calato. Però una insistente onda lunga da sud ovest si abbatte sulla costa infrangendosi impietosa sugli scogli. Le previsioni dicono: onda lunga da sud ovest, altezza 2.9 metri, periodo 11 secondi.
Alle 8 arrivano a bordo le autorità locali per la libera pratica. Poco dopo viene calato un tender: presto sapremo...

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Le condizioni del mare sono al limite, ma si può fare lo sbarco in sicurezza. Ci vorrà del tempo: gli orari inizialmente previsti si dilatano. Ma si può scendere a terra. E noi, scendiamo...

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Non è una passeggiata. Il tender sembra un cavallo imbizzarrito. Ma condotto da abili mani ci porta a terra in sicurezza.
Solo più tardi scopriremo quanto siamo stati fortunati. Per le peggiorate condizioni del mare verso mezzogiorno gli sbarchi sono stati sospesi e più tardi dopo le 14 definitivamente interrotti. Molti a bordo non sono riusciti a sbarcare. Se ne riparla domani, mare permettendo...
Inutile dire che ci sono state molte tensioni e lamentele. Ma la sicurezza viene prima di tutto.
Noi non possiamo fare altro che ringraziare il comandante e l'equipaggio che ci hanno consentito di passare ore indimenticabili a terra. Certo, non tutti hanno avuto questa possibilità, noi siamo stati molto fortunati.
Speriamo che domani tutti possano godere di questa fortuna e dimenticare recriminazioni e polemiche per godersi le bellezze di questa isola incredibile.
 
Ed ecco finalmente l'Isola di Pasqua. Tocchiamo terra su questa isola remota nel vasto oceano Pacifico, culla di una civiltà misteriosa e scomparsa che ci ha lasciato uno dei più grandi enigmi dell'umanità. Custode di maestose statue di pietra, i Moai, questa terra è permeata da un'aura di mistero che avvolge le sue antiche origini, la scomparsa della sua civiltà e il significato delle imponenti figure che caratterizzano il suo paesaggio. Le teorie spesso fantasiose sulle modalità di trasporto e di erezione delle colossali statue, così come sul declino della civiltà Rapa Nui, continuano a stimolare la curiosità e ad alimentare il fascino di questo luogo intriso di segreti nascosti tra i suoi paesaggi solitari e i suoi vulcani spenti, tra le sue scogliere e le sue piccole spiagge.

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Non bisogna fare molta strada dal piccolo porticciolo di Hanga Roa per trovare i misteriosi e spettacolari Moai. Solo poche centinaia di metri e il sito di Ahu Tahai ci appare nella sua imponenza, mentre la nostra nave sullo sfondo ci mostra il suo profilo migliore.
È il nostro primo contatto con queste grandi e misteriose figure, dall'espressione distaccata e severa: e non ci lascia indifferenti.

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Ma cosa sono veramente i Moai?
Gli studiosi ci dicono che queste grandi figure scolpite rappresentano antenati divinizzati e sono caratterizzate da grandi teste allungate, un corpo stilizzato e privo di gambe e spesso mani dalle lunghe dita posate sul ventre. I Moai sono considerati una delle più grandi realizzazioni dell'arte monumentale polinesiana e sono stati eretti su piattaforme rituali chiamate "ahu", precedute da rampe inclinate dove venivano sepolte le ossa dei defunti.

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Alcuni Moai presentano dei vistosi occhi bianchi nelle grandi orbite. Si tratta di ricostruzioni fatte in sede di restauro, sulla base però di reali evidenze archeologiche. Il loro significato è molto dibattuto dagli studiosi. Alcune teorie suggeriscono che gli occhi, che erano originariamente realizzati con iridi di coralli bianchi e pupille nere di scisto o rosso di scisto, potessero rappresentare il potere spirituale o la connessione con gli antenati divinizzati che i Moai incarnavano. Altri ritengono che gli occhi potessero essere stati aggiunti solo in seguito come parte di rituali o particolari cerimonie. In definitiva, il vero significato degli occhi dei Moai rimane un mistero, contribuendo al fascino e all'aura di enigma che circonda queste antiche statue.

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