Bravissima Laura, hai presentato la "Signora del vento" in maniera magistrale.
Ricordati che ciò che tu chiami timone, in realtà è la ruota del timone..

Io mi sono divertito da matti, la mia età in queste situazioni regredisce di 30 anni. Non sto fermo un attimo a bordo. Povera Laura che ha dovuto sopportarmi..
Quella bella barca iper-tecnologica che chiude la serie di foto di Laura è un vero gioiello, una barca particolare, con una storia unica.
E' il Maltese Falcon (varo nel 2007), frutto della collaborazione tra il cantiere di Fabio Perini (un grandissimo della nautica) e Tom Perkins, un tizio americano molto sveglio e con qualche dollaro da spendere.
Due parole su questi due personaggi: il primo ha costruito barche a vela estremamente innovative, ed ha definito le nuove navi da crociera con forti elementi di negatività. Perchè? Perchè a suo parere una nave non può prescindere dall'elemento che la ospita, il mare. Ed il trasformare le navi in grattacieli galleggianti, con una forte spinta verticalistica, allontana dal mare. Una nave, a suo parere, deve avvicinare al mare, non allontanare.
Il secondo, non è altro che un concentrato di Manlio, Felix e Rodolfo alla decima potenza.
Laureato in Ingegneria Elettronica al MIT ed in Business Administration ad Harvard, è profondo conoscitore del mare e delle navi.
Ha raccimolato qualche spicciolo dirigendo HP nella sua fase di sviluppo, finanziando Google, Amazon, Compaq etc. ed ha reso la sua società un vero gigante della Sylicon Valley (sinonimo di ricerca ed innovazione, quella vera).
La barca: 88 metri di lunghezza (78 al galleggiamento) per oltre 12 metri di larghezza al baglio. Uno scafo snello e filante. In realtà, lo scafo è la parte più anziana della barca (o nave), scafo costruito in via sperimentale nel 1995, ma rimasto incompleto perchè nessun armatore privato voleva cimentarsi in un progetto a "vela" di queste dimensioni.
Il progetto ruota intorno a quei fantastici tre alberi in fibra di carbonio, alberi rotanti di 180 gradi alti 58 metri con sei pennoni arquati fissi.
Il principio base non è nuovo, ma risaliva agli anni 60, quando la crisi energetica spinse un ingegnere tedesco (Prolls) ad elaborare uno schema propulsivo per i mercantili affidato alla spinta di enormi vele quadre (DynaRing). Al periodo, non se ne fece niente.
Ma, nel Falcon, dove sono le vele? Dentro le sezioni degli alberi, e si possono spiegare con un sistema elettro-meccanico azionabile anche manualmente. Superficie delle vele? Bazzecole, solo 2.400 Mq.
La cosa assolutamente affascinante, è che per virare il Falcon deve prima "orzare" (portare la prua al vento). Quando la prua è al vento, sfruttando la copertura della vela dell'albero di trinchetto, vengono ruotati gli alberi di maestra e mezzana. A questo punto, il Falcon "poggia" ed anche l'albero di trinchetto ruota posizionandosi sulle nuove mura.
Come tutti i migliori "purosangue del mare", il Falcon è più veloce, ma non di tanto, a vela piuttosto che a motore (due da 1.800 cv).
Oltre venti nodi a vela, poco oltre i 19 a motore.
Ma in "raffica", questo gioiello è uno spettacolo, con sbandate di 15 gradi su una larghezza di oltre 12 metri...bè...direi che l'effetto è assicurato. Affascinante.
Ricollegandomi a quanto detto da Rodolfo, questo progetto, nel 2007, costò oltre 100 milioni di euro....
Ah...dimenticavo...se vi va...credo che il Falcon si possa anche noleggiare...ma non credo che si possa applicare il "Prenota subito".
Un saluto