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[Live] - Costa Deliziosa - Giro del Mondo 2024

La danze si susseguono, accompagnate da voci e suoni ritmici, e ci proiettano in un passato lontano, in un mondo preistorico che ora, qui ci appare così vicino e tangibile.

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Perché queste popolazioni fino a un secolo e mezzo fa vivevano come nella preistoria: non conoscevano la scrittura, non la lavorazione e l'uso dei metalli. Vivevano come cacciatori-raccoglitori e di una rudimentale agricoltura.
Seguivano pratiche religiose animistiche che includevano il cannibalismo rituale.

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Molto suggestiva, e anche un poco inquietante, l'ultima danza rituale proposta, con chiari riferimenti al mondo dei morti.
 
Ma anche le donne della comunità partecipano all'evento. Con canti e danze differenti, sui quali l'influenza della cristianizzazione si fa sentire in maniera marcata.

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Trascorrere qualche ora qui, in questo villaggio, è stata un'esperienza davvero insolita e interessante. Abbiamo avuto il privilegio di prendere contatto con un mondo primordiale, che credevamo completamente estraneo a noi e con il quale invece abbiamo subito sviluppato empatia. Un mondo con il quale in fondo abbiamo riscontrato più affinità che differenze. Un mondo di profonda umanità.

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Un mondo così diverso dal nostro. Un mondo che fatichiamo a comprendere e che ci fa forse anche un po' paura. Un mondo che nella sua violenta semplicità, nella sua povertà ci disorienta e al contempo ci attrae.
Inizia a piovere più forte. Ci ripariamo per restare qui ancora un po', insieme ai nostri amici Tolai. Ancora un momento prima di andare via.

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La pioggia aumenta. Le nubi basse rendono il paesaggio spettrale. Il cielo grigio sembra spegnere anche il verde intenso della vegetazione, gareggiando in cupezza con la cenere vulcanica nera che stiamo calpestando.
Il rientro verso la nave ci sembra più veloce. Guardiamo preoccupati il cielo, mentre il nostro autista evita l'ennesima voragine. Riusciremo a tornare in nave prima che si scateni un nubifragio? Le gocce di pioggia si infrangono a terra con un suono sordo, spegnendosi nella povere nera.
Arrivati a Rabaul percorriamo una strada dove si affollano improvvisati venditori ambulanti intenti a proteggere loro stessi e le loro mercanzie dalla pioggia.
Siamo già in nave quando si scatena il diluvio.

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Piove meno intensamente quando la nave lascia la banchina del porto di Rabaul alle 16.

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Uscendo dalla baia di Rabaul ci si rende conto di come l'intera area non sia altro che la grande caldera di un antico vulcano attivo migliaia di anni fa. Ma anche di come questa attività sia ancora presente.

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La mole del vicinissimo vulcano attivo Tavurvur ce lo ricorda.
L'eruzione del vulcano Tavurvur è stata una delle eruzioni più significative della caldera di Rabaul. È avvenuta il 19 settembre 1994 e ha causato danni estesi alla città di Rabaul e alle comunità circostanti. Nonostante la tempestività dell'allarme e la conseguente evacuazione della popolazione, si contarono cinque morti. La colonna di cenere e gas si è innalzata per chilometri nell'aria, causando il panico e la fuga degli abitanti. Questa eruzione ha contribuito alla decisione di spostare la capitale provinciale da Rabaul a Kokopo, a causa della minaccia continua rappresentata dall'attività vulcanica nella zona.

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Ormai siamo lontani. Il buio sta scendendo, mentre il profilo dell'isola di Nuova Britannia si perde nella notte incombente.

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Ci aspetta una lunga navigazione: cinque giorni. Rotta verso il paese del sol levante: il Giappone.
 
Giorni 70 e 71: navigazione

Le prime due giornate di navigazione dopo la partenza da Rabaul hanno visto Costa Deliziosa attraversare il Mare di Bismarck con rotta nord ovest, per poi procedere verso nord nel Pacifico occidentale. Ora siamo nella zona degli atolli della Micronesia: abbiamo superato le isole Caroline e stiamo procedendo verso Guam. Velocità sempre tra i 19 e i 20 nodi.
Il meteo non è stato favorevole. Gran parte della giornata di ieri, tutta la nottata e anche oggi il cielo è stato coperto, con scarsa visibilità e frequenti rovesci di pioggia, a tratti anche intensi. Il vento in alcuni momenti ha raggiunto i 70 km/h. Il mare mosso. La temperatura dopo il grande caldo dei giorni scorsi si è abbassata, ma si mantiene alto il tasso di umidità. Nella serata di oggi qualche schiarita è un accenno di tramonto tra le nubi, piuttosto cupo.

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Riporto come al solito la posizione della nave e alcuni dati di navigazione.

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Giorni 72, 73 e 74: navigazione

Prosegue la navigazione verso il Giappone: l'arrivo a Kobe è previsto per domani mattina alle 10 ora locale. Dopo l'ultimo spostamento di orario un paio di giorni fa siamo allineati con l'ora del Giappone a +8 rispetto all'Italia.
La rotta della nave, verso nord nord ovest, ci ha fatto superare la linea dell'equatore alle ore 11 della mattina del giorno 70 (il primo di navigazione dopo Rabaul) e la linea del tropico del Cancro la scorsa notte (tra i giorni 73 e 74).

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Il meteo continua a essere piuttosto sfavorevole. Si alternano momenti di tempo buono, con cielo sereno o poco nuvoloso e vento debole o moderato, ad altri con cielo coperto e rovesci di pioggia, accompagnati da raffiche di vento sostenuto. Il mare è mosso. La temperatura si è ulteriormente abbassata e ora la massima si aggira sui 20 gradi. L'umidità resta molto elevata.
 
Giorno 75: Kobe (Giappone)

Nebbia. La nave procede lenta al suono cadenzato della sirena. La pioviggine bagna il parapetto del nostro balcone incrostato dalla salsedine di cinque giorni in mare. Il cielo è grigio e scuro: sembra non volere fare giorno.
Poi piano piano la nebbia si dissolve e si trasforma in foschia. Appaiono sfocate le prime strutture del porto, lontane.
Procediamo sempre più lenti. Il pilota è ormai a bordo. Il terminal crociere appare davanti a noi.

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La nave accosta in banchina, mentre da terra giungono note musicali di benvenuto. "Welcome to Kobe Costa Deliziosa".

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Siamo pronti a sbarcare. Ci aspettano tre giorni intensi, durante i quali visiteremo l'antica città di Kyoto. Poi raggiungeremo via terra Nagasaki mercoledì, dove ritroveremo la nave che nel frattempo si sarà spostata.
Inizia l'avventura in Giappone...
 
Un rapido saluto dalla stazione di Kyoto. Siamo in attesa dello Shinkansen per Hakata, dove cambieremo per Nagasaki.

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Nei prossimi giorni recupererò il filo del discorso...
A presto
 
Riannodiamo i fili del discorso e ritorniamo al momento del nostro arrivo a Kobe...

Dopo avere ricevuto la libera pratica i passeggeri di Costa Deliziosa possono finalmente scendere a terra per i controlli di immigrazione. Le procedure per l'ingresso in Giappone prevedono un controllo dell'identità di ogni passeggero tramite face to face con il funzionario giapponese, raccolta delle impronte digitali, registrazione e apposizione del bollino di ingresso sul passaporto. Il tutto si svolge in maniera piuttosto lenta e macchinosa, causando inevitabilmente lunghe attese.
Riusciamo a sbrigare tutte le formalità e a uscire dal terminal che ormai è quasi mezzogiorno, siamo già in ritardo.
La distanza tra Kobe e Kyōto è di poco più di 70 chilometri: un tragitto che, da centro e centro, richiede circa un'ora e mezza di viaggio. Purtroppo non siamo fortunati e a causa della lunga coda conseguenza di un incidente in autostrada arriviamo a destinazione con ulteriore ritardo.
A questo punto si rende necessario un adeguamento dei nostri programmi, a causa del ritardo nel nostro orario di arrivo, rimandiamo a domani la nostra prima visita e andiamo subito a pranzo.
Tralascio per il momento l'argomento riguardante il cibo e l'alimentazione in Giappone, ne parleremo con calma più avanti...

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Attraversiamo dunque la città sotto un cielo che si fa sempre più cupo e cominciano a scendere le prime gocce di pioggia, passando accanto alla pagoda Tō-ji.
Con i suoi 55 metri di altezza detiene il primato di struttura in legno a pagoda più alta del Giappone ed è uno dei simboli della città di Kyōto.
La costruzione di una pagoda in questo sito risale all'anno 826, ma questo tipo di edifici, costruiti interamente in legno, erano molto vulnerabili agli incendi, infatti bruciò nella sua storia per 4 volte, ma fu sempre ricostruita. L'attuale pagoda risale al tempo del terzo Shōgun Tokugawa Iemitsu nel 1644.

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Proseguiamo il nostro percorso in città dirigendoci verso le colline che la circondano, la nostra meta è l'affollato Santuario di Fushimi Inari-taisha, un altro dei simboli di Kyōto.

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Il Santuario di Fushimi Inari-taisha è certamente uno dei santuari più iconici e visitati dell'intero Giappone.
È un santuario shintoista, una religione indigena giapponese che venera gli spiriti e le divinità chiamati kami. In particolare, Fushimi Inari-taisha è dedicato al kami Inari, il cui culto è associato alla fertilità, alla prosperità, al commercio e all'agricoltura. È stato fondato nel 711 ed è cresciuto in importanza nel corso dei secoli, diventando un luogo di culto per i commercianti e gli imprenditori desiderosi di ottenere prosperità e buona fortuna.
Il santuario è noto per i suoi migliaia di torii vermigli (portali sacri) che formano lunghi tunnel lungo i sentieri della montagna. Questi torii sono donazioni fatte da aziende e privati in ringraziamento per il successo negli affari.

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I sentieri del santuario si estendono sulla montagna Inari e offrono una piacevole passeggiata attraverso boschi di alberi secolari e luoghi sacri.

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Il kami (spirito) principale venerato a Fushimi Inari-taisha è Inari, considerato il patrono della ricchezza, del commercio e dell'agricoltura. Inari è spesso rappresentato come una volpe.

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Tra la massa di persone che affolla il sito, molte ragazze e signore, sia locali che turiste, vestono il tradizionale kimono. L'effetto visivo d'insieme è molto suggestivo.

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Giorno 76: Kyoto (Giappone)

La luce del giorno si fa strada a fatica fra le tende semichiuse. Il nuovo giorno che nasce si lascia alle spalle la notte e ci trova nella nostra camera al risveglio carichi di aspettative, desiderosi di nuove esperienze, rinvigoriti di nuove energie. Di vecchio, purtroppo, rimane la pioggia, che ci accompagna dal giorno precedente e che continua imperterrita a picchiettare sui vetri, ora più debole ora più intensa.

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Il cielo è ancora scuro e minaccioso, ma non ci facciamo scoraggiare e usciamo, sfidando il maltempo, diretti alla prima meta prevista per oggi: il tempio Kinkaku-ji, il famoso Padiglione d'Oro.

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Immerso tra i verdi boschi che circondano Kyōto, il Kinkaku-ji emerge fiabesco, come un gioiello dorato, riflettendo la luce del giorno e la serenità dei secoli trascorsi. La sua facciata dorata, decorata con migliaia e migliaia di sottili foglie d'oro, si specchia delicatamente nelle acque tranquille del laghetto circostante, creando un'atmosfera magica e mistica.

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Ogni angolo del tempio e del suo giardino giapponese è intriso di storia e spiritualità, trasportando i visitatori in un viaggio attraverso il tempo e lo spazio. La quiete del luogo e la bellezza eterea del Kinkaku-ji catturano l'anima, offrendo un momento di pace e contemplazione che ci allontana per qualche momento dalla frenesia del nostro mondo di tutti i giorni.

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Approfittiamo di una pausa di tempo nuvoloso ma asciutto, che la pioggia finalmente ci concede, e percorriamo il sentiero che corre lungo le sponde del laghetto, scoprendo a ogni passo nuove viste e nuovi scorci suggestivi, ma con gli occhi sempre attratti magneticamente dalla inconfondibile sagoma dorata del tempio.

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Giorno 76: Kyoto (Giappone)

La luce del giorno si fa strada a fatica fra le tende semichiuse. Il nuovo giorno che nasce si lascia alle spalle la notte e ci trova nella nostra camera al risveglio carichi di aspettative, desiderosi di nuove esperienze, rinvigoriti di nuove energie. Di vecchio, purtroppo, rimane la pioggia, che ci accompagna dal giorno precedente e che continua imperterrita a picchiettare sui vetri, ora più debole ora più intensa.

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Il cielo è ancora scuro e minaccioso, ma non ci facciamo scoraggiare e usciamo, sfidando il maltempo, diretti alla prima meta prevista per oggi: il tempio Kinkaku-ji, il famoso Padiglione d'Oro.

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Immerso tra i verdi boschi che circondano Kyōto, il Kinkaku-ji emerge fiabesco, come un gioiello dorato, riflettendo la luce del giorno e la serenità dei secoli trascorsi. La sua facciata dorata, decorata con migliaia e migliaia di sottili foglie d'oro, si specchia delicatamente nelle acque tranquille del laghetto circostante, creando un'atmosfera magica e mistica.

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Ogni angolo del tempio e del suo giardino giapponese è intriso di storia e spiritualità, trasportando i visitatori in un viaggio attraverso il tempo e lo spazio. La quiete del luogo e la bellezza eterea del Kinkaku-ji catturano l'anima, offrendo un momento di pace e contemplazione che ci allontana per qualche momento dalla frenesia del nostro mondo di tutti i giorni.

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Approfittiamo di una pausa di tempo nuvoloso ma asciutto, che la pioggia finalmente ci concede, e percorriamo il sentiero che corre lungo le sponde del laghetto, scoprendo a ogni passo nuove viste e nuovi scorci suggestivi, ma con gli occhi sempre attratti magneticamente dalla inconfondibile sagoma dorata del tempio.

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Il Tempio del Padiglione d'Oro è uno dei più famosi templi Zen Buddisti di Kyōto. La sua straordinaria facciata dorata e l'ambientazione pittoresca lo rendono uno dei luoghi più iconici della città e ne hanno decretato la designazione come sito patrimonio dell'umanità UNESCO, attirando ogni anno numerosi visitatori da tutto il mondo.

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Il Kinkaku-ji è stato originariamente costruito nel 1397 come villa di relax per lo shogun Ashikaga Yoshimitsu. Dopo la sua morte, nel 1408, la struttura è stata trasformata in un tempio Zen seguendo la sua volontà testamentaria. Nel corso della sua storia, il tempio è stato soggetto a vari danni causati da incendi e guerre. L'attuale struttura risale alla ricostruzione avvenuta nel 1955 dopo che un monaco novizio aveva appiccato un incendio. Il Kinkaku-ji è stato designato come tesoro nazionale del Giappone ed è diventato un simbolo di bellezza e spiritualità nella cultura giapponese.

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Ritorniamo in centro città per la nostra prossima tappa: il Castello Nijō, o Nijō-jō, un imponente complesso di edifici fortificati situato nel cuore di Kyōto. Ciò che rende il Castello Nijō così unico è il suo design difensivo avanzato e i suoi magnifici giardini paesaggistici. All'interno, le sale principali sono decorate con pitture murali che rappresentano la ricca storia e la cultura giapponese. Il castello è stato designato come patrimonio dell'umanità UNESCO e continua a essere una testimonianza vivente del passato glorioso del Giappone feudale.

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Il Castello Nijō fu costruito nel 1603 per ordine dello shogun Tokugawa Ieyasu, il fondatore del periodo Edo. Serviva come residenza ufficiale dei Tokugawa quando visitavano Kyōto, la capitale imperiale del Giappone. La costruzione del castello si concluse nel 1626 sotto il governo del terzo shogun Tokugawa, Iemitsu. Durante il periodo Edo, il castello fu un centro politico e amministrativo di grande importanza.
Uno degli eventi più significativi nella storia del Castello Nijō fu il cosiddetto "incidente di Honnō-ji" del 1868. In seguito al quale, all'interno del castello, l'ultimo shogun della dinastia Tokugawa, Tokugawa Yoshinobu, si dimise e restituì il potere all'imperatore Meiji, segnando la fine del periodo Edo e l'inizio dell'era Meiji.
Dopo la restaurazione Meiji, il castello fu trasformato in una base militare. Successivamente, nel 1884, gran parte della struttura interna fu distrutta da un incendio, ma si salvò l'area interna di Ninomaru. Nel 1893, il governo imperiale decise di preservare il castello come sito storico e aprì il terreno al pubblico. Nel 1994, il Castello Nijō è stato incluso nella lista dei siti considerati Patrimonio dell'umanità UNESCO come parte dei Monumenti storici di antica Kyoto. Oggi, il castello è una delle principali attrazioni turistiche di Kyoto, che attrae visitatori da tutto il mondo per la sua storia, architettura e bellezza paesaggistica.

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Oltrepassata la cinta muraria esterna protetta da un ampio fossato, si accede a una piazza d'armi che circonda una seconda cerchia di mura interne: il castello di Ninomaru o Ninomaru Goten. L'ingresso al quale avviene tramite una immensa porta monumentale riccamente decorata.

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Costruito nel 1626 sotto il governo del terzo shogun Tokugawa, Iemitsu, il Ninomaru serviva come residenza per ospitare i daimyo (signori feudali) durante le visite a Kyōto. La struttura presenta bellissime pitture murali con sfondo in foglia d'oro, che rappresentano la ricca storia e la cultura del Giappone dell'epoca. Uno dei punti salienti del Ninomaru è il cosiddetto "Nightingale Floor" (pavimento dell'usignolo), progettato per emettere un suono simile a quello di un usignolo quando ci si cammina sopra, offrendo così una sicurezza aggiuntiva contro gli intrusi: una specie di antico sistema di sicurezza acustico...

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Intanto... piove.
Se all'inizio della nostra visita al castello già pioveva, con il passare dei minuti la pioggia si intensifica, tanto da costringerci ad abbandonare l'idea di visitare anche i giardini.
Sotto un forte acquazzone attraversiamo di nuovo la città, diretti verso le colline, ammirandone comunque le bellezze anche sotto la pioggia.

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Passiamo sotto un immenso portale torii di colore vermiglio e lasciamo la città moderna per addentrarci tra i caratteristici quartieri antichi con le loro case basse in legno.

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Finalmente la pioggia smette di affliggerci, le nubi si alzano e si intravedono alcuni squarci di sereno. Lontana si distingue l'alta sagoma della pagoda Tō-ji.

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Prima di raggiungere il luogo della nostra ultima visita di oggi, facciamo una breve sosta presso il tempio buddista di Ryōzen Kannon, ai piedi della grande statua bianca di Buddha che ci osserva benevola con impassibile distacco.

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Concludiamo questa nostra giornata a Kyōto con la visita al tempio di Kiyomizu-dera, uno dei siti più iconici e amati del Giappone.

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Fondato nel 778 d.C., il tempio ha una storia ricca e affascinante che si intreccia con la cultura e la spiritualità giapponesi. Una delle sue caratteristiche più distintive è la piattaforma principale, costruita su un pendio che si protende sopra la città, offrendo una vista spettacolare sulle colline circostanti e sulla città di Kyoto.

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Il nome "Kiyomizu-dera" significa "Tempio della Fonte Purificatrice", un riferimento a una cascata interna che scorre all'interno del tempio e che, secondo la tradizione, offre acqua purificatrice ai visitatori.

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Il tempio è anche famoso per la sua Sala principale (Hondo), un'ampia struttura risalente al 1633, decorata con dettagli artistici e affreschi che rappresentano divinità buddiste e scene della natura.

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Uno dei momenti più suggestivi per visitare il Kiyomizu-dera è durante la stagione dei ciliegi in fiore (sakura) e l'autunno, quando le foglie cambiano colore (koyo). In questi periodi, il tempio e i suoi dintorni si trasformano in un vero spettacolo di bellezza naturale. Questo sarebbe il periodo di fioritura dei ciliegi... ma purtroppo...

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Il Kiyomizu-dera è anche associato a numerose tradizioni e pratiche spirituali giapponesi, tra cui la pratica di saltare dalla terrazza principale (noto come "tetsuji no tobi"), che si dice porti fortuna a chi riesce a compiere il salto. Questa tradizione è stata praticata nel corso dei secoli, anche se oggi è proibita per motivi di sicurezza.

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Inoltre, il tempio ospita diversi altri edifici sacri, giardini zen e statue di divinità buddiste, rendendolo un luogo di grande importanza storica e spirituale per i fedeli e i visitatori.

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Terminiamo la visita e ci uniamo alla folla di visitatori che sta lasciando lentamente il tempio, attardandosi nei negozi e alle bancarelle disposti lungo la stretta via pedonale che conduce dai parcheggi all'ingresso del sito, in alto sulla collina.

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Un solitario ciliegio in fiore ci fa immaginare quale tripudio di colore possa essere questa zona nel momento della fioritura...
 
A questo punto, mentre ci prepariamo per una lauta cena, mi sembra opportuno parlare della cucina giapponese e della locale cultura del cibo.

Il cibo ha un'importanza centrale nella cultura giapponese per diversi motivi. Innanzi tutto la cucina giapponese ha una lunga storia che risale a secoli fa e ha subito influenze da parte di varie culture, che hanno portato ciascuna il proprio bagaglio di tecniche, di esperienze, di gusti e sapori.
Inoltre nella cultura giapponese c'è un forte rispetto per gli ingredienti e per la stagionalità degli stessi. La freschezza e la qualità degli ingredienti sono essenziali per la preparazione dei piatti.
La presentazione del cibo poi è considerata un'arte vera e propria in Giappone. La cura nella disposizione dei piatti, l'uso di colori e forme accattivanti, e la ricerca dell'equilibrio estetico sono aspetti fondamentali della gastronomia gigiapponese.Tanto che la preparazione e il consumo del cibo sono spesso associati a rituali e cerimonie, come ad esempio la cerimonia del tè o il sushi chef che prepara il cibo di fronte agli ospiti al bancone del ristorante.
I pasti in Giappone sono spesso visti come momenti per socializzare, rafforzare legami familiari e condividere esperienze. Ciò ha contribuito a creare una forte cultura gastronomica incentrata sull'ospitalità e sul convivio.
ll cibo giapponese non è solo una questione di nutrizione, ma anche di identità culturale, di espressione artistica e di coesione sociale. La sua importanza nella cultura giapponese è evidente in ogni aspetto della vita quotidiana, tanto nel pasto veloce di ogni giorno quanto in quello elaborato allestito per celebrazioni speciali.
Questi sono solo alcuni dei motivi per cui il cibo giapponese è stato riconosciuto come patrimonio culturale immateriale dall'UNESCO. La sua inclusione evidenzia il ruolo centrale che la gastronomia giapponese ha nella cultura e nell'identità del paese.

Andiamo con ordine: cominciamo dalla colazione del mattino.

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La colazione giapponese è un pasto tradizionale che solitamente include una varietà di piatti equilibrati e salutari. Alcuni elementi comuni di una tipica colazione giapponese includono:
1. Riso - Il riso bianco è un componente essenziale della colazione giapponese. Viene spesso servito caldo e appena fatto in appositi contenitori.
2. Zuppa di Miso - La zuppa di miso è una zuppa a base di brodo di dashi (brodo di pesce) arricchito con pasta di miso, alghe e tofu.
3. Pesce - Il pesce è una parte comune della colazione giapponese. Può essere servito crudo come sashimi, grigliato o marinato.
4. Nori - Le alghe nori sono spesso servite a colazione, come accompagnamento al riso o come involucro per il sushi.
5. Uova - Le uova possono essere preparate in vari modi, come sode, strapazzate o, spesso, sotto forma di omelette (tamagoyaki).
6. Verdure - Verdure fresche o sottaceto sono spesso servite per completare il pasto e fornire vitamine e fibre.
7. Tsukemono - Gli Tsukemono sono sottaceti giapponesi, che possono includere cetrioli, rravaneli, o altre verdure sottoposte a un processo di fermentazione o marinate in aceto.
È importante notare che la colazione giapponese può variare a seconda delle preferenze regionali e individuali, ma di solito è un pasto leggero ma nutriente, progettato per fornire energia per l'inizio della giornata.

Ma veniamo al pranzo. Il pranzo è un pasto importante nella cultura giapponese e può variare notevolmente a seconda delle circostanze e delle preferenze personali. Tuttavia, ci sono alcuni elementi comuni che si trovano spesso nei pasti a pranzo in Giappone:
1. Bentō - Molte persone in Giappone portano con sé un Bentō, una scatola pranzo contenente una varietà di cibi, per consumarlo durante il pranzo al lavoro o a scuola. I bento possono includere riso, carne o pesce, verdure, uova e altri contorni. Possono essere preparati in casa, oppure acquistati già pronti in confezioni da asporto.
2. Ramen - Il ramen è una popolare zuppa di noodle giapponese, disponibile in molte varianti regionali e stili di preparazione. È un pasto sostanzioso e appagante spesso consumato al pranzo.
3. Donburi - I donburi sono ciotole di riso coperte con una varietà di topping, come carne (ad esempio il gyudon con carne di manzo), pesce (come il chirashizushi con pesce crudo) o verdure (come l'oyakodon con pollo e uova).
4. Tempura - Il tempura è un piatto composto da ingredienti fritti in pastella leggera e croccante, spesso serviti con riso, zuppa miso e verdure sottaceto.
5. Sushi - Anche se può essere consumato a pranzo, il sushi è spesso considerato un pasto più formale e può essere servito nei ristoranti come opzione di pranzo.
6. Curry giapponese - Il curry giapponese, noto come "kare", è un piatto popolare a pranzo, servito con riso e spesso accompagnato da carne, verdure e uova sode.
7. A Kyōto in particolare si aggiunge la zuppa di tofu (yudofu) preparata bollendo pezzi di tofu in latte di soia o brodo leggero.
Questi sono solo alcuni esempi di piatti comuni consumati durante il pranzo in Giappone. La varietà e la disponibilità dipendono dall'area geografica e dalle preferenze personali.

Vediamo qualche immagine: ecco una confezione da asporto di tipo Bentō.

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Qui invece un vero pranzo a base di tempura ma con anche la zuppa di tofu, riso, zuppa di miso, diversi assaggi di pesce e verdure.

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Grazie per ammaliarci ed essere generoso: stiamo tutti viaggiando con voi! Una curiosità: ma tutti i passeggeri sono scesi?!siete tutti nello stesso albergo? Dopo tante settimane in mare essere sulla terraferma vi stupisce o no?

I partecipanti all'escursione a Kyōto erano in tutto 22, divisi in due gruppi: uno condotto in lingua inglese e uno francese. Ma abbiamo fatto quasi tutto insieme, tranne un paio di volte in cui ci siamo divisi.
C'era anche un overland a Tokyo con numero analogo di partecipanti. Tutti gli altri hanno fatto escursioni di una sola giornata o visite individuali.

In effetti dopo mesi in nave, con discese a terra abbastanza brevi, fa un effetto un poco strano. Anche a terra si sente il mare nelle gambe...
Però ci si riabitua subito.
 
Buongiorno,
Molto molto interessante vedento le foto assaggerei tutto e' un cibo molto invitante , volevo chiedere qualche informazione perche dalle foto non si vedono mai ma c'e la giuda ? e all'incirca per farmi un idea quanto costano queste escursioni di 2/3/4 giorni ? Grazie mille

Si, il tour era guidato. 22 partecipanti, accompagnati da 2 tour escort, uno di Costa e uno del tour operator locale, e due guide, una in lingua inglese e una francese.

Per quanto riguarda i prezzi, sono piuttosto elevati. Ma bisogna anche dire che gli standard offerti sono alti: l'hotel 5 stelle con sistemazione in camera premium, pasti inclusi in ottimi ristoranti (la cena kaiseki che sto per postare costa all'incirca 120 euro a persona), trasferimenti in treno shinkansen in prima classe con prenotazione dei posti, ecc.
I prezzi di questi tour overland variano a seconda della durata, del paese visitato, della presenza o meno di voli, delle esperienze incluse.
Ieri sono stati presentati i programmi degli overland in Sudafrica, di 3 e 5 giorni. I prezzi per quelli di 3 giorni oscillano tra i 1600 e i 2500 euro a persona (tutti in riserve faunistiche per l'osservazione degli animali selvaggi, con sistemazioni in lodge più o meno lussuosi). Mentre il tour di 5 giorni costa 5000 euro a persona (escursione alle cascate Vittoria e parchi nazionali tra Sudafrica, Botswana e Zimbabwe, con diversi voli aerei).
Sono in ogni caso esperienze per piccoli gruppi tra 10 e 25 persone al massimo.
 
Da ultimo completiamo la nostra esperienza gastronomica giapponese passando alla cena. E non una cena qualunque ma un'autentica cena kaiseki.

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Il kaiseki è una forma tradizionale di cena giapponese composta da più portate, solitamente servite in un ordine prestabilito per esaltare i sapori e le texture degli ingredienti. Ogni piatto è preparato con grande cura, sia dal punto di vista dell'equilibrio dei sapori sia da quello dell'armonia delle composizioni, e presenta ingredienti freschi di stagione. Ogni piatto è fatto per essere assaporato prima di tutto nella sua gradevolezza visiva, poi in quella olfattiva e da ultimo in quella gustativa. La cena kaiseki è considerata un'esperienza culinaria particolarmente raffinata e spesso viene offerta in ristoranti di alta classe o ryokan (tradizionali locande giapponesi).

Ecco la nostra sequenza di portate:
Iniziamo con un antipasto freddo di cappesante brasate con verdure

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Brodo chiaro con molluschi

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Assortimento di sashimi (tonno, orata, calamari, gamberi) con salsa di soia

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Orata dorata con yuba

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Assortimento di antipasti caldi di pesce, con cetriolo giapponese e cuore di bambù

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Trota grigliata e piccoli pesci in tempura

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Tofu con soia e ricci di mare

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Manzo brasato con germogli di bambù

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continua...
 
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