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Emozioni Sudafricane e relax a Mauritius

Finora ho seguito in silenzio... attanagliato dal senso di colpa...
Tutto molto bello!
Confido nel perdono per avere indotto in tentazione... ma il Sud Africa merita davvero... credo ne valesse proprio la pena...
 
Ciao Monica, ho seguito il tuo viaggio, bellissime foto e bel racconto, soprattutto il Safari, complimenti :love:con un pizzico di invidia positiva.
 
Finora ho seguito in silenzio... attanagliato dal senso di colpa...
Tutto molto bello!
Confido nel perdono per avere indotto in tentazione... ma il Sud Africa merita davvero... credo ne valesse proprio la pena...
Il perdono è assicurato, ma la tentazione non è finita: chissà che nei prossimi mesi non si ritorni in Africa.....

Ciao Monica, ho seguito il tuo viaggio, bellissime foto e bel racconto, soprattutto il Safari, complimenti :love:con un pizzico di invidia positiva.
Grazie, Luce. Il safari è stata anche per me la parte preferita del viaggio e il principale motivo della scelta della meta

Monica, la mia passione sono le piante, le succulente in particolare, e che dire,pura gioia:Amore:
Sono anche le mie preferite: anche se ti dimentichi di loro sopravvivono ;)
 
Ed eccoci nel piccolo acquario di Cape Town. Si trova a soli 16 minuti di strada dal terminal crociere e secondo me vale una visita.

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Appena entrati si incontrano le vasche che riproducono le barriere coralline. Un tripudio di colori, tra coralli e pesci.

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Le barriere coralline hanno iniziato a comparire 500 milioni di anni fa; coprono solo lo 0,1% della superficie oceanica mondiale ma ospitano circa il 25% delle specie marine. Purtroppo con il riscaldamento globale, l’inquinamento e gli incidenti che hanno causato sversamenti in mare stanno riducendosi sempre più.

Il colore viola o blu che si vede sulle rocce o sui coralli di queste vasche è dovuto alla presenza di alghe simbionti colorate che prendono il nome di zooxantelle.

In una vasca si possono ammirare decine di pesci pagliaccio diventati famosi dopo il film della Disney.

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Un altro abitante delle barriere coralline di tutto il mondo con diverse specie è il pesce ago che presenta un corpo molto allungato e sottile, con muso cavallino.

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Questo è un tipo di corallo della famiglia delle così dette penne di mare per la presenza, sulla loro superficie, di formazioni simili a piumette.

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il pesce scorpione che è meglio non toccare per gli aculei velenosi

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Strani gamberetti bianchi e rossi

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una specie di gambero verde

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il pesce unicorno arancione e dietro di lui si intravede la coda della murena a nido d’ape di colore giallastro e con macchie nere che ricordano le celle di un favo

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il pesce balestra pagliaccio

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e questo che non ricordo se si chiamasse pesce coniglio...

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Diversi esemplari appartenenti alla famiglia degli scorfani.

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un altro abitante delle barriere

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Gli anemoni di mare sono polipi carnivori e urticanti che trascorrono la maggior parte del tempo attaccati alle rocce sul fondale marino o sulle barriere coralline. Il loro corpo è costituito da un disco pedale adesivo, un corpo cilindrico e una serie di tentacoli attorno a una bocca centrale. I loro tentacoli sono facilmente attivabili, pronti a iniettare una neurotossina paralizzante nelle vittime. Esistono oltre 1000 specie di anemoni di mare diffuse in tutti gli oceani del mondo a diverse profondità, sebbene le più grandi si trovino nelle acque costiere tropicali. Variano per colore e dimensioni, con un diametro che va da due centimetri a quasi due metri. Se esposti alla luce ultravioletta diventano fluorescenti

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Alcuni pesci sono immuni alle tossine che producono.

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I Pesci palla: questi pesci sono chiamati così perchè in caso di pericolo si gonfiano fino a diventare praticamente sferici. Appartengono alla famiglia dei tetraodontidi poiché hanno 4 grossi denti che servono loro per rompere i gusci delle conchiglie e dei molluschi di cui si nutrono. I loro organi, in particolare il fegato e le gonadi, e talvolta le carni possono essere tossiche per l’accumulo di tossine di origine algale. In Giappone le loro carni sono molto apprezzate e ci sono chef specializzati nella toelettatura di questi pesci per evitarne la tossicità. Nonostante ciò ogni anno in Giappone ci sono casi di avvelenamento da tetraodotossina conseguenti al consumo di “fugu”.

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Gli pseudochromis tipici delle barriere coralline dell’Indo-Pacifico.

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