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Il mare che inquieta, il mare che chiama. Diario di una crociera tra Mediterraneo e Atlantico a bordo di Celebrity Equinox 11 – 20 settembre 2025

Il Palazzo della Borsa è elegante e imponente e ci sarebbe piaciuto visitarlo ma sappiamo che è possibile solo con visita guidata ed in piccoli gruppi. Vediamo dal cartellone delle prenotazioni che tutte le visite disponibili fino al pomeriggio inoltrato sono già piene quindi tenetelo presente nel caso voleste visitarlo. Nel nostro caso aspettare la visita del pomeriggio tardi non ci sembra fattibile sia per l’orario del tutti a bordo, sia perché desideriamo rientrare non troppo tardi. Come spesso accade di fronte a una piccola delusione, troviamo subito la soluzione migliore: il buon cibo. Così, decisi a superare la frustrazione con un sorriso e un pasto piacevole, ci dirigiamo verso un pranzo ben meritato.

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Entriamo in una piccola tavola calda, quasi un corridoio con i tavoli tutti allineati sui due lati, che ci aveva incuriosito perché vedevamo entrare molti impiegati in pausa pranzo. Appena varchiamo la soglia, il cameriere ci accoglie con un sorriso caloroso e un gesto della mano che invita a sedersi. Non parla inglese e noi non parliamo portoghese, ma la sua cordialità è evidente: ci indica un tavolo con un gesto ampio e un occhiolino, mentre noi rispondiamo con un sorriso e un “grazie!”.

Ordiniamo la "sopa de abobora" cercando di pronunciarne il nome come meglio possiamo, e un paio di piatti semplici da condividere. Il cameriere annuisce vigorosamente, battendo le mani leggermente come a dire “ottima scelta!”. Mentre aspettiamo, ci porta dell’acqua e indica con un gesto che possiamo servirci liberamente dal cestino di pane. Quando la zuppa arriva, il suo colore arancione acceso sembra riscaldare non solo lo stomaco ma anche l’atmosfera. Assaggiamo e sorridiamo mentre il cameriere osserva soddisfatto, annuendo e indicando i clienti abituali con un gesto che sembra dire: “anche voi siete uno di noi adesso”. Non servono parole per capire che, anche senza una lingua comune, il cibo e la gentilezza creano un ponte tra persone. Ci scambiamo sguardi compiaciuti: un pranzo semplice può diventare un piccolo momento di connessione e di gioia condivisa.

Ristorati dalla zuppa, percorriamo la Rua das Flores, con i suoi palazzi decorati, i murales, e le botteghe interessanti come Claus Porto, un marchio portoghese di lusso fondato nel 1887, noto per la produzione artigianale di saponi, profumi, candele. Acquisto alcune saponette profumate incartate in una fantasia in stile Art Deco ed una candela al profumo di Brezza marina, che ho intenzione di accendere durante le piovose serate autunnali per ricordare questo viaggio.

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Ci dirigiamo verso la Libreria Lello. Avevo prenotato il biglietto da casa, quindi l’ingresso non doveva riservare sorprese. Eppure, arrivati lì, ci attende una lunga coda sotto il sole, con gruppi che avanzano lentamente nonostante l’orario prenotato. La libreria prevede infatti tre categorie di ingresso: chi ha pagato di più ha accesso a file prioritarie, mentre noi dobbiamo pazientare nella fila normale.Una volta entrati, la sensazione non migliora. Troppa gente ammassata, gruppi enormi fatti entrare insieme: la bellezza delle scale neogotiche e delle vetrate colorate si perde nella confusione e nel continuo movimento delle persone. Per di più, c’era una fila interna per scattare una foto sulla celebre scala, così lunga e caotica che io ero talmente nervosa da non fare nemmeno uno scatto.

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La magia promessa sembra soffocata dall’organizzazione pensata più per il profitto che per la possibilità di godersi il luogo. Strano a dirsi, non ho trovato neppure un libro da comprare: tutto sembrava pensato più per foto ricordo che per l’esperienza di lettura o di esplorazione. Alla fine, pur consapevoli della fama della libreria, usciamo delusi. L’idea di un’esperienza intima e affascinante viene completamente annullata, trasformando la visita in un caos da turista.

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Siamo passati accanto alla Chiesa del Carmo famosa per la sua facciata esterna interamente decorata da azulejos per poi dirigerci al Mercado do Bolao, un edificio ordinato, con bancarelle di frutta, verdura, pesce, carne e prodotti tipici portoghesi. Abbiamo preso qualche ricordo gastronomico da portare a casa: una bottiglia di Porto, confezioni di biscotti tipici portoghesi, un po’ di caffè locale Delta.

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Porto ci ha lasciato un’impressione vivida, fatta di contrasti e sfumature. È una città davvero splendida, autentica, con un’anima vintage che si respira in ogni via, tra le facciate decorate di azulejos e le botteghe che sembrano appartenere a un’altra epoca. La sua architettura, così unica e riconoscibile, racconta una storia di bellezza e tradizione: qui gli azulejos non sono semplici decorazioni, ma parte dell’identità visiva e culturale della città, un linguaggio silenzioso che parla a chi sa osservare.

Ma Porto è anche una città affollata, travolta dal turismo. I troppi visitatori, le code e la difficoltà di spostarsi — nessun taxi in porto, la necessità di prendere la metropolitana da Leixões e il tempo che scorre veloce tra una visita e l’altra — ci hanno fatto capire che un giorno solo non basta. Porto meriterebbe lentezza e dedizione, più giorni per lasciarsi attraversare, per perdersi tra i suoi quartieri, per assaporare con calma i suoi sapori e le sue atmosfere. E forse, un giorno, torneremo. Perché ci è piaciuta, con i suoi pregi e le sue imperfezioni, e sentiamo di non averla ancora davvero conosciuta.
 
Capisco la delusione avuta nella libreria, anche io avrei reagito così. Purtroppo ci si crea delle aspettative compatibili con l'interesse ed il peso del luogo stesso ma purtroppo il mondo, lo dico un po' in generale, è sovraffollato di persone, turisti che cercano solo l'attimo di gloria nell' essere in quel luogo solo per una foto da postare sui social. Porto sicuramente, ma non solo questa città, merita interesse maggiore. Un weekend lungo magari mirato può ridarti ciò che non hai potuto cogliere in una visita frettolosa. Esperienza personale di tante toccate in città anche molto turistiche e vedere certe piazze, certi monumenti e certi luoghi in orari poco battuti, trasforma completamente l'aspetto del luogo. I colori, le luci, le atmosfere assumono valenza più profonda. Ecco perché dico sempre : torno sui miei passi....i luoghi anche se li conosci non finisci mai di scoprirli....e scoprirli è tutt' altra cosa.

Meravigliosa città blu!! Potremmo anche chiamarla così :)
 
Porto ci ha lasciato un’impressione vivida, fatta di contrasti e sfumature. È una città davvero splendida, autentica, con un’anima vintage che si respira in ogni via, tra le facciate decorate di azulejos e le botteghe che sembrano appartenere a un’altra epoca. La sua architettura, così unica e riconoscibile, racconta una storia di bellezza e tradizione: qui gli azulejos non sono semplici decorazioni, ma parte dell’identità visiva e culturale della città, un linguaggio silenzioso che parla a chi sa osservare.

Ma Porto è anche una città affollata, travolta dal turismo. I troppi visitatori, le code e la difficoltà di spostarsi — nessun taxi in porto, la necessità di prendere la metropolitana da Leixões e il tempo che scorre veloce tra una visita e l’altra — ci hanno fatto capire che un giorno solo non basta. Porto meriterebbe lentezza e dedizione, più giorni per lasciarsi attraversare, per perdersi tra i suoi quartieri, per assaporare con calma i suoi sapori e le sue atmosfere. E forse, un giorno, torneremo. Perché ci è piaciuta, con i suoi pregi e le sue imperfezioni, e sentiamo di non averla ancora davvero conosciuta.
per la prossima volta vi consigliamo la riva sinistra con tutte le "bodeghe" e tour degustazione del porto. Quando siamo andati noi c'era il bus hop-on hop-off che portava direttamente in città.
 
per la prossima volta vi consigliamo la riva sinistra con tutte le "bodeghe" e tour degustazione del porto. Quando siamo andati noi c'era il bus hop-on hop-off che portava direttamente in città.

Grazie mille per il suggerimento! Di certo abbiamo il desiderio di tornare a Porto, quindi sicuramente seguiremo il vostro consiglio. Quando noi siamo sbarcati alla stazione marittima di Leixoes c’erano moltissimi crocieristi in attesa dei taxi. Abbiamo visto arrivare un bus hop-on hop-off, ma anche se ne fossero arrivati tre non sarebbero bastati per ospitare tutti. Alla fine, comunque, con la metro ci siamo trovati molto bene. Immagino che al ritorno ci siano stati intoppi simili, perché molti crocieristi sono rientrati in nave con ritardi notevoli rispetto all’orario di partenza previsto (più di un'ora!).
 
Capisco la delusione avuta nella libreria, anche io avrei reagito così. Purtroppo ci si crea delle aspettative compatibili con l'interesse ed il peso del luogo stesso ma purtroppo il mondo, lo dico un po' in generale, è sovraffollato di persone, turisti che cercano solo l'attimo di gloria nell' essere in quel luogo solo per una foto da postare sui social. Porto sicuramente, ma non solo questa città, merita interesse maggiore. Un weekend lungo magari mirato può ridarti ciò che non hai potuto cogliere in una visita frettolosa. Esperienza personale di tante toccate in città anche molto turistiche e vedere certe piazze, certi monumenti e certi luoghi in orari poco battuti, trasforma completamente l'aspetto del luogo. I colori, le luci, le atmosfere assumono valenza più profonda. Ecco perché dico sempre : torno sui miei passi....i luoghi anche se li conosci non finisci mai di scoprirli....e scoprirli è tutt' altra cosa.

Meravigliosa città blu!! Potremmo anche chiamarla così :)

Hai ragione: il turismo di massa, la ricerca della foto perfetta, spesso soffocano la possibilità di entrare davvero in sintonia con l’essenza di un posto.
Mi piacerebbe davvero tornare, magari in un weekend più lungo perché, come dici tu, i luoghi non si finiscono mai di scoprire… e ogni ritorno è un nuovo incontro. 💙✨
 
17 settembre – navigazione

“O céu é azul. Mas o azul é profundo como a tristeza e como a esperança.”
“Il cielo è blu. Ma il blu è profondo come la tristezza e come la speranza.”
Fernando Pessoa, Il Libro dell’inquietudine

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Seduta sul ponte, circondata dal blu infinito del mare e dal cielo terso, mi rendo conto di quanto questo colore domini le giornate di crociera. Il cellulare è pieno di foto: onde, orizzonti, riflessi del sole… tutto blu. Giulio, sdraiato su una sdraio con il gelato in mano, commenta: “Mamma, guarda che blu pazzesco! È come se il mare non finisse mai.” Mio marito annuisce, infilando il naso tra le pagine del suo libro, e io sorrido pensando che questo blu sembra mettere in pausa il mondo intero, almeno per noi. Quel blu, così calmo e vasto, sembra davvero contenere un po’ di tutto: la malinconia, la speranza, il senso di libertà… e anche il piacere di stare insieme senza fretta.
Tra un selfie con il vento tra i capelli e una risata per Giulio che quasi fa cadere il gelato, mi sento davvero in vacanza: lenta, rilassata, e capace di assaporare anche i dettagli più piccoli. Qui, circondata dal blu, il tempo sembra davvero nostro, tutto nostro.

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Le giornate di navigazione hanno per me un valore profondo. Non sono semplici “pause” tra una tappa e l’altra, ma spazi sospesi in cui il viaggio trova il suo ritmo interiore. In passato ho fatto crociere senza giornate in mare e ne ho sentito la mancanza: tutto diventa più frenetico, più incalzante, come se non ci fosse mai tempo di fermarsi a respirare. Invece è proprio nel lento scorrere delle onde, nel dondolio regolare della nave, che ritrovo il senso del viaggiare: riflettere, osservare, lasciare sedimentare le emozioni dei giorni precedenti e prepararsi a quelle nuove.
Questa mattina mi sono svegliata molto presto e fuori è ancora buio, ma senza la fretta di una meta. Mi concedo il lusso raro di non avere piani precisi: guardare il mare basta, e riempie tutto. Rivedo nella mente i colori di Lisbona, la luce di Cascais, le ceramiche di Porto… e mi accorgo che solo ora, con il tempo disteso della navigazione, riesco davvero ad assimilarli.

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In famiglia abbiamo una regola: nelle giornate di navigazione ognuno può fare ciò che più desidera. Questi momenti di tempo libero hanno un valore speciale: permettono di rilassarsi, riflettere, godersi la nave e pianificare la prossima tappa.

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Io decido di partecipare ad alcune attività della nave. In programma c’è una lezione di danza/fitness: ammetto che sono decisamente scoordinata, ma dopo tutti i pasteis assaggiati in Portogallo, ne sento davvero il bisogno! Alle 10:30 poi ho intenzione di seguire una conferenza sul porto di Tangeri che mi ricorda quelle seguite durante le crociere con Costa Crociere, negli itinerari lunghi. La possibilità di approfondire la storia e la cultura dei luoghi direttamente dalla nave arricchisce l'esperienza di viaggio. Anche se a causa del mio inglese non perfetto non sono riuscita a cogliere ogni dettaglio, la conferenza mi è comunque sembrata interessante.

La giornata è passata tranquilla e serena, tra qualche attività della nave e momenti di puro relax. Adesso vi mostro alcune foto della nave… solo ora mi accorgo che non ne ho messa neppure una della cabina, del bagno o del balcone! Eravamo in una cabina a centro nave, ponte 9, assegnataci dalla compagnia grazie a un’offerta prenotata più di un anno fa. Mi rendo conto che, talvolta, nel mio essere un po’ prolissa mi dimentico di inserire informazioni essenziali, pratiche e utili. Perciò colgo l’occasione per dire che sono felice di rispondere a qualsiasi domanda su Equinox o altri dettagli pratici della crociera!

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Ci sono due piscine all’aperto e una al chiuso (vietata ai minori di 16 anni) e poi due idromassaggi all’aperto e due al chiuso. I bambini devono essere sempre supervisionati in quelle all’aperto, e ovviamente non sono permessi tuffi. Giulio ricorda la scena di Mamma ho perso l’aereo, quando il protagonista chiede a tutti se hanno nulla in contrario prima di fare un tuffo a bomba leggendario: “Mamma, vorrei fare lo stesso!” mi dice, ma il suo sguardo incontra il mio e capisce che sarebbe una pessima idea.

A disposizione dei bagnanti ci sono teli per prendere il sole: si prendono, si utilizzano e si ripongono nei cestini. Purtroppo anche qui esiste la maleducata abitudine di accaparrarsi i lettini con i teli, ma dopo circa 30 minuti l’addetto passa a rimuovere tutto, effetti personali compresi, che si possono poi ritirare in reception. Un’altra abitudine che trovo maleducata è conversare in piscina con drink in mano: tecnicamente vietato, ma soprattutto molto diffuso tra gli americani, sempre con una bibita o un cocktail. Impossibile trovarne uno senza: sembrano vivere in modalità “sorseggiare sempre e ovunque”!

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Controparte della mia golosità. Dopo giorni di pasteis de nata e assaggi vari ho apprezzato la possibilità di fare un po’ di movimento. Risultato? Pronta a tornare al buffet senza troppi sensi di colpa! Avere questa possibilità anche in vacanza è senza dubbio un plus. La palestra è ampia e organizzata, con ambienti appartati dove si possono fare esercizi a corpo libero e persino un terrazzino a prua della nave all’aperto: se non c’è troppo vento, è davvero bellissimo allenarsi godendosi il mare. Ci sono corsi di gruppo sia a pagamento che gratuiti a partire dalle 7 di mattina.

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Quella sera, dopo cena, durante la passeggiata sul ponte esterno, il vento cambia. È più caldo, più morbido, come se portasse con sé un presagio. Dal balcone della cabina lo sentiamo entrare deciso, e capiamo che siamo ormai vicini alla costa africana.
Il mare è più scuro, ma anche più quieto, e nell’aria si avverte un profumo diverso, un sentore che non so descrivere ma che parla di luoghi lontani.
Poco più tardi, mentre il cielo si tinge di blu profondo, attraversiamo lo Stretto di Gibilterra: una soglia sottile tra due continenti, tra l’oceano e il Mediterraneo.
Resto qualche minuto affacciata a osservare le luci che brillano lontane sulla costa e a pensare che domani ci attende un mondo nuovo, con colori, voci e profumi diversi.
Tangeri ci aspetta, e con lei un’altra pagina da scrivere nel nostro viaggio.

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Mi piace molto la cabina ma anche la nave in sé, molto belli alcuni ambienti..presumo sia la biblioteca quella della prima foto dell' ultimo post.

Attendo la magia di Tangeri!
 
Mi piace molto la cabina ma anche la nave in sé, molto belli alcuni ambienti..presumo sia la biblioteca quella della prima foto dell' ultimo post.

Attendo la magia di Tangeri!
Sì, è proprio la biblioteca! 😄 Era molto frequentata, soprattutto nei giorni di navigazione. I libri erano quasi tutti in inglese, tra gialli, thriller e manuali di self-help, e in effetti sono quelli che ho visto leggere anche a bordo piscina. Per chi non legge in inglese sarebbe stato bello trovare qualche libro fotografico o d’arte da sfogliare. Io ho contribuito lasciando il mio Pessoa! La cabina e gli altri ambienti della nave sono semplici ma curati e piacevoli da vivere.
Tangeri sta arrivando… sto sistemando le fotografie!
 
Ultima modifica:
Piccola rettifica sul diario: rileggendo mi sono accorta di un errore nel racconto della navigazione.
Avevo scritto che abbiamo attraversato lo Stretto di Gibilterra prima di arrivare a Tangeri, ma in realtà è successo dopo lo scalo, durante la tappa successiva.

😅 Perdonatemi, me ne sono accorta solo ora rileggendo…
 
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