Continua Palermo.
E' ormai quasi ora di pranzo, e i posti, per la strada, dove mangiare qualcosa di sfizioso non mancano di certo.

Ma sicuramente uno dei più famosi e visitati, è il Mercato del Capo.

Il Mercato del Capo è un luogo caratteristico e folkloristico, uno dei quattro mercati storici di Palermo e costituisce un elemento essenziale del carattere della città. È sempre stato un luogo particolare per la vendita della carne, anticamente nelle vicinanze esisteva il macello civico.
A Palermo alcuni mercati, tra cui appunto quello del Capo, sono stati realizzati durante la dominazione araba, ed ancora oggi, si possono notare l’aspetto, le consuetudini del vendere e del comprare, i colori, gli odori, l’usanza di sommergere strade e piazze con banchi, cesti, tendoni variopinti, tipico dei tradizionali mercati nordafricani. Mentre ci si addentra all’interno di questo mercato si viene costantemente accompagnati dai richiami fatti ad alta voce, dai vari ambulanti per invitare a comprare la propria merce.
Attaccate all'ingresso ci sono ancora le luminarie del recente "festino di Santa Rosalia".
Il Festino è per e di tutti, credenti e non. C'è chi lo vive come festa religiosa e chi solo come ricorrenza popolare e folcloristica . I Palermitani partecipano in massa a eventi culturali, musica e, ovviamente, street food. Un festeggiamento che intreccia, il programma religioso della Curia con i festeggiamenti organizzati dal Comune di Palermo per i palermitani e i numerosi turisti .

È un mercato attivo tutti i giorni, compreso la domenica mattina, dove si possono acquistare generi alimentari freschi come frutta, verdura, pesce, carne, spezie, e dolci. Caratterizzato da una vasta gamma di prodotti freschi e tipici della cucina siciliana, come pomodori secchi, lupini, capperi, spezie e alici sott’olio, sarde sotto sale. È anche un luogo dove è possibile scoprire l’artigianato locale, con numerosi negozi che vendono prodotti fatti a mano come tessuti, ceramiche e oggetti in legno. Il mercato è stato aperto per la prima volta nel 1783 e da allora è diventato un punto di riferimento per la vita quotidiana della città.
Ma quello che più ci colpisce sono gli odori inebrianti del cibo che viene venduto ai turisti. Pesce di ogni tipo cotto e servito all'istante, arancine e panini con la "meusa", che solo qui si possono mangiare. I venditori con i loro richiami detti le”abbanniate”, invogliano i visitatori con piccoli assaggi dei loro prodotti.
Si cammina tra la gente che ha in mano coppi di pesce fritto, verdure in pastella, calamari arrostiti, panelle, “rascatura”, melanzane, insomma tutto quello che esiste per attentare ai nostri trigliceridi.
Come fare a resistere, ma soprattutto chi ha voglia di resistere .....
