L'ultima visita della nostra giornata a Taipei è dedicata al Memoriale di Chiang Kai-shek, l'imponente monumento dedicato al leader politico e militare cinese che fu presidente della Repubblica di Cina (poi Taiwan) fino alla sua morte nel 1975.
Il Memoriale di Chiang Kai-shek è una struttura imponente e simbolica. La sua architettura è ispirata al tempio del cielo di Pechino e combina elementi tradizionali cinesi con uno stile neoclassico. La struttura principale è costituita da un grande edificio a forma di pagoda a cinque piani, costruito con marmo bianco, circondato da vasti spazi aperti e giardini.
All'interno del memoriale, al centro di una vasta sala, si trova una grande statua di bronzo seduta di Chiang Kai-shek. La statua raffigura Chiang seduto su un alto seggio, con un'espressione solenne, ma calma e sorridente.
Chiang Kai-shek è stato uno dei principali leader politici e militari della Cina nel XX secolo. Nato nel 1887 nella provincia di Zhejiang, Chiang si unì all'Accademia Militare di Whampoa e divenne un ufficiale nell'esercito nazionalista cinese guidato da Sun Yat-sen.
Dopo la morte di Sun Yat-sen nel 1925, Chiang salì al potere come leader del Kuomintang (Partito Nazionalista Cinese) e guidò il tentativo di unificare la Cina, combattendo contro signori della guerra, comunisti e giapponesi durante la Seconda guerra sino-giapponese.
Tuttavia, dopo la fine della seconda guerra mondiale, scoppiò la guerra civile cinese tra il Kuomintang e il Partito Comunista Cinese guidato da Mao Zedong. Nel 1949, i comunisti prevalsero e Chiang e il Kuomintang furono costretti a ritirarsi a Taiwan, dove stabilirono il governo della Repubblica di Cina.
Chiang governò Taiwan con mano ferma, stabilendo un regime autoritario noto per la repressione politica. Durante il suo governo, Taiwan godette di un notevole sviluppo economico e sociale, ma fu teatro al contempo anche di violazioni dei diritti umani e di persecuzioni politiche.
Chiang Kai-shek morì nel 1975, ma il suo legato politico e il suo ruolo nella storia cinese continuano a suscitare dibattiti e opinioni contrastanti.