L’immagine più sacra e venerata è quella della Nostra Signora di Oliva: installata su un piccolo altare portatile che nel XVIII secolo si era soliti portare in processione. L’altare e l’abito di Maria e del Bambino sono in argento e oro e le corone sono adornate con pietre preziose.
L’attrazione principale è l’organo che contiene 7876 canne e 101 registri, può riprodurre diversi suoni della natura come fruscii di foglie o cinguettii, si dice che possa addirittura riprodurre la voce umana. E’ adornato con angeli che recano trombe e d altri strumenti a fiato che si muovono quando l’organo viene suonato. Ogni giorno vengono eseguiti brevi concerti per i turisti e anche noi abbiamo potuto assistere ad uno di questi.
Uscendo da una porta laterale siamo passati accanto alla chiesa di San Giacomo che però non abbiamo potuto visitare.
Risaliti sull’autobus ci siamo diretti verso il centro di Danzica che in Polacco viene chiamata Gdańsk. Sia Gdansk che Gdynia hanno il nome che inizia per “Gd” che indica “palude”; infatti entrambe le città sono sorte su terreni acquitrinosi e le falde acquifere sono molto superficiali e questo è il motivo per il quale Danzica non ha una metropolitana sotterranea.
La nascita di Danzica viene fatta risalire al X secolo con la costruzione di un castello attorno al quale crebbe la città che venne riconosciuta come tale nel 1224 e battezzata Gdansk. Divenne uno dei principali porti commerciali del Baltico diventando parte della lega anseatica. Nel corso dei secoli visse vicende alterne con periodi di crescita esponenziale e periodi bui come durante la Guerra dei Trent’anni (1618-1648), la grave epidemia di peste bubbonica (1709) o l’assedio da parte delle truppe Napoleoniche nel 1807.
Nel 1871 entrò a far parte dell’impero tedesco ma dopo la sconfitta dei tedeschi nella prima guerra mondiale le potenze alleate, nel Trattato di Versailles del 1919, decisero di creare la Città Libera di Danzica (governata da un commissario nominato dalla Società delle Nazioni) che comprendeva la città, il porto, e un piccolo territorio circostante.
I tedeschi tornarono a rivendicare i loro diritti sulla città libera di Danzica nel 1939 chiedendo alla Polonia di cederla alla Germania. Il rifiuto da parte del governo polacco fu il motivo dell’inizio della seconda guerra mondiale e il 1 settembre 1939 iniziò l’invasione della Polonia proprio dal porto di Danzica. I dissidenti Polacchi e i cittadini ebrei vennero deportati nei campi di concentramento dove ne morirono circa 65000.
La città fu pesantemente bombardata e poi incendiata dalle truppe alleate nel marzo del 1945 e ne risultò praticamente totalmente distrutta.
La ricostruzione ripartì solo negli anni ’50 poiché venne data la precedenza alla ricostruzione di Varsavia. Il centro storico è stato quasi del tutto ricostruito come era in origine. L’unica differenza è che le case, che una volta avevano una profondità di circa 30 metri e al loro interno avevano cortili, sono state ricostruite con una lunghezza inferiore e i cortili sono diventati piccole piazze o giardini.