LA COSTA CROCIERE CAMBIA ITINERARI E INESTE 1000 MILIARDI
Repubblica — 08 febbraio 1991 pagina 11 sezione: AFFARI & FINANZA
Milano LA COSTA CROCIERE non ha ancora risentito della guerra nel Golfo. Secondo alcune indiscrezioni la società ha chiuso al 31 gennaio un primo semestre positivo, anche perché i risultati nettamente superiori alle aspettative dei primi tre mesi hanno compensato l' andamento meno brillante delle ultime quattro settimane. Come è noto i conti dell' esercizio ' 89-' 90 si sono chiusi con 23 miliardi di utile. E mai come oggi la conferma del risultato dipende da quanto accadrà in Medio Oriente. Proprio per ridurre l' impatto della vicenda Golfo la Costa Crociere ha preso le sue contromisure. E non si tratta solo di provvedimenti finanziari come la sospensione in attesa di tempi migliori dell' aumento di capitale previsto in precedenza (avrebbe apportato 18 miliardi di nuove risorse finanziarie) perché ritenuto inopportuno a solo due giorni dall' inizio del conflitto. Ma anche di un aggiornamento di tutte le attività crocieristiche. Eliminati già in estate gli scali in Egitto ed Israele, nelle ultime settimane è stata la volta della Turchia, della Tunisia e del Marocco. A rimpiazzare le destinazione nordafricane ed orientali saranno la Spagna, il Portogallo, le Canarie, quindi la Yugoslavia, l' Albania e la Grecia (ad esclusione di Rodi e delle isole più vicine alla costa turca). Immutata la presenza nei Caraibi e in Sudamerica. E grande enfasi per la tradizionale crociera mensile d' agosto che toccherà Irlanda, Groenlandia, Canada e Usa. Ad ogni modo, nonostante l' ottimismo che si respira a Genova, non c' è dubbio che qualora la guerra dovesse continuare per alcuni mesi le attività ne dovrebbero risentire. Nel frattempo il gruppo sta procedendo nel suo piano d' investimento che le consentirà di raddoppiare i posti letto raggiungendo la quinta posizione nella classifica mondiale del settore. D' altra parte che la società intenda svilupparsi lo conferma il recentissimo varo tecnico della Costa Classica, 365 miliardi d' investimento, 50 mila tonnellate di stazza lorda, la maggiore nave passeggeri mai costruita nel nostro paese per un armatore italiano. Costa Classica entrerà in funzione nel prossimo autunno-inverno e avrà base in Florida per le crociere nei Caraibi. Complessivamente la Costa Crociere investirà 1.100 miliardi nel corso di quattro anni. Un programma iniziato nel luglio scorso con Costa Marina destinata alle crociere nel Mediterraneo in estate e ai Caraibi in inverno. E che nel 1993 sarà potenziato con il varo di Costa Romantica, nave gemella di Costa Classica anch' essa destinata ai Caraibi. Mentre nel 1993 sarà la volta di Costa Allegra che opererà in California. Intanto la Costa Armatori, interamente posseduta dalla famiglia genovese ed azionista di maggioranza relativa (39,31 per cento) della Costa Crociere ha deliberato la fusione per incorporazione ne il Il Ponte Spa. Si tratta di una operazione di ingegneria finanziaria. Lo scopo: eliminare un costoso sistema di scatole cinesi (Il Ponte controllava totalmente Costa Armatori) semplificando le procedure amministrative. - g l
http://ricerca.repubblica.it/repubblica ... -1000.html
Non penso però che il programma sia mai stato rispettato.
Repubblica — 08 febbraio 1991 pagina 11 sezione: AFFARI & FINANZA
Milano LA COSTA CROCIERE non ha ancora risentito della guerra nel Golfo. Secondo alcune indiscrezioni la società ha chiuso al 31 gennaio un primo semestre positivo, anche perché i risultati nettamente superiori alle aspettative dei primi tre mesi hanno compensato l' andamento meno brillante delle ultime quattro settimane. Come è noto i conti dell' esercizio ' 89-' 90 si sono chiusi con 23 miliardi di utile. E mai come oggi la conferma del risultato dipende da quanto accadrà in Medio Oriente. Proprio per ridurre l' impatto della vicenda Golfo la Costa Crociere ha preso le sue contromisure. E non si tratta solo di provvedimenti finanziari come la sospensione in attesa di tempi migliori dell' aumento di capitale previsto in precedenza (avrebbe apportato 18 miliardi di nuove risorse finanziarie) perché ritenuto inopportuno a solo due giorni dall' inizio del conflitto. Ma anche di un aggiornamento di tutte le attività crocieristiche. Eliminati già in estate gli scali in Egitto ed Israele, nelle ultime settimane è stata la volta della Turchia, della Tunisia e del Marocco. A rimpiazzare le destinazione nordafricane ed orientali saranno la Spagna, il Portogallo, le Canarie, quindi la Yugoslavia, l' Albania e la Grecia (ad esclusione di Rodi e delle isole più vicine alla costa turca). Immutata la presenza nei Caraibi e in Sudamerica. E grande enfasi per la tradizionale crociera mensile d' agosto che toccherà Irlanda, Groenlandia, Canada e Usa. Ad ogni modo, nonostante l' ottimismo che si respira a Genova, non c' è dubbio che qualora la guerra dovesse continuare per alcuni mesi le attività ne dovrebbero risentire. Nel frattempo il gruppo sta procedendo nel suo piano d' investimento che le consentirà di raddoppiare i posti letto raggiungendo la quinta posizione nella classifica mondiale del settore. D' altra parte che la società intenda svilupparsi lo conferma il recentissimo varo tecnico della Costa Classica, 365 miliardi d' investimento, 50 mila tonnellate di stazza lorda, la maggiore nave passeggeri mai costruita nel nostro paese per un armatore italiano. Costa Classica entrerà in funzione nel prossimo autunno-inverno e avrà base in Florida per le crociere nei Caraibi. Complessivamente la Costa Crociere investirà 1.100 miliardi nel corso di quattro anni. Un programma iniziato nel luglio scorso con Costa Marina destinata alle crociere nel Mediterraneo in estate e ai Caraibi in inverno. E che nel 1993 sarà potenziato con il varo di Costa Romantica, nave gemella di Costa Classica anch' essa destinata ai Caraibi. Mentre nel 1993 sarà la volta di Costa Allegra che opererà in California. Intanto la Costa Armatori, interamente posseduta dalla famiglia genovese ed azionista di maggioranza relativa (39,31 per cento) della Costa Crociere ha deliberato la fusione per incorporazione ne il Il Ponte Spa. Si tratta di una operazione di ingegneria finanziaria. Lo scopo: eliminare un costoso sistema di scatole cinesi (Il Ponte controllava totalmente Costa Armatori) semplificando le procedure amministrative. - g l
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Non penso però che il programma sia mai stato rispettato.