cirellina
Well-known member
...................ed ora beccatevi questo polpettone sulla nostra ultima crociera!!!! :lol: :lol:
Per le foto ed il video delle fontane ancora qualche giorno di attesa..... :wink:
CROCIERA MILLE E UNA NOTTE - COSTA LUMINOSA
DUBAI- MASQAT- FUJAIRAH - ABU DHABI - BAHRAIN- DUBAI
Comandante Giorgio Moretti
13 / 20 MARZO 2010
SABATO 13 MARZO 2010 - PARTENZA
Ibn Battuta viaggiatore marocchino del 1200, definito da molti come il Marco Polo arabo, poco conosciuto da noi europei, ha percorso degli itinerari da sogno nel periodo medioevale, in una parte del mondo per lo più sconosciuta! Leggendo i suoi racconti straordinari, riportati da un fedele assistente, ho iniziato ad aprire gli occhi su un mondo per me lontano, misterioso e finora poco analizzato.
Una crociera non è certo il modo di essere viaggiatori, bensì semplici turisti, ma la patina scenografica, protettiva, poco autentica regalata attualmente dai transatlantici, non ha impedito di affacciarmi a questo itinerario con desiderio di conoscenza e spirito di scoperta inedito. Con il Socio si è sempre stabilito che la decisione su ogni itinerario di viaggio deve rispettare una rigorosa alternanza politica, e, pur se l’organizzazione pratica di ogni vacanza rimane comunque un mio compito oltre che prerogativa, questo è il “suo” itinerario!
Purtroppo l’ aspettativa del viaggio e l’ardimento della scoperta di una piccola porzione del mondo mediorientale si sono subito scontrati con aspetti tecnico-logistici di non poco conto. La scelta di sottostare ai vettori predisposti dalla Costa, in quanto al momento della prenotazione non vi erano convenienti tariffe aeree a tratta diretta, ha portato subito a qualche conseguenza nefasta!
Partenza da Roma con due ore e quaranta di ritardo, sia per l’arrivo posticipato dell’aeromobile da Verona, sia per lungaggini nell’approvvigionamento del carburante.
In aeroporto avevamo un appuntamento con Aldo e Maria e fra una chiacchiera e l’altra l’attesa è stata impercettibile. Inoltre all’arrivo allo scalo di Fiumicino il Socio si è accorto di aver dimenticato la macchina fotografica a casa nel tentativo (almeno riuscito) di ridurre il peso del bagaglio a mano! Non potendo affidare solo alla mia reflex il reportage fotografico, al primo negozio di elettronica del duty free, guarda caso proprio dotato del nuovo modello della digitale preferita appena uscito, la carta di credito ha iniziato a lavorare !
Per fortuna durante il volo, la comunicazione al Socio dell’upgrade dal balcone alla minisuite, tenuta fino a quel momento nascosta, proprio in previsione di qualche incidente di percorso, oltre alla lettura del manuale fotografico, hanno distratto il medesimo dai sedili scomodi, dalla pseudo-cena insapore e dalla vicina ottuagenaria, che non solo ha tossito per tutto il viaggio, ma ha rovesciato un bicchiere intero di coca cola sui vestiti del malcapitato !
La notte sul Golfo Persico è rischiarata dalle piattaforme petrolifere in funzione, l’approssimarsi delle luci di Dubai e l’arrivo in aeroporto ci fanno scrollare di dosso il ritardo e il disagio del volo.
Atterraggio alle tre ora locale ed arrivo in nave dopo circa 20 minuti di percorso. A Port Rashid c’è anche la Deliziosa ! Le due navi gemelle tutte illuminate sono proprio uno spettacolo! Check-in immediato nel terminal con numerosi banchi, firma della dichiarazione sanitaria per l’influenza, ritiro del passaporto per espletare tutte le formalità dei visti nel corso dei vari scali e finalmente in nave, silenziosa e ovattata vista l’ora!
In cabina troviamo il vassoio di canapè che ci ingolliamo in un sol colpo, poi via al buffet, aperto fino alle cinque, quindi micro giro orientativo sui ponti esterni e finalmente ci trasciniamo in camera!!! Poco dopo arriveranno le valigie, con l’indicazione priority, anche se il necessario era tutto nel bagaglio a mano!
Questa minisuite di poppa non ha la divisione fra salottino “diurno” e parte notturna, come nelle minisuite lungo le fiancate. Risulta appena più grande di una esterna con balcone e lo stesso balcone è più spazioso con sdraio al posto delle sedie. All’ interno ha uno specchio che occupa tutta la parete dietro il letto con il ripiano in granito, così come la scrivania; ha una cassettiera ed una piccola specchiera in più. In bagno il top del lavabo e le modanatura delle pareti sono in granito e non in resina, il distributore di bagnoschiuma in acciaio e qualche asciugamano in più.
DOMENICA 14 MARZO – DUBAI
Appena tre ore di sonno ed alle 8 siamo già in piedi, quattro stecchini agli occhi, una colazione veloce al ristorante, ancora semivuoto e via con Aldo e Maria alla scoperta di Dubai. Non possiamo certo sprecare la mattinata quando Dubai è proprio ad un tiro di schioppo!! Alla nave ci interesseremo al rientro!
Decidiamo di dedicare la visita alla parte del Creek più vicina alla nave. Al terminal di Port Rashid i taxi sono numerosi (sul prezzo finale del tassametro, solo dal porto in città, ci saranno sempre 20 AED di supplemento) . Iniziamo con il Gold Souk, quello vecchio nella zona di Bur Deira. Alcuni negozi all’interno della struttura organizzata quasi a stella, con una facciata in stile arabo e tetto a volta con travature di legno, stanno aprendo e c’è molta tranquillità. Le botteghe per lo più di artigiani indiani ed iraniani, sono aperte al pubblico, senza alcuna misura di sicurezza e l’esposizione è veramente di ogni genere, per manifattura, peso, incisione, anche se, personalmente, molto lontana dai miei gusti.
Dopo un giro nel souk delle spezie , più buio e raccolto, con i vecchi contenitori in legno dove in un tripudio di colori, odori inebrianti e così lontani dai nostri (incenso, cumino, coriandolo, cardamomo e resine), danno quasi alla testa, arriviamo ai moli del creek, la Baniyas Road.
Il Creek è un braccio di mare naturale che estende per 14 chilometri all’interno della città e, quando “Dibei” era solo un villaggio di pescatori offriva sia un riparo naturale per le barche, che un porto franco. Ci sono molti dhow (o dhau) in legno di pescatori e di trasportatori attraccati alla banchina, alcuni con panni stesi di recenti bucati, con tavoli sui piccoli tetti per giocare a carte ed altri addirittura con piccoli arbusti, mentre la merce di ogni tipo è ammucchiata sul molo … una città nella città, con volti e taglio di occhi che tradiscono origini africane, persiane, indiane e chissà di quali altri Paesi. Alcuni dhow sapientemente ristrutturati fanno bella mostra di sé per crociere turistiche e cene sul creek.
Con mezzo dollaro a persona attraversiamo con l’abra, delle chiatte-taxi a fondo piatto usate dai lavoratori, i trecento metri di canale, che ci separano dalla zona di Bur Dubai. Il luccicare dell’acqua sotto il sole già caldo e abbacinante, i vecchi dhow messi un po’ male in arnese, i grattacieli avveniristici in lontananza, gli abra che solcano ininterrottamente il canale carichi di lavoratori o turisti accaldati, le torri del vento e tanti altri piccoli particolari, danno un quadro di vita locale veramente originale!
Dall’altra parte del Creek nel quartiere di Bur Dubai proseguiamo per ammirare meglio qualche torre del vento (badgir), antenata dei nostri condizionatori . Queste torri costruite in arenaria, corallo o gesso hanno quattro pareti aperte che permettevano di canalizzare l’aria verso il basso per raffeddare le stanze dell’edificio. Un veloce passaggio nel Souk dei tessuti, l’esterno della vecchia moschea in ristrutturazione, poi proseguiamo a piedi verso la zona di Al Shindagha , nella larga ansa che porta alla fine del canale verso il mare, con una brezza leggera. Qui si trovano la casa dello Sceicco Saeed Al-Maktoum, ora museo fotografico e la casa dello Sceicco Thani ora sede di mostre, caratterizzata da una bellissima lampada all’ingresso. Verso la fine del creek si trova l’Heritage Village, ma il tempo è tiranno, fermiamo al volo un taxi per strada e rientriamo in porto.
Se ci si fosse dati un appuntamento sicuramente sarebbe stato arduo rispettarlo ed invece al Terminal crocieristico incontriamo Rosalba e Fiorella al rientro dalla crociera inaugurale di Deliziosa in India.
Rientriamo in nave e ci godiamo la partenza e dopo il pranzo al buffet con specialità spagnole, ci rilassiamo sui lettini della piscina di poppa, fino al tramonto, quindi palestra e spettacolo in Teatro con un quartetto di acrobati cinesi , gli Shangai Star.
Prima di cena al Piano Bar Antares, cocktail del Comandante Giorgio Moretti per gli ospiti delle suite e minisuite. Al Ristorante Taurus, in un tavolo da due come richiesto, ritroviamo il 1° Maitre d’Hotel Umberto Iacomino della nostra prima crociera nel 2005 su Victoria. Dopo cena via al Revival Party anni ‘70 al gran bar Elettra balli e allegria e quindi, dopo un calzoncello di mezzanotte, diretti al casinò.
LUNEDì 15 MARZO - MASQAT – OMAN
Un po’ di luce che lasciamo sempre entrare in cabina ci preannuncia un nuovo giorno!
Mi affaccio in balcone e siamo a Masqat. Le montagne arrivano fino al mare, abbiamo di fronte il vecchio Forte portoghese di Mutrah del XIV secolo, l’omonima area mercantile e la bella corniche, che collega la zona commerciale con quella residenziale con una curiosa torre di vedetta a forma di portaincenso. Siamo controsole e le immagini che ci riserva la cabina a poppa sono filtrate da questa luce abbagliante. Dopo la colazione scendiamo a terra e dotati anche di Shore Pass (permesso di visita giornaliero) con la navetta ci dirigiamo fuori dal porto. La Costa proponeva un’ escursione in città di mezza giornata con visita di Moschea, Souk e Museo, due escursioni fuori città ( Nizwa- Jabrin e deserto) ed una ultima che univa Museo e Souk cittadini con le sorgenti di Nakhl.
Masqat era nell’antichità lo snodo del trasporto dell’incenso verso Roma, la Grecia e tutto il Mediterraneo. Vasco de Gama sbarcò a Masqat sulla via per l’India.
L’Oman che si è aperto al mondo occidentale solo quaranta anni fa dopo la deposizione, da parte del figlio Qaboos, del dispotico, anacronistico e medioevale Sultano Taymur, sembra veramente uscito da una favola. Qui non ci sono le faraoniche o avveniristiche architetture degli Emirati e il territorio per lo arido e montagnoso al di fuori del centro cittadino fa la parte del leone. Lungo le strade si trovano però cascate artificiali, fontane con variegate caffettiere, enormi bruciatori di incenso, simbolo del Paese, aiuole di fiori, per lo più petunie e prati curati e verdissimi, attraverso un perfetto sistema di irrigazione, per preservarli da un clima torrido
Nel 1970 su tutto il territorio solo 10 chilometri di strada risultavano asfaltate e l’economia prima del petrolio era solo agricola pastorale e della pesca. Attualmente ci sono più di 5000 chilometri di arterie scorrevoli, la produzione del petrolio è stata ridotta, causando una inevitabile lievitazione dei prezzi, per avere una riserva per gli anni futuri, e si stanno sviluppando investimenti alternativi a quelli del petrolio, ma il paese conserva ancora un fascino veramente magico!
Numerosi tassisti si affollano intorno ai turisti per proporre giri turistici. Con fare deciso prendiamo la direzione del mercato del pesce per contrattare da lì un taxi, invece i due uomini del nostro quartetto, solleticati da qualche frase italiana di uno di loro … decidono una contrattazione in loco e, dopo aver fatto la parte della donna impunita e impertinente (a volte mi riesce piuttosto facile) che gioca al ribasso, concordiamo un giro turistico di una intera giornata (7 ore) per 100 $ in totale. La moneta locale è il Rial Omanita ma noi abbiamo pagato in dollari e nel Souk anche in Euro
Prima tappa cui ci conduce l’intraprendente Alì (senza i 40 ladroni, con cellulare per prenotazioni e con 7 figli da mantenere) é la Moschea distante circa 30 minuti con un traffico cittadino piuttosto sostenuto.
Arriviamo alla Sultan Qaboos Mosque che da lontano svetta con i suoi cinque minareti, uno per ogni momenti di preghiera della giornata, circondata da colonnati. Con Maria indossiamo i nostri maxi foulard per la testa ma, pur avendo studiano ad hoc l’abbigliamento consono, quella impercettibile porzione di polso scoperto qua, quella minima parte di caviglia là, non sembrano consentire l’ingresso se non con un caftano coloratissimo ma adeguato (che a differenza degli Abaya neri con shayla degli Emirati, riprende i modelli in Batik del sud dell’Oman), acquistabile in loco, con tanto di foulard per la testa, ugualmente colorato. Accettiamo di buon grado e con il sorriso l’acquisto strategico che ci servirà anche altrove, potendo così utilizzare sempre il nostro e non quello già indossato da chissà quante persone, e poi avvalersene come abito per “i ragazzi” nel corso della festa araba in nave .
L’arco di ingresso si apre su un bel giardino terrazzato con fontane e ci prospetta questa fantastica architettura con ricche decorazioni e marmi. Tutta la struttura ha una superficie di 400.000 metri quadrati e la sala principale, con un lampadario di Swarovski del peso di 8 tonnellate, può ospitare fino a 6500 persone . Siamo fortunati, perché arrivando quasi all’orario di chiusura non abbiamo più intorno tutti i partecipanti alle escursioni guidate e ci possiamo godere il complesso in tranquillità, lasciare le nostre scarpe negli appositi contenitori tutti in legno e fare numerose foto senza intrusi intorno!
All’uscita il caldo si fa sentire e data l’ora decidiamo di rinfrescarci per qualche ora all’Oman Dive Center, dove fino allo scorso anno erano previste escursione della Costa. Ripercorriamo la strada che ci riporta a Masqat passando nella zona di Medinat Qaboos, lungo una strada alberata curatissima e con aiuole perfette, dove sono concentrate quasi tutte le Ambasciate, con facciata anteriore o lato istituzionale sulla strada principale e facciata posteriore o lato informale fronte spiggia e mare ….. e pensiamo a quanto possano lavorare duramente i nostri rappresentati all’estero !!!
Attraversiamo la zona della big valley (Al Wadi al Kabir) e raggiungiamo il Resort. L’ingresso e di circa tre euro a persona e la struttura piuttosto minimalista ma con una ampia spiaggia, boungalows per soggiorni, ristorante e dive center è inserita in una insenatura fra le rocce calcaree che arrivano direttamente in acqua. C’è poca gente e tanta tranquillità ; a disposizione lettini, tettorie per il sole docce e spogliatoi puliti e comodi . L’acqua è calda e per arrivare a nuotare senza più toccare il fondo bisogna percorrere più di cento metri in acqua o camminare sul molo dove è attraccata la barca che conduce ad escursioni di snorkeling e sub. Vediamo stelle marine e grossi granchi e ci rilassiamo al sole.
Alle 15.30 il fido Alì è già sul piede di guerra che scalpita per le altre cose da farci visitare ed un po’ a malincuore riprendiamo la strada che ci conduce dapprima al Al Bustan e poi a Masqat. Il villaggio di Al Boustan è la zona dove sorge il meraviglioso Al Boustan Palace, albergo che ospita, tra l’altro, il vertice del Gulf Cooperation Council . Tutti i materiali sono stati importati dall’estero, dalla pietra del Rajastan a 800 tonnellate di marmo da Italia, Francia e Grecia . All’interno di questo capriccio moresco ottagonale, più una moschea che la hall di un albergo, ampio uso di moiaci, vetrate e lampadari di cristallo. Nei pressi del Villaggio fa bella mostra di sé la nave Sohar ricostruita secondo i modelli dei Down e che ha ripercorso dall’Oman il vecchio itinerario della via della seta fino in Cina.
A Masqat colpisce il palazzo del Sultano – Al Alam Palace – incastonato fra le due fortezze di Mirani e Jalali con altri edifici di rappresentanza intorno, la cui costruzione ha sacrificato gran parte della vecchia architettura del souk e delle case costruite con i depositi corallini. Il piazzale di marmo che conduce all’imponente cancello in ferro nero decorato con lo stemma dell’Oman, è così lucido che sembra bagnato, l’attenzione maniacale nei giardini a piante e fiori è quasi esagerata! La facciata colpisce per i pilastri che si aprono verso l’alto, in uno stile neoegizio, caratterizzati dal colore blu, l’oro ed il bianco.
C’è poco traffico nella parte vecchia della città ma risuona tutto intorno il richiamo alla preghiera - adhan - non più affidato alla possente voce del muezzin ma fatto ascoltare tramite altoparlanti ! Passando accanto alla grande moschea cittadina ammiriamo le porte della città, l’esterno dell’ Oman French Museum e scendiamo verso la zona commerciale attraverso la bella corniche, con sculture di animali marini in pietra, giochi d’acqua e piccoli gazebo in stile arabeggiante. Il lungomare di fronte al Souk è caratterizzato per begli edifici che ricordano la dominazione portoghese e l’influenza indiana. Alì ci accompagna anche all’interno del souk, considerato il più bello del Paese, ordinato e con una infinità di mercanzie, molte di dubbio gusto. Acquistiamo un piccolo portaincenso di argilla decorato insieme ai granelli ricavati dalla corteccia della Boswellia carteri, tipica della zona di Salalah nel Dhofar . E’ proprio sul commercio dell’incenso che l’Oman ha fondato la sua ricchezza. Continuiamo il tour con Alì, acquistiamo portacandele e pashmine e per vicoli interno del souk, dopo aver ammirato molti Khanjar, i tradizionali pugnali ricurcvi, raggiungiamo nuovamente il lungomare.
Dispiace lasciare questo scalo che nel bilancio finale della crociera rimane veramente il più bello! Salutiamo Alì che ci lascia tutti i suoi riferimenti per un eventuale ritorno in città in chissà quale altro viaggio!
In porto prima di riprendere la navetta mi colpisce un messaggio in francese attaccato al muro. Balza agli occhi per un “TROP TARD” scritto a caratteri cubitali… si riferiva ad un marinaio o a qualcuno che aveva perso una nave su cui era imbarcato o aveva stabilito un passaggio…….. la nave sarebbe ripassata da lì a qualche giorno, ma che pena per il povero ritardatario!!
Sarebbe stato bello poter trascorrere un’altra giornata in Oman, magari più a sud o nell’enclave di Musandam proprio sullo stretto do Hormuz, visto che questa zona, denominata la Norvegia di Arabia è famosa per i suoi fiordi da esplorare con barche a motore o con i tipici dhau
Al rientro in nave troviamo tovagliolini umidi e altra frutta fresca in cabina. Un cambio veloce, qualche ultima foto dal balcone e poi palestra. La Palestra è organizzata diversamente rispetto a quella delle navi Atlantica e Mediterranea su tre livelli, in quanto un ampio spazio è stato riservato alla zona Samsara. Tutte le macchine ed attrezzi sono su un solo piano a prua, con altre due salette per yoga, pilates, spinning e percorso Kynesis. Tra le 18 e le 19 , anche per lo spazio più esiguo, c’è molta affluenza, poi la situazione si tranquillizza. Nello spogliatoio è presente solo la sauna e non il bagno turco, dislocato invece nella Samsara.
Cena informale , ultimi minuti dello spettacolo, qualche giro al Casinò, ma la giornata intensa ed il sole si fanno sentire e stavolta la cabina ci rivede appena passata la mezzanotte.
MARTEDì 16 MARZO – FUJAIRAH – EMIRATI ARABI
Questa mattina la vista dal balcone non è bella come a Masqat! Mentre facciamo colazione le navi in banchina imbarcano provviste ed equipaggi per chissà quali porti nel mondo.
Fujairah è il regno dello sceicco Hamad al Sharqi, che non possiede petrolio,ma ha ricche entrate provenienti dall’industria agraria e dalla posizione strategica del suo porto come passaggio sicuro per tutto l’import-export in caso di rischio lungo il passaggio nello stretto di Hormuz .
Delle previste tre escursioni per questa tappa, “panoramica e tradizioni di Fujairah”, “spiaggia” ed “escursione in fuoristrada nel deserto”, noi abbiamo scelto l’ultima.
Con una carovana di una ventina di jeep ognuna da sei posti , dopo un percorso piatto e polveroso iniziamo a salire all’interno dei Monti Masafi . Si scorge ogni tanto qualche piccolo abitato, casette basse con portoni faraonici ed in mezzo al nulla un campo di calcio con illuminazione notturna, visto che solo la notte rende la temperatura accettabile per giocare! Passiamo da zone di evidente e spettacolare laterizzazione del terreno ad altre in cui terrazzamenti artificiali consentono qualche tipo di coltivazione.
Questo percorso desertico e aspro sarebbe stato anche piacevole se non vi fossero in corso lavori di sbancamento con mezzi cingolati e ruspe per rendere lo stesso più agevole e meno accidentato. Una breve sosta lungo questo percorso, un'altra in un accampamento di cammelli e poi finalmente quella più attesa all’imboccatura delle bellissime dune rosse per sgonfiare le gomme.
Il caldo si fa veramente sentire, la sabbia è rovente il sole abbagliante … siamo proprio nel deserto!! E’ differente da quello che ho visto nel percorso tra Assuan ed Abu Simbel in Egitto, qui le dune sono molto più alte e la sabbia è rossastra e non posso non prenderne un “campione” .
Iniziamo il nostro “safari” fra le dune. La scioltezza nella guida da parte del nostro autista è stata inversamente proporzionale alla sua favella! In tutto il percorso non sono previste guide , ma semplici informazioni in inglese; il ragazzo non ha mai aperto bocca , in compenso le derapate e le scivolate sono state tutte in assoluta sicurezza ed allegria con “ole” generali anche nel vedere le performance delle altre macchine! Sosta al Camel Rock , la roccia a forma di testa di un cammello ed altro “derapage tour” per arrivare alla zona deputata alla sosta per il pranzo. Ci viene fornito un basket lunch (tramezzini, involtini di verdure nella pasta fillo, cotoletta milanese, insalata di pomodori, cetrioli e feta, frutta, succo di mango ed acqua), da consumare sotto le tende seduti sui cuscinoni. A nostro avviso le tre tende non sono sufficienti per contenere tutte le persone e non potendo rimanere sotto la canicola, noi ci siamo addossati all’esterno per avere un po’ di ombra visto che la maggior parte delle persone appene scese dalle Jeep, si erano lanciate, gambe in spalla, ad occupare “ i meglio posti” .
La ricerca del posto più sicuro ed appartato per il “plin plin” necessario, ha comportato scenette da candid camera … soprattutto da parte di alcuni giapponesi che si sono attrezzati con maxi foulard per costruire una tenda all’uopo o gruppi di famiglie che facevano da barriera umana ai loro congiunti! Io avevo vicino un pericoloso ed incombente rovo, con il Socio che non la smetteva di farmi ridere a rischio di tornare in jeep trasformata in un istrice …. ma con le punte dentro la carne! In questi casi come è più fortunata l’altra metà del cielo!!
Per il rientro verso Fujairah abbiamo percorso un’autostrada panoramica, anche qui piante e fiori a non finire così come nel percorso cittadino della Corniche che ci ha riportato al molo. Lungo la strada numerosi cartelli che segnalano la presenza di cammelli ed altre segnalazioni, a ridosso di incroci e rotatorie, che ricordano di moderare la velocità , in ragione del fatto che, come ci aveva anche raccontato l’autista Alì a Masqat, sono in forte aumento incidenti provocati da stranieri con tassi alcolici molto elevati.
Il giudizio dell’escursione è sufficiente, ma il percorso iniziale fra ruspe e macchinari ci ha impedito di godere appieno del paesaggio ed ha tolto ogni poesia al pur impervio ma affascinante tragitto, senza contare che due ore all’andata sono veramente tante se paragonate al poco tempo impiegato per inerpicarci sulle dune . In previsione della durata dei lavori sarebbe stato più utile percorrere la strada veloce sia all’andata che al rientro e dedicare più tempo al deserto.
Al rientro in nave sul molo è ancora presente un piccolo mercatino e non avendo almeno per la giornata potuto dare il meglio di me, contratto per una collana che avrà il suo peso nel bagaglio di rientro!
Un po’ di sole ancora alto sul ponte di poppa alla partenza della nave, quindi palestra e cena, stasera di gala. Il Menu prevede: come antipasto Carpaccio di pesce spada, Vitello al sale o Fagottino di Spinaci, come primo Crema di cavolfiore, Ravioli bianchi e neri di pesce con salsa ai crostacei e Risotto ai funghi, come secondo Filetto di salmone alla griglia, Filetto di manzo alla Rossini, Scaloppa di vitello con asparagi e fonduta di formaggio, Fritto misto di verdure , Insalata Mista e Formaggi .
Prima del Variety Show di canzoni ed acrobazie, un po’ di musica al Piano Bar Antares, quindi Frutta flambè per Mezzanotte ed un sostegno morale al Socio nelle sue partite al Casinò.
MERCOLEDì 17 MARZO – ABU DHABI - EMIRATI
Questa mattina la colazione arriva prima del previsto e ne approfittiamo per goderci la scia ed i delfini durante l’avvicinamento al Porto di Abu Dhabi. Il sole è già caldo e la temperatura massima è prevista anche oltre i 35 gradi.
Abu Dhabi capitale nonché città più ricca ed importante degli sette Emirati che fanno parte dell’ Unione, venne fondata nel 1761 come villaggio e sede della famiglia regnante Al- Nahyan. Cadde in disgrazia a seguito della crisi del mercato delle perle negli anni trenta del secolo scorso e nel tentativo di salvare la situazione economica vennero fatte alcune concessioni petrolifere che ne cambiarono radicalmente il destino. Si è aperta al turismo solo di recente e rispetto a Dubai conserva un aspetto più tradizionale pur con alcuni progetti avveniristici già in cantiere e con le futuristiche costruzioni in previsione di Abu Dhabi 2018 che ne faranno una capitale internazionale.
L’area cittadina è costruita su un‘isola di sabbia a forma di T collegata alla terraferma da due ponti a più piani e dal mare balza agli occhi il suo skyline in continua evoluzione.
In previsione per gli ospiti varie escursioni organizzate, due sole comprendevano l’ingresso alla Moschea, una di queste unita al pranzo all’Emirates Palace ad un costo veramente insensato. Prendiamo con Maria ed Aldo la prima navetta che parte direttamente dal molo e che ci porta al Marina Mall, punto panoramico, per poi proseguire la scoperta della città per conto nostro.
Il tragitto della navetta fino al Marina Mall (con partenza dalle 9.30) segue tutta la Corniche di Abu Dhabi da un capo all’altro della città ed è una bellissima passeggiata di sei chilometri con più corsie, fiancheggiata da un rigoglioso palmeto, da numerosi padiglioni coperti e giardini pubblici, con molte persone che fanno footing o si dirigono in spiaggia. Di fronte al centro commerciale contrattiamo con un tassista il percorso fino alla moschea ed il rientro fino all’Emirates Palace, (un’ora e ¾ per 80$).
La moschea Sheikh Zayed Bin Sultan Al Nahyan balza agli occhi lungo il percorso dal centro città, per la sua maestosità e costituisce il riferimento religioso più impressionante di Abu Dhabi, uno dei tesori architettonici contemporanei degli Emirati ed una delle più belle moschee del mondo. Iniziata proprio dallo sceicco cui è dedicata, ritenuto il padre degli Emirati Uniti. La concezione architettonica sulla base dello stile marocchino si è poi integrata con molti elementi e materiali provenienti da molte Regioni del mondo ( Italia, Germania, Marocco, India, Turchia, Iran Cina e Grecia) costituiti da marmo, pietra, oro, pietre semi preziose cristallo e ceramica.
La moschea comprende 82 cupole, 1192 colonne sia esterne che interne e quattro minareti alti 107 metri collocati ai quattro lati. La cupola principale è considerata dal Centro Turco per la cultura islamica la più grande del suo genere. Nella sala di preghiera principale ci sono 96 colonne che insieme a quelle esterne sono ricoperte da più di 20.000 placche di marmo realizzate a mano ed incastonate di pietre semipreziose come lapislazzoli , agata rossa, ametista e madreperla. Il marmo bianco italiano incastonato di motivi floreali orna le sale di preghiera e la corte principale di 17.000 metri quadrati; le mura interne della moschea sono ricoperte da mosaici dorati a 24 carati. La sala di preghiera principale ospita il più grande tappeto persiano del mondo, tessuto a mano di più di 7.000 metri quadrati. Vi sono inoltre sette lampadari placcati in oro a 24 carati provenienti dalla Germania ornati da migliaia di cristalli Swarovski. Il più importante, che pende dal soffitto della sala principale della preghiera, è considerato il più grande del mondo e misura 10 metri di diametro e 15 metri di altezza per un peso fra le 8 e le 9 tonnellate.
Il muro della Qibla, rivolta alla Mecca, ha una decorazione sobria per non distrarre i fedeli durante la preghiera ed le 99 qualità di Allah sono scritte in calligrafia Kufi e sono sottilmente illuminate di nero grazie a delle fibre ottiche; un mosaico in oro orna la mehrab, la nicchia al centro del muro della Qibla . La moschea può accogliere fino a 41.000 fedeli fra le varie sale e la corte centrale. All’esterno della struttura dei piccoli stagni artificiali circondano armoniosamente il tutto. Neanche la grande quantità di visitatori ha scalfito la meraviglia, lo stupore, l’incanto e l’ ammirazione per questo prodigio architettonico. Andare via è quasi una sofferenza!
Il taxi ci accompagna all’ingresso dell’ Emirates Palace. La mole dell’edificio è impressionante, la struttura di proprietà del governo di Abu Dhabi è gestito da una importante catena alberghiera e costruito in soli tre anni. L’esterno del palazzo ha i colori delle varie gradazioni della sabbia ed è circondato da giardini e fontane. L’atrio interno è ricoperto di oro e la cupola è decorata con mosaici argentati e dorati, ovunque enormi lampadari di cristallo (sono 1000 di cristallo Strauss, il migliore prodotto da Swarovski), bruciatori che diffondono nell’aria intensi aromi e palme pietrificate.
Facciamo un giro per le collezioni di arte antica catalogate in vetrate per origine geografica e periodi storici, per le moderne boutique, per le terrazze che danno sul mare con una bella e lunga spiaggia attrezzata di sabbia bianchissima , poi ci dirigiamo, cavalcando in un minuto, secoli di storia umana, alla mostra allestita sui progetti per la Abu Dhabi del futuro!
Le avveniristiche costruzioni rientrano nell’ambizioso progetto di trasformare la Saadiyat Island di 25 chilometri quadrati , all’estremità opposto della zona dell’Emirates, ad est della città, nel nuovo centro residenziale, culturale, di spettacolo e divertimento a livello mondiale . Verranno realizzati entro il 2018 il nuovo Guggenheim Museum di Frank Gehry, proteso sul mare con coni di cemento altri fino a 80 metri, una sezione del Louvre di Jean Nouvel con una cupola che lascia filtrare la luce, il nuovo Centro per le arti di Zaha Hadid, come una sorta di astronave poggiata sulla sabbia ed il Museo marittimo di Tadao Ando.
Al termine della mostra ci accomodiamo in uno dei bar della zona lounge e ci gustiamo il Capuccino Palace con “pagliuzze d’oro”, servito con pasticcini e datteri.
Destabilizzati da cotanta opulenza araba, usciamo dal palazzo ed a fianco delle 5 torri in costruzione della Etihad, ormai alle battute finali, riprendiamo il nostro giro e a piedi in circa 25 minuti raggiungiamo l’Heritage Village con una bella panoramica sui grattacieli cittadini. Il villaggio è uno spaccato di vita quotidiana prima della scoperta del petrolio, piuttosto scontato e artefatto ma arieggiato e piacevole da passeggiare. Acquisto tre caftani nelle botteghe fatte con le foglie di palma dove le “madame” locali dirigono commesse del sud-est asiatico e, fiancheggiando il Marine Sport Club, rientriamo verso il Marina Mall. Lungo la strada tutta dritta alcuni ragazzi “tirano” i motori delle loro roboanti e stratosferiche macchine davanti a ragazze che ridono allegramente, altri fanno le gare con le moto d’acqua a chi alza più acqua in derapata…. tutto il mondo è paese!
Il Marina Mall che divide la sua area anche con un punto IKEA è molto arioso. Al centro c’è un ascensore che porta ad un punto di osservazione della città . Riprendiamo la navetta e rientriamo in nave per una merenda veloce a poppa godendoci la partenza. Oggi niente palestra ma un rilassante idromassaggio dopo il lungo tour pedestre in città!
Non c’è tempo per lo spettacolo e andiamo direttamente a cena dove molti commensali sono già pronti nei loro abiti per la festa araba.
Sul ponte piscina addobbato con grandi pouf e cuscini, lanterne ed altri elementi arabeggianti inizia la festa con l’esibizione delle ballerine in una moderna danza del ventre e conseguente mascella pendula di numerosi ultrasenior presenti in loco che, con o senza i dishdasha tipici si dimenavano cercando attenzione o almeno uno sguardo dalle donzelle.
Il Socio ed Aldo indossano elegantemente i tessuti batik tutti fiorati acquistati a Masqat e la mia nuova collana acquistata al mercatino improvvisato sul molo di Fujairah fa la sua “ ultradecorosa figura” insieme a tutto l’armamentario portato da Roma. Ci lanciamo nei balli di gruppo ed a seguire la dimostrazione delle sculture di ghiaccio ed il buffet arabo, con cous-cous, dolci, gelati, frutta ed altro .
GIOVEDì 18 MARZO – BAHRAIN
All’inizio della crociera la nostra intenzione era di riservare con la Costa la sola escursione nel deserto poi , visto che la sosta nel piccolo regno non offriva altro che Circuito di F1 in Hummer, altra sorta di heritage village artefatto, allevamento di cammelli e che da soli ci saremmo orientati per un tour nell’ ennesimo Souk , abbiamo opzionato un full day beach, che non compariva fra le escursioni su internet.
L’isola è un’ora indietro rispetto all’orario convenzionale degli Emirati ed Oman, ma per non creare problemi non è stato effettuato alcun cambio di orario.
Probabilmente collegata all’Arabia almeno fino al 6000 a.c. la piccola isola subì l’influenza ellenica dal 300 a.c. per 600 anni denominandosi Tylos. In seguito la maggior parte degli abitanti si convertì all’Islam. Venne conquistata dai Portoghesi nel 1500, per divenire nell’ottocento un protettorato Britannico - che le permetteva la protezione dagli attacchi dei turchi ottomani, in cambio del libero accesso al Golfo, miglioramenti nel campo della sanità, dell’istruzione e delle infrastrutture - fino alla definitiva indipendenza nel 1971. Dal 2001 anno in cui le donne hanno votato per la prima volta, si è ristabilito un regime costituzionale sunnita nello stato e l’emirato è stato trasformato in Regno.
Nel terminal deserto riceviamo gli shore pass giornalieri e su un unico pullman ci dirigiamo verso il centro città piuttosto distante dalla zona portuale. Il traffico nella periferia è infernale, le costruzioni sono fatiscenti e la bella sagoma del World Trade Centre sembra un miraggio in tutto questa confusione e sudiciume. Veniamo fuori dalla zona dei lavori per allargare il tratto stradale che conduce verso l’Arabia Saudita . che è collegata all’Isola con un lungo ponte - e passando accanto alla zona commerciale e di stoccaggio del petrolio giungiamo al resort.
Le ire funeste di un crocierista, dopo un inutile tentativo di pacificazione da parte della sua più equilibrata figlioletta, fanno da stereo a tutto il pullman. Lamenta la schifezza del luogo di costruzione del resort, accanto ad impianti di raffinazione e vicino ad un porticciolo turistico, trovando impossibile per la sua salute immergersi nella laguna ed usare la piscina in quanto allergico al cloro…
Il Port Lecturer quel giorno nostro assistente si è subito offerto di condurlo nuovamente in nave con un taxi! Troppo facile! Con la scusa che lo faceva per la bambina è rimasto tutto il giorno, continuando a paventare il “vado o non vado”, mettendo più volte il piedino in piscina per “testare” il livello di cloro, esprimendo il suo disappunto con espressioni del tipo “l’avevo detto io”, lamentandosi con tutti nel mentre mostrava il finto muscolo, mangiando appartato, facendo boccacce e trovando finalmente al rientro un'altra piattola come lui con il quale sfogarsi e raccontare ogni sorta di sventura occorsagli nelle precedenti crociere!! La Sindrome di Stoccolma è una patologia seria che può essere curata con opportune psicoterapie e non con le crociere, a scapito di coloro che si trovano costretti, loro malgrado a sopportare questi “patetici figurini ammalati”!!
A dire il vero la struttura frequentata anche da locali, è al momento una cattedrale nel deserto…. ma d’altronde nel Bahrain solo il deserto hanno!! Si tratta della tipologia classica dei resort, con ponticelli che collegano i vari specchi d’acqua, bar a livello piscina cui poter prendere un drink immersi in acqua, bei lettini, anche matrimoniali con morbidi pouf, zona per i giochi d’acqua dei bambini, zona spiaggia riparata dalle acque del Golfo cui inevitabilmente arrivano anche alghe , ma questo è un dato di fatto, conosciuto a noi del forum!! All’ora di pranzo ci è stato servito un buffet molto appetitoso con le focacce tipiche fatte al momento, composto da specialità locali, molto buone ed internazionali, piuttosto insipide . Nel complesso è stata una giornata piacevole proprio tenuto conto che al momento l’isola, a meno che non si è appassionati di circuiti di Formula 1 non offre altro!
Al rientro in nave decidiamo di goderci la zona Samsara, acquistando il pass giornaliero.
Iniziamo il nostro percorso con il laconium , zona secca a 60 gradi, per poi passare al bagno turco a 45 gradi, quindi doccia aromatica, tepidarium (circa 37 gradi) , sauna, doccia integrazione di liquidi, di nuovo tepidarium, bagno turco, sala del te ed infine talassoterapia . Si sta così bene che ci dimentichiamo del cocktail Costa Club e stavolta non avremo la “foto santino” del Comandante Moretti.
Stasera cena di gala dell’arrivederci con menù che prevede: per antipasto Capesante gratinate, Saloppa di fois gras e Coppa di frutta fresca al limoncello; per primo Crema di broccoli, Ravioli al sugo di carne, Risotto con gamberetti pomodorini e bietole; per secondo Gri gliata mista di pesce, Filetto di manzo in camicia al pepe verde, Anatra all’arancia , Strudel di riso e verdure in sfoglia croccante.
Dopo cena spettacolo dell’equipaggio ed a seguire il Buffet Magnifico al Ristorante, prevalentemente a base di dolci - secchi, al cucchiaio, torte e pasticcini anche senza zucchero- e frutta.
VENERDì 19 MARZO – DUBAI
L’arrivo a Dubai è previsto per l’ora di pranzo, quindi facciamo colazione in balcone con tranquillità poi dedichiamo la mattinata a rafforzare la tintarella presa in questi giorni. Il numero di lettini e le aree per il sole sono molteplici e se non si vuole stare nella zona della piscina centrale dedicata alle attività di bordo o nella piscina di poppa, basta salire nei ponti superiori e trovare l’area appartata più gradita!
Nell’avvicinamento a Dubai un cargo, di traverso sulla nostra rotta, pretende la precedenza con un continuo strombazzare della sirena, salvo poi essere costretto a rallentare, facendo il giro su se stesso per far passare il nostro transatlantico!
Quando molti crocieristi che partecipano alle escursioni lasciano libera la piscina di poppa pranziamo ai tavoli esterni e con calma scendiamo al Terminal, dove con Aldo e Maria prendiamo la navetta gratuita per il Dubai Mall.
Il tragitto percorre la Sheikh Zayed Road; questa strada, la principale arteria di Dubai a dodici, corre parallelamente al mare a circa un chilometro nell’entroterra e conduce fino ad Abu Dhabi. Lungo il percorso corre affiancata la Metro in questa zona totalmente a cielo aperto. Svettanti grattacieli (Emirates Towers, il W.T.C. , Financial Centre, e tanti altri ancora) ci aprono il sipario sul Burj Dubai il grattacielo che svetta in maniera impressionante su tutti gli altri e sull’enorme centro commerciale con più di 1200 negozi su tre piani costruito alla sua base.
Ci dotiamo di necessaria piantina di orientamento e via con il passatempo preferito di chi viene a Dubai lo “shopenterteinment” ! . Il realtà le grandi marche, anche quelle cult, della Fashion Avenue, sono tutte presenti a Roma, con prezzi che non mi sembrano molto differenti. La vera diversità sta nella location, enormi spazi espositivi, vetrine e locali smisurati, lampadari, cupole e soluzioni architettoniche variegate nelle zone comuni e nelle piazze interne, danno proprio il senso dell’opulenza del luogo. Una parte del Mall è interamente dedicata ai prodotti locali “Gold SouK” con architetture arabe che riproducono fedelmente quelle originali .
Purtroppo con grande delusione ci confermano che non è possibile salire sul grattacielo, denominato ora Burj Khalifa in onore all’emiro di Abu Dhabi che ha “gentilmente appianato i conti economici” . Pochi fortunati, nei primi giorni di apertura hanno potuto godere del panorama mozzafiato, prima che problemi elettrici e la gestione dei venti si rivelassero un serio ostacolo, evidentemente ancora non del tutto superato!
Ci consoliamo con lo spettacolo di suoni e luci offerto dal Waterfront alla base del complesso. L’ampia zona intorno al grande specchio d’acqua è piena di gente, è venerdì quindi un giorno di festa! Siamo attorniati da famiglie di pakistani, indiani, filippini, turisti europei come noi, moltissimi orientali, americani, russi , nonché molte famiglie arabe e “nationals, donne con il Niqab, l’ Abaya a volte il Burqa
In questo meltin pot di lingue, volti, abiti, usi, tradizioni, sotto il sole ormai tiepido del tramonto, che getta colori caldi e fiammanti ai cristalli dei grattacieli, il gioco delle fontane inizia nella sua sfavillante bellezza.
Il graffio al cuore nella sua più toccante e disarmante espressività l’ho avuto nel momento in cui è partita la musica di Bocelli “ Con te partirò”. Mi risulta difficile spiegare il ventaglio di pensieri e sensazioni nella mia testa, come se centinaia di persone provenienti da innumerevoli parti del mondo fossero lì per ammirare il frutto di tanta ingegneria umana e proprio quella canzone, italiana, fosse la sola cornice possibile a tutto lo spettacolo!!
Dalle mani dell’uomo passiamo allo spettacolo della natura! Ci immergiamo nel Dubai Aquarium con una varietà sorprendente di pesci, circa 33.000 e 400 squali! Alcuni di questi si posano sul fondo che per noi è il soffitto del tunnel trasparente di 48 metri ed è impressionante vederli da questo punto di vista! Passiamo poi alla sezione dedicata allo zoo sottomarino con vasche dove altri rappresentanti acquatici marini mai visti prima ci offrono uno spaccato della fauna veramente affascinante!
Passiamo poi alla zona dedicata al food dove cucine di tutto il mondo offrono le loro specialità. Davanti ad un centrifugato di frutta maxi, osserviamo il via via di questa folla variegata! I negozi sono aperti fino a tardi, facciamo qualche acquisto ed in taxi rientriamo in nave dopo mezzanotte ripercorrendo la Sheikh Road con i grattacieli tutti illuminati.
Prendiamo una pizza e un insalata e prima di dormire cerchiamo di compattare le valigie! Sul letto troviamo l’ultimo Today con l’arrivederci…. ah la tristezza inizia a pervadere le nostre menti, ma abbiamo ancora l’intera giornata di sabato!
SABATO 20 MARZO - DUBAI
Questa mattina facciamo colazione al ristorante, organizziamo il bagaglio a mano per il cambio d’abito della sera, ritiriamo i passaporti pieni di timbri e ripartiamo in taxi, stavolta in direzione del Medinat Jumeirah.
Questo stravagante complesso turistico, comprende alberghi ristoranti, caffetterie e un souq, tutti costruiti rispettando lo stile tradizionale con torri del vento, cortili, terrazze ed archi nei vari colori della sabbia.. Ci dedichiamo al tradizionale bazar arabo interno molto tranquillo, dove tra un acquisto ed un altro mi faccio dipingere un motivo floreale con l’hennè sulla mano e sul polso; usciamo poi verso l’arena costruita intorno ad una laguna, con bellissime vedute della Vela. Gironzoliamo in questa piccola Venezia araba poi prendiamo la strada del Burj al Arab.
All’ingresso controllano la prenotazione e percorrendo il breve viale con a destra e sinistra la spiaggia bianchissima con l’acqua cristallina, proprio nel momento in cui un elicottero si alza in volo dall’eliporto in cima all’Hotel, entriamo in siffatto Tempio dello sfarzo!
Colpisce subito la struttura ricurva che riprende le vele degli antichi dhow, rivolta verso il mare in fibra di vetro rivestita di teflon. Nella hall il bancone della reception è a forma di conchiglia ricoperta d’oro e fra i due acquari, accanto alle scale mobili che conducono alla parte soprelevata della hall , una fontana a motivi geometrici ed alla base un lungo divano per ammirarne i vari e divertenti giochi d’acqua . Dalla base della fontana puntando al soffitto, si ha subito il colpo d’occhio prospettico delle colonne e dei colori usati nello sviluppo dei vari piani. La visuale completa si ha in cima alla scala mobile dove un’altra piccola fontana fa da spartiacque fra la zona buffet, la zona pubblica e il corridoio che conduce ai piani superiori.
Sarà la grande presenza di luce, l’uso dei colori – oro, bianco, verde e blu – le file di piani che svettano verso l’alto, sicuramente è molto particolare come architettura ma non può essere considerato kitch, vista la location in un luogo geografico dove, il concetto di naturale ed incontaminato non esistono più!!
Prendiamo con emozione l’ascensore panoramico trasparente che in velocità ci porta all’ingresso dello Skyview Bar e del Ristorante “al Muntaha”. Ci accomodiamo in un tavolo da due accanto alle vetrate e con le note romantiche di una pianista iniziamo la nostra esperienza culinaria e visuale! Prendiamo un cocktail analcolico, due bicchieri di vino, un bianco spagnolo ed un rosso sudafricano, un antipasto un secondo ed un dessert, caffè con una varietà di dolcetti al cioccolato e ci godiamo il bel panorama! Da una parte The Palm Jumeirah con l’hotel Atlantis sullo sfondo, dall’altra tutta la spiaggia di Jumeirah, The world, fino al Sailing Club.e oltre
Torniamo in tempo in nave per lasciare le valigie in corridoio, depositare il bagaglio a mano fino alla partenza e ripartiamo in taxi in direzione del Mall of Emirates, reso famoso per la pista da sci; ora con appena trecento negozi,sembra il fratello povero del Dubai Mall !
Assistiamo a qualche capitombolo sulla pista da sci, acquistiamo musica araba moderna in previsione di una festa araba estiva in terrazza, spendiamo gli ultimi Dirham e rientriamo in nave quando molti crocieristi stanno già avviandosi verso l’aereoporto… ed altri stanno arrivando.
In questo momento la nave è in pieno fermento, gente che vaga con i bagagli a mano, nuovi arrivati che sono ancora più spaesati e si riconoscono perché sono bianchi cadaverici, personale di bordo che corre in ogni direzione… ce ne andiamo a teatro dove è stato organizzato uno spettacolo di Folklore Arabo con danza del ventre, e ceniamo alle 21.00 in modo da essere pronti allo sbarco per le 23,00. Il nostro gruppo è il penultimo a lasciare la nave. Il nostro pullman arriva per ultimo in aeroporto perché non si trova una crocierista, che si scoprirà essere salita su un altro veicolo e già in aereoporto da tempo! Quasi sicuri di non sforare con il bagaglio da stiva (il verdetto al check-in stabilisce 39,800 chili) ed in previsione del peso anche del bagaglio a mano, ci mettiamo addosso tutto il possibile, salvo arrivare al banco accettazione e non doverlo pesare!...
Chi tardi arriva male alloggia e ci rifilano i posti in coda vicino al bagno, i cui sedili non si reclinano affatto! Il Duty free di Dubai è irresistibile ed anche lì.. qualche altra piccola cosa viene torna in Italia con noi, tanto ormai non abbiamo più problemi di peso!
Ultima bella pensata da parte dei servizi a terra è stato far salire sull’aereomobile tutti senza controllare i posti sull’aereo, si crea un groviglio di corpi, bagagli , bambini, borse che ritarda la partenza di mezz’ora ed esaspera un po’ tutti…..
Nonostante i sedili scomodi io non mi accorgo neanche del decollo, già dormo e mi sveglio mezz’ora prima dell’arrivo; il Socio poveretto non ha chiuso occhio, tanto per cambiare!
Recuperiamo i bagagli, facciamo colazione con Aldo e Maria che devono ancora attendere la coincidenza per la loro destinazione e rientriamo a casa!
Esperienza indubbiamente positiva, come è positiva ogni vacanza, complice in più il gradito upgrade ( il terzo su sei crociere) . Avremmo prolungato di qualche giorno la crociera, anche per goderci la nave che, più sobria delle penultime elucubrazioni mentali del Farcus, è molto comoda e spaziosa. Delle due escursioni fatte, quella del deserto ha le sue pecche nel tragitto, ma è stata condotta comunque bene. Il resort nel Bahrein è un oasi nel totale deserto ma l’ospitalità e la cortesia del personale sono stati molto piacevoli.
Il giorno della partenza da Roma abbiamo trovato nella posta il nuovo catalogo, sul quale sfogare lo stress al rientro in ufficio !
La meta del prossimo viaggio dovrà essere una mia scelta e vorrei non fosse così poco autentica e comoda, la mia natura selvaggia sta cominciando a scalpitare, ma chissà ... il destino dove ci porterà!
Intanto abiti, musica e cucina della piccola porzione di medioriente che abbiamo visitato, li trasmetteremo ai nostri amici nella festa araba che organizzeremo sul terrazzo per accogliere l'estate, ricordando questa bella settimana nei Paesi da cui sembra essere nata la storia di Sherazade!
Per le foto ed il video delle fontane ancora qualche giorno di attesa..... :wink:
CROCIERA MILLE E UNA NOTTE - COSTA LUMINOSA
DUBAI- MASQAT- FUJAIRAH - ABU DHABI - BAHRAIN- DUBAI
Comandante Giorgio Moretti
13 / 20 MARZO 2010
SABATO 13 MARZO 2010 - PARTENZA
Ibn Battuta viaggiatore marocchino del 1200, definito da molti come il Marco Polo arabo, poco conosciuto da noi europei, ha percorso degli itinerari da sogno nel periodo medioevale, in una parte del mondo per lo più sconosciuta! Leggendo i suoi racconti straordinari, riportati da un fedele assistente, ho iniziato ad aprire gli occhi su un mondo per me lontano, misterioso e finora poco analizzato.
Una crociera non è certo il modo di essere viaggiatori, bensì semplici turisti, ma la patina scenografica, protettiva, poco autentica regalata attualmente dai transatlantici, non ha impedito di affacciarmi a questo itinerario con desiderio di conoscenza e spirito di scoperta inedito. Con il Socio si è sempre stabilito che la decisione su ogni itinerario di viaggio deve rispettare una rigorosa alternanza politica, e, pur se l’organizzazione pratica di ogni vacanza rimane comunque un mio compito oltre che prerogativa, questo è il “suo” itinerario!
Purtroppo l’ aspettativa del viaggio e l’ardimento della scoperta di una piccola porzione del mondo mediorientale si sono subito scontrati con aspetti tecnico-logistici di non poco conto. La scelta di sottostare ai vettori predisposti dalla Costa, in quanto al momento della prenotazione non vi erano convenienti tariffe aeree a tratta diretta, ha portato subito a qualche conseguenza nefasta!
Partenza da Roma con due ore e quaranta di ritardo, sia per l’arrivo posticipato dell’aeromobile da Verona, sia per lungaggini nell’approvvigionamento del carburante.
In aeroporto avevamo un appuntamento con Aldo e Maria e fra una chiacchiera e l’altra l’attesa è stata impercettibile. Inoltre all’arrivo allo scalo di Fiumicino il Socio si è accorto di aver dimenticato la macchina fotografica a casa nel tentativo (almeno riuscito) di ridurre il peso del bagaglio a mano! Non potendo affidare solo alla mia reflex il reportage fotografico, al primo negozio di elettronica del duty free, guarda caso proprio dotato del nuovo modello della digitale preferita appena uscito, la carta di credito ha iniziato a lavorare !
Per fortuna durante il volo, la comunicazione al Socio dell’upgrade dal balcone alla minisuite, tenuta fino a quel momento nascosta, proprio in previsione di qualche incidente di percorso, oltre alla lettura del manuale fotografico, hanno distratto il medesimo dai sedili scomodi, dalla pseudo-cena insapore e dalla vicina ottuagenaria, che non solo ha tossito per tutto il viaggio, ma ha rovesciato un bicchiere intero di coca cola sui vestiti del malcapitato !
La notte sul Golfo Persico è rischiarata dalle piattaforme petrolifere in funzione, l’approssimarsi delle luci di Dubai e l’arrivo in aeroporto ci fanno scrollare di dosso il ritardo e il disagio del volo.
Atterraggio alle tre ora locale ed arrivo in nave dopo circa 20 minuti di percorso. A Port Rashid c’è anche la Deliziosa ! Le due navi gemelle tutte illuminate sono proprio uno spettacolo! Check-in immediato nel terminal con numerosi banchi, firma della dichiarazione sanitaria per l’influenza, ritiro del passaporto per espletare tutte le formalità dei visti nel corso dei vari scali e finalmente in nave, silenziosa e ovattata vista l’ora!
In cabina troviamo il vassoio di canapè che ci ingolliamo in un sol colpo, poi via al buffet, aperto fino alle cinque, quindi micro giro orientativo sui ponti esterni e finalmente ci trasciniamo in camera!!! Poco dopo arriveranno le valigie, con l’indicazione priority, anche se il necessario era tutto nel bagaglio a mano!
Questa minisuite di poppa non ha la divisione fra salottino “diurno” e parte notturna, come nelle minisuite lungo le fiancate. Risulta appena più grande di una esterna con balcone e lo stesso balcone è più spazioso con sdraio al posto delle sedie. All’ interno ha uno specchio che occupa tutta la parete dietro il letto con il ripiano in granito, così come la scrivania; ha una cassettiera ed una piccola specchiera in più. In bagno il top del lavabo e le modanatura delle pareti sono in granito e non in resina, il distributore di bagnoschiuma in acciaio e qualche asciugamano in più.
DOMENICA 14 MARZO – DUBAI
Appena tre ore di sonno ed alle 8 siamo già in piedi, quattro stecchini agli occhi, una colazione veloce al ristorante, ancora semivuoto e via con Aldo e Maria alla scoperta di Dubai. Non possiamo certo sprecare la mattinata quando Dubai è proprio ad un tiro di schioppo!! Alla nave ci interesseremo al rientro!
Decidiamo di dedicare la visita alla parte del Creek più vicina alla nave. Al terminal di Port Rashid i taxi sono numerosi (sul prezzo finale del tassametro, solo dal porto in città, ci saranno sempre 20 AED di supplemento) . Iniziamo con il Gold Souk, quello vecchio nella zona di Bur Deira. Alcuni negozi all’interno della struttura organizzata quasi a stella, con una facciata in stile arabo e tetto a volta con travature di legno, stanno aprendo e c’è molta tranquillità. Le botteghe per lo più di artigiani indiani ed iraniani, sono aperte al pubblico, senza alcuna misura di sicurezza e l’esposizione è veramente di ogni genere, per manifattura, peso, incisione, anche se, personalmente, molto lontana dai miei gusti.
Dopo un giro nel souk delle spezie , più buio e raccolto, con i vecchi contenitori in legno dove in un tripudio di colori, odori inebrianti e così lontani dai nostri (incenso, cumino, coriandolo, cardamomo e resine), danno quasi alla testa, arriviamo ai moli del creek, la Baniyas Road.
Il Creek è un braccio di mare naturale che estende per 14 chilometri all’interno della città e, quando “Dibei” era solo un villaggio di pescatori offriva sia un riparo naturale per le barche, che un porto franco. Ci sono molti dhow (o dhau) in legno di pescatori e di trasportatori attraccati alla banchina, alcuni con panni stesi di recenti bucati, con tavoli sui piccoli tetti per giocare a carte ed altri addirittura con piccoli arbusti, mentre la merce di ogni tipo è ammucchiata sul molo … una città nella città, con volti e taglio di occhi che tradiscono origini africane, persiane, indiane e chissà di quali altri Paesi. Alcuni dhow sapientemente ristrutturati fanno bella mostra di sé per crociere turistiche e cene sul creek.
Con mezzo dollaro a persona attraversiamo con l’abra, delle chiatte-taxi a fondo piatto usate dai lavoratori, i trecento metri di canale, che ci separano dalla zona di Bur Dubai. Il luccicare dell’acqua sotto il sole già caldo e abbacinante, i vecchi dhow messi un po’ male in arnese, i grattacieli avveniristici in lontananza, gli abra che solcano ininterrottamente il canale carichi di lavoratori o turisti accaldati, le torri del vento e tanti altri piccoli particolari, danno un quadro di vita locale veramente originale!
Dall’altra parte del Creek nel quartiere di Bur Dubai proseguiamo per ammirare meglio qualche torre del vento (badgir), antenata dei nostri condizionatori . Queste torri costruite in arenaria, corallo o gesso hanno quattro pareti aperte che permettevano di canalizzare l’aria verso il basso per raffeddare le stanze dell’edificio. Un veloce passaggio nel Souk dei tessuti, l’esterno della vecchia moschea in ristrutturazione, poi proseguiamo a piedi verso la zona di Al Shindagha , nella larga ansa che porta alla fine del canale verso il mare, con una brezza leggera. Qui si trovano la casa dello Sceicco Saeed Al-Maktoum, ora museo fotografico e la casa dello Sceicco Thani ora sede di mostre, caratterizzata da una bellissima lampada all’ingresso. Verso la fine del creek si trova l’Heritage Village, ma il tempo è tiranno, fermiamo al volo un taxi per strada e rientriamo in porto.
Se ci si fosse dati un appuntamento sicuramente sarebbe stato arduo rispettarlo ed invece al Terminal crocieristico incontriamo Rosalba e Fiorella al rientro dalla crociera inaugurale di Deliziosa in India.
Rientriamo in nave e ci godiamo la partenza e dopo il pranzo al buffet con specialità spagnole, ci rilassiamo sui lettini della piscina di poppa, fino al tramonto, quindi palestra e spettacolo in Teatro con un quartetto di acrobati cinesi , gli Shangai Star.
Prima di cena al Piano Bar Antares, cocktail del Comandante Giorgio Moretti per gli ospiti delle suite e minisuite. Al Ristorante Taurus, in un tavolo da due come richiesto, ritroviamo il 1° Maitre d’Hotel Umberto Iacomino della nostra prima crociera nel 2005 su Victoria. Dopo cena via al Revival Party anni ‘70 al gran bar Elettra balli e allegria e quindi, dopo un calzoncello di mezzanotte, diretti al casinò.
LUNEDì 15 MARZO - MASQAT – OMAN
Un po’ di luce che lasciamo sempre entrare in cabina ci preannuncia un nuovo giorno!
Mi affaccio in balcone e siamo a Masqat. Le montagne arrivano fino al mare, abbiamo di fronte il vecchio Forte portoghese di Mutrah del XIV secolo, l’omonima area mercantile e la bella corniche, che collega la zona commerciale con quella residenziale con una curiosa torre di vedetta a forma di portaincenso. Siamo controsole e le immagini che ci riserva la cabina a poppa sono filtrate da questa luce abbagliante. Dopo la colazione scendiamo a terra e dotati anche di Shore Pass (permesso di visita giornaliero) con la navetta ci dirigiamo fuori dal porto. La Costa proponeva un’ escursione in città di mezza giornata con visita di Moschea, Souk e Museo, due escursioni fuori città ( Nizwa- Jabrin e deserto) ed una ultima che univa Museo e Souk cittadini con le sorgenti di Nakhl.
Masqat era nell’antichità lo snodo del trasporto dell’incenso verso Roma, la Grecia e tutto il Mediterraneo. Vasco de Gama sbarcò a Masqat sulla via per l’India.
L’Oman che si è aperto al mondo occidentale solo quaranta anni fa dopo la deposizione, da parte del figlio Qaboos, del dispotico, anacronistico e medioevale Sultano Taymur, sembra veramente uscito da una favola. Qui non ci sono le faraoniche o avveniristiche architetture degli Emirati e il territorio per lo arido e montagnoso al di fuori del centro cittadino fa la parte del leone. Lungo le strade si trovano però cascate artificiali, fontane con variegate caffettiere, enormi bruciatori di incenso, simbolo del Paese, aiuole di fiori, per lo più petunie e prati curati e verdissimi, attraverso un perfetto sistema di irrigazione, per preservarli da un clima torrido
Nel 1970 su tutto il territorio solo 10 chilometri di strada risultavano asfaltate e l’economia prima del petrolio era solo agricola pastorale e della pesca. Attualmente ci sono più di 5000 chilometri di arterie scorrevoli, la produzione del petrolio è stata ridotta, causando una inevitabile lievitazione dei prezzi, per avere una riserva per gli anni futuri, e si stanno sviluppando investimenti alternativi a quelli del petrolio, ma il paese conserva ancora un fascino veramente magico!
Numerosi tassisti si affollano intorno ai turisti per proporre giri turistici. Con fare deciso prendiamo la direzione del mercato del pesce per contrattare da lì un taxi, invece i due uomini del nostro quartetto, solleticati da qualche frase italiana di uno di loro … decidono una contrattazione in loco e, dopo aver fatto la parte della donna impunita e impertinente (a volte mi riesce piuttosto facile) che gioca al ribasso, concordiamo un giro turistico di una intera giornata (7 ore) per 100 $ in totale. La moneta locale è il Rial Omanita ma noi abbiamo pagato in dollari e nel Souk anche in Euro
Prima tappa cui ci conduce l’intraprendente Alì (senza i 40 ladroni, con cellulare per prenotazioni e con 7 figli da mantenere) é la Moschea distante circa 30 minuti con un traffico cittadino piuttosto sostenuto.
Arriviamo alla Sultan Qaboos Mosque che da lontano svetta con i suoi cinque minareti, uno per ogni momenti di preghiera della giornata, circondata da colonnati. Con Maria indossiamo i nostri maxi foulard per la testa ma, pur avendo studiano ad hoc l’abbigliamento consono, quella impercettibile porzione di polso scoperto qua, quella minima parte di caviglia là, non sembrano consentire l’ingresso se non con un caftano coloratissimo ma adeguato (che a differenza degli Abaya neri con shayla degli Emirati, riprende i modelli in Batik del sud dell’Oman), acquistabile in loco, con tanto di foulard per la testa, ugualmente colorato. Accettiamo di buon grado e con il sorriso l’acquisto strategico che ci servirà anche altrove, potendo così utilizzare sempre il nostro e non quello già indossato da chissà quante persone, e poi avvalersene come abito per “i ragazzi” nel corso della festa araba in nave .
L’arco di ingresso si apre su un bel giardino terrazzato con fontane e ci prospetta questa fantastica architettura con ricche decorazioni e marmi. Tutta la struttura ha una superficie di 400.000 metri quadrati e la sala principale, con un lampadario di Swarovski del peso di 8 tonnellate, può ospitare fino a 6500 persone . Siamo fortunati, perché arrivando quasi all’orario di chiusura non abbiamo più intorno tutti i partecipanti alle escursioni guidate e ci possiamo godere il complesso in tranquillità, lasciare le nostre scarpe negli appositi contenitori tutti in legno e fare numerose foto senza intrusi intorno!
All’uscita il caldo si fa sentire e data l’ora decidiamo di rinfrescarci per qualche ora all’Oman Dive Center, dove fino allo scorso anno erano previste escursione della Costa. Ripercorriamo la strada che ci riporta a Masqat passando nella zona di Medinat Qaboos, lungo una strada alberata curatissima e con aiuole perfette, dove sono concentrate quasi tutte le Ambasciate, con facciata anteriore o lato istituzionale sulla strada principale e facciata posteriore o lato informale fronte spiggia e mare ….. e pensiamo a quanto possano lavorare duramente i nostri rappresentati all’estero !!!
Attraversiamo la zona della big valley (Al Wadi al Kabir) e raggiungiamo il Resort. L’ingresso e di circa tre euro a persona e la struttura piuttosto minimalista ma con una ampia spiaggia, boungalows per soggiorni, ristorante e dive center è inserita in una insenatura fra le rocce calcaree che arrivano direttamente in acqua. C’è poca gente e tanta tranquillità ; a disposizione lettini, tettorie per il sole docce e spogliatoi puliti e comodi . L’acqua è calda e per arrivare a nuotare senza più toccare il fondo bisogna percorrere più di cento metri in acqua o camminare sul molo dove è attraccata la barca che conduce ad escursioni di snorkeling e sub. Vediamo stelle marine e grossi granchi e ci rilassiamo al sole.
Alle 15.30 il fido Alì è già sul piede di guerra che scalpita per le altre cose da farci visitare ed un po’ a malincuore riprendiamo la strada che ci conduce dapprima al Al Bustan e poi a Masqat. Il villaggio di Al Boustan è la zona dove sorge il meraviglioso Al Boustan Palace, albergo che ospita, tra l’altro, il vertice del Gulf Cooperation Council . Tutti i materiali sono stati importati dall’estero, dalla pietra del Rajastan a 800 tonnellate di marmo da Italia, Francia e Grecia . All’interno di questo capriccio moresco ottagonale, più una moschea che la hall di un albergo, ampio uso di moiaci, vetrate e lampadari di cristallo. Nei pressi del Villaggio fa bella mostra di sé la nave Sohar ricostruita secondo i modelli dei Down e che ha ripercorso dall’Oman il vecchio itinerario della via della seta fino in Cina.
A Masqat colpisce il palazzo del Sultano – Al Alam Palace – incastonato fra le due fortezze di Mirani e Jalali con altri edifici di rappresentanza intorno, la cui costruzione ha sacrificato gran parte della vecchia architettura del souk e delle case costruite con i depositi corallini. Il piazzale di marmo che conduce all’imponente cancello in ferro nero decorato con lo stemma dell’Oman, è così lucido che sembra bagnato, l’attenzione maniacale nei giardini a piante e fiori è quasi esagerata! La facciata colpisce per i pilastri che si aprono verso l’alto, in uno stile neoegizio, caratterizzati dal colore blu, l’oro ed il bianco.
C’è poco traffico nella parte vecchia della città ma risuona tutto intorno il richiamo alla preghiera - adhan - non più affidato alla possente voce del muezzin ma fatto ascoltare tramite altoparlanti ! Passando accanto alla grande moschea cittadina ammiriamo le porte della città, l’esterno dell’ Oman French Museum e scendiamo verso la zona commerciale attraverso la bella corniche, con sculture di animali marini in pietra, giochi d’acqua e piccoli gazebo in stile arabeggiante. Il lungomare di fronte al Souk è caratterizzato per begli edifici che ricordano la dominazione portoghese e l’influenza indiana. Alì ci accompagna anche all’interno del souk, considerato il più bello del Paese, ordinato e con una infinità di mercanzie, molte di dubbio gusto. Acquistiamo un piccolo portaincenso di argilla decorato insieme ai granelli ricavati dalla corteccia della Boswellia carteri, tipica della zona di Salalah nel Dhofar . E’ proprio sul commercio dell’incenso che l’Oman ha fondato la sua ricchezza. Continuiamo il tour con Alì, acquistiamo portacandele e pashmine e per vicoli interno del souk, dopo aver ammirato molti Khanjar, i tradizionali pugnali ricurcvi, raggiungiamo nuovamente il lungomare.
Dispiace lasciare questo scalo che nel bilancio finale della crociera rimane veramente il più bello! Salutiamo Alì che ci lascia tutti i suoi riferimenti per un eventuale ritorno in città in chissà quale altro viaggio!
In porto prima di riprendere la navetta mi colpisce un messaggio in francese attaccato al muro. Balza agli occhi per un “TROP TARD” scritto a caratteri cubitali… si riferiva ad un marinaio o a qualcuno che aveva perso una nave su cui era imbarcato o aveva stabilito un passaggio…….. la nave sarebbe ripassata da lì a qualche giorno, ma che pena per il povero ritardatario!!
Sarebbe stato bello poter trascorrere un’altra giornata in Oman, magari più a sud o nell’enclave di Musandam proprio sullo stretto do Hormuz, visto che questa zona, denominata la Norvegia di Arabia è famosa per i suoi fiordi da esplorare con barche a motore o con i tipici dhau
Al rientro in nave troviamo tovagliolini umidi e altra frutta fresca in cabina. Un cambio veloce, qualche ultima foto dal balcone e poi palestra. La Palestra è organizzata diversamente rispetto a quella delle navi Atlantica e Mediterranea su tre livelli, in quanto un ampio spazio è stato riservato alla zona Samsara. Tutte le macchine ed attrezzi sono su un solo piano a prua, con altre due salette per yoga, pilates, spinning e percorso Kynesis. Tra le 18 e le 19 , anche per lo spazio più esiguo, c’è molta affluenza, poi la situazione si tranquillizza. Nello spogliatoio è presente solo la sauna e non il bagno turco, dislocato invece nella Samsara.
Cena informale , ultimi minuti dello spettacolo, qualche giro al Casinò, ma la giornata intensa ed il sole si fanno sentire e stavolta la cabina ci rivede appena passata la mezzanotte.
MARTEDì 16 MARZO – FUJAIRAH – EMIRATI ARABI
Questa mattina la vista dal balcone non è bella come a Masqat! Mentre facciamo colazione le navi in banchina imbarcano provviste ed equipaggi per chissà quali porti nel mondo.
Fujairah è il regno dello sceicco Hamad al Sharqi, che non possiede petrolio,ma ha ricche entrate provenienti dall’industria agraria e dalla posizione strategica del suo porto come passaggio sicuro per tutto l’import-export in caso di rischio lungo il passaggio nello stretto di Hormuz .
Delle previste tre escursioni per questa tappa, “panoramica e tradizioni di Fujairah”, “spiaggia” ed “escursione in fuoristrada nel deserto”, noi abbiamo scelto l’ultima.
Con una carovana di una ventina di jeep ognuna da sei posti , dopo un percorso piatto e polveroso iniziamo a salire all’interno dei Monti Masafi . Si scorge ogni tanto qualche piccolo abitato, casette basse con portoni faraonici ed in mezzo al nulla un campo di calcio con illuminazione notturna, visto che solo la notte rende la temperatura accettabile per giocare! Passiamo da zone di evidente e spettacolare laterizzazione del terreno ad altre in cui terrazzamenti artificiali consentono qualche tipo di coltivazione.
Questo percorso desertico e aspro sarebbe stato anche piacevole se non vi fossero in corso lavori di sbancamento con mezzi cingolati e ruspe per rendere lo stesso più agevole e meno accidentato. Una breve sosta lungo questo percorso, un'altra in un accampamento di cammelli e poi finalmente quella più attesa all’imboccatura delle bellissime dune rosse per sgonfiare le gomme.
Il caldo si fa veramente sentire, la sabbia è rovente il sole abbagliante … siamo proprio nel deserto!! E’ differente da quello che ho visto nel percorso tra Assuan ed Abu Simbel in Egitto, qui le dune sono molto più alte e la sabbia è rossastra e non posso non prenderne un “campione” .
Iniziamo il nostro “safari” fra le dune. La scioltezza nella guida da parte del nostro autista è stata inversamente proporzionale alla sua favella! In tutto il percorso non sono previste guide , ma semplici informazioni in inglese; il ragazzo non ha mai aperto bocca , in compenso le derapate e le scivolate sono state tutte in assoluta sicurezza ed allegria con “ole” generali anche nel vedere le performance delle altre macchine! Sosta al Camel Rock , la roccia a forma di testa di un cammello ed altro “derapage tour” per arrivare alla zona deputata alla sosta per il pranzo. Ci viene fornito un basket lunch (tramezzini, involtini di verdure nella pasta fillo, cotoletta milanese, insalata di pomodori, cetrioli e feta, frutta, succo di mango ed acqua), da consumare sotto le tende seduti sui cuscinoni. A nostro avviso le tre tende non sono sufficienti per contenere tutte le persone e non potendo rimanere sotto la canicola, noi ci siamo addossati all’esterno per avere un po’ di ombra visto che la maggior parte delle persone appene scese dalle Jeep, si erano lanciate, gambe in spalla, ad occupare “ i meglio posti” .
La ricerca del posto più sicuro ed appartato per il “plin plin” necessario, ha comportato scenette da candid camera … soprattutto da parte di alcuni giapponesi che si sono attrezzati con maxi foulard per costruire una tenda all’uopo o gruppi di famiglie che facevano da barriera umana ai loro congiunti! Io avevo vicino un pericoloso ed incombente rovo, con il Socio che non la smetteva di farmi ridere a rischio di tornare in jeep trasformata in un istrice …. ma con le punte dentro la carne! In questi casi come è più fortunata l’altra metà del cielo!!
Per il rientro verso Fujairah abbiamo percorso un’autostrada panoramica, anche qui piante e fiori a non finire così come nel percorso cittadino della Corniche che ci ha riportato al molo. Lungo la strada numerosi cartelli che segnalano la presenza di cammelli ed altre segnalazioni, a ridosso di incroci e rotatorie, che ricordano di moderare la velocità , in ragione del fatto che, come ci aveva anche raccontato l’autista Alì a Masqat, sono in forte aumento incidenti provocati da stranieri con tassi alcolici molto elevati.
Il giudizio dell’escursione è sufficiente, ma il percorso iniziale fra ruspe e macchinari ci ha impedito di godere appieno del paesaggio ed ha tolto ogni poesia al pur impervio ma affascinante tragitto, senza contare che due ore all’andata sono veramente tante se paragonate al poco tempo impiegato per inerpicarci sulle dune . In previsione della durata dei lavori sarebbe stato più utile percorrere la strada veloce sia all’andata che al rientro e dedicare più tempo al deserto.
Al rientro in nave sul molo è ancora presente un piccolo mercatino e non avendo almeno per la giornata potuto dare il meglio di me, contratto per una collana che avrà il suo peso nel bagaglio di rientro!
Un po’ di sole ancora alto sul ponte di poppa alla partenza della nave, quindi palestra e cena, stasera di gala. Il Menu prevede: come antipasto Carpaccio di pesce spada, Vitello al sale o Fagottino di Spinaci, come primo Crema di cavolfiore, Ravioli bianchi e neri di pesce con salsa ai crostacei e Risotto ai funghi, come secondo Filetto di salmone alla griglia, Filetto di manzo alla Rossini, Scaloppa di vitello con asparagi e fonduta di formaggio, Fritto misto di verdure , Insalata Mista e Formaggi .
Prima del Variety Show di canzoni ed acrobazie, un po’ di musica al Piano Bar Antares, quindi Frutta flambè per Mezzanotte ed un sostegno morale al Socio nelle sue partite al Casinò.
MERCOLEDì 17 MARZO – ABU DHABI - EMIRATI
Questa mattina la colazione arriva prima del previsto e ne approfittiamo per goderci la scia ed i delfini durante l’avvicinamento al Porto di Abu Dhabi. Il sole è già caldo e la temperatura massima è prevista anche oltre i 35 gradi.
Abu Dhabi capitale nonché città più ricca ed importante degli sette Emirati che fanno parte dell’ Unione, venne fondata nel 1761 come villaggio e sede della famiglia regnante Al- Nahyan. Cadde in disgrazia a seguito della crisi del mercato delle perle negli anni trenta del secolo scorso e nel tentativo di salvare la situazione economica vennero fatte alcune concessioni petrolifere che ne cambiarono radicalmente il destino. Si è aperta al turismo solo di recente e rispetto a Dubai conserva un aspetto più tradizionale pur con alcuni progetti avveniristici già in cantiere e con le futuristiche costruzioni in previsione di Abu Dhabi 2018 che ne faranno una capitale internazionale.
L’area cittadina è costruita su un‘isola di sabbia a forma di T collegata alla terraferma da due ponti a più piani e dal mare balza agli occhi il suo skyline in continua evoluzione.
In previsione per gli ospiti varie escursioni organizzate, due sole comprendevano l’ingresso alla Moschea, una di queste unita al pranzo all’Emirates Palace ad un costo veramente insensato. Prendiamo con Maria ed Aldo la prima navetta che parte direttamente dal molo e che ci porta al Marina Mall, punto panoramico, per poi proseguire la scoperta della città per conto nostro.
Il tragitto della navetta fino al Marina Mall (con partenza dalle 9.30) segue tutta la Corniche di Abu Dhabi da un capo all’altro della città ed è una bellissima passeggiata di sei chilometri con più corsie, fiancheggiata da un rigoglioso palmeto, da numerosi padiglioni coperti e giardini pubblici, con molte persone che fanno footing o si dirigono in spiaggia. Di fronte al centro commerciale contrattiamo con un tassista il percorso fino alla moschea ed il rientro fino all’Emirates Palace, (un’ora e ¾ per 80$).
La moschea Sheikh Zayed Bin Sultan Al Nahyan balza agli occhi lungo il percorso dal centro città, per la sua maestosità e costituisce il riferimento religioso più impressionante di Abu Dhabi, uno dei tesori architettonici contemporanei degli Emirati ed una delle più belle moschee del mondo. Iniziata proprio dallo sceicco cui è dedicata, ritenuto il padre degli Emirati Uniti. La concezione architettonica sulla base dello stile marocchino si è poi integrata con molti elementi e materiali provenienti da molte Regioni del mondo ( Italia, Germania, Marocco, India, Turchia, Iran Cina e Grecia) costituiti da marmo, pietra, oro, pietre semi preziose cristallo e ceramica.
La moschea comprende 82 cupole, 1192 colonne sia esterne che interne e quattro minareti alti 107 metri collocati ai quattro lati. La cupola principale è considerata dal Centro Turco per la cultura islamica la più grande del suo genere. Nella sala di preghiera principale ci sono 96 colonne che insieme a quelle esterne sono ricoperte da più di 20.000 placche di marmo realizzate a mano ed incastonate di pietre semipreziose come lapislazzoli , agata rossa, ametista e madreperla. Il marmo bianco italiano incastonato di motivi floreali orna le sale di preghiera e la corte principale di 17.000 metri quadrati; le mura interne della moschea sono ricoperte da mosaici dorati a 24 carati. La sala di preghiera principale ospita il più grande tappeto persiano del mondo, tessuto a mano di più di 7.000 metri quadrati. Vi sono inoltre sette lampadari placcati in oro a 24 carati provenienti dalla Germania ornati da migliaia di cristalli Swarovski. Il più importante, che pende dal soffitto della sala principale della preghiera, è considerato il più grande del mondo e misura 10 metri di diametro e 15 metri di altezza per un peso fra le 8 e le 9 tonnellate.
Il muro della Qibla, rivolta alla Mecca, ha una decorazione sobria per non distrarre i fedeli durante la preghiera ed le 99 qualità di Allah sono scritte in calligrafia Kufi e sono sottilmente illuminate di nero grazie a delle fibre ottiche; un mosaico in oro orna la mehrab, la nicchia al centro del muro della Qibla . La moschea può accogliere fino a 41.000 fedeli fra le varie sale e la corte centrale. All’esterno della struttura dei piccoli stagni artificiali circondano armoniosamente il tutto. Neanche la grande quantità di visitatori ha scalfito la meraviglia, lo stupore, l’incanto e l’ ammirazione per questo prodigio architettonico. Andare via è quasi una sofferenza!
Il taxi ci accompagna all’ingresso dell’ Emirates Palace. La mole dell’edificio è impressionante, la struttura di proprietà del governo di Abu Dhabi è gestito da una importante catena alberghiera e costruito in soli tre anni. L’esterno del palazzo ha i colori delle varie gradazioni della sabbia ed è circondato da giardini e fontane. L’atrio interno è ricoperto di oro e la cupola è decorata con mosaici argentati e dorati, ovunque enormi lampadari di cristallo (sono 1000 di cristallo Strauss, il migliore prodotto da Swarovski), bruciatori che diffondono nell’aria intensi aromi e palme pietrificate.
Facciamo un giro per le collezioni di arte antica catalogate in vetrate per origine geografica e periodi storici, per le moderne boutique, per le terrazze che danno sul mare con una bella e lunga spiaggia attrezzata di sabbia bianchissima , poi ci dirigiamo, cavalcando in un minuto, secoli di storia umana, alla mostra allestita sui progetti per la Abu Dhabi del futuro!
Le avveniristiche costruzioni rientrano nell’ambizioso progetto di trasformare la Saadiyat Island di 25 chilometri quadrati , all’estremità opposto della zona dell’Emirates, ad est della città, nel nuovo centro residenziale, culturale, di spettacolo e divertimento a livello mondiale . Verranno realizzati entro il 2018 il nuovo Guggenheim Museum di Frank Gehry, proteso sul mare con coni di cemento altri fino a 80 metri, una sezione del Louvre di Jean Nouvel con una cupola che lascia filtrare la luce, il nuovo Centro per le arti di Zaha Hadid, come una sorta di astronave poggiata sulla sabbia ed il Museo marittimo di Tadao Ando.
Al termine della mostra ci accomodiamo in uno dei bar della zona lounge e ci gustiamo il Capuccino Palace con “pagliuzze d’oro”, servito con pasticcini e datteri.
Destabilizzati da cotanta opulenza araba, usciamo dal palazzo ed a fianco delle 5 torri in costruzione della Etihad, ormai alle battute finali, riprendiamo il nostro giro e a piedi in circa 25 minuti raggiungiamo l’Heritage Village con una bella panoramica sui grattacieli cittadini. Il villaggio è uno spaccato di vita quotidiana prima della scoperta del petrolio, piuttosto scontato e artefatto ma arieggiato e piacevole da passeggiare. Acquisto tre caftani nelle botteghe fatte con le foglie di palma dove le “madame” locali dirigono commesse del sud-est asiatico e, fiancheggiando il Marine Sport Club, rientriamo verso il Marina Mall. Lungo la strada tutta dritta alcuni ragazzi “tirano” i motori delle loro roboanti e stratosferiche macchine davanti a ragazze che ridono allegramente, altri fanno le gare con le moto d’acqua a chi alza più acqua in derapata…. tutto il mondo è paese!
Il Marina Mall che divide la sua area anche con un punto IKEA è molto arioso. Al centro c’è un ascensore che porta ad un punto di osservazione della città . Riprendiamo la navetta e rientriamo in nave per una merenda veloce a poppa godendoci la partenza. Oggi niente palestra ma un rilassante idromassaggio dopo il lungo tour pedestre in città!
Non c’è tempo per lo spettacolo e andiamo direttamente a cena dove molti commensali sono già pronti nei loro abiti per la festa araba.
Sul ponte piscina addobbato con grandi pouf e cuscini, lanterne ed altri elementi arabeggianti inizia la festa con l’esibizione delle ballerine in una moderna danza del ventre e conseguente mascella pendula di numerosi ultrasenior presenti in loco che, con o senza i dishdasha tipici si dimenavano cercando attenzione o almeno uno sguardo dalle donzelle.
Il Socio ed Aldo indossano elegantemente i tessuti batik tutti fiorati acquistati a Masqat e la mia nuova collana acquistata al mercatino improvvisato sul molo di Fujairah fa la sua “ ultradecorosa figura” insieme a tutto l’armamentario portato da Roma. Ci lanciamo nei balli di gruppo ed a seguire la dimostrazione delle sculture di ghiaccio ed il buffet arabo, con cous-cous, dolci, gelati, frutta ed altro .
GIOVEDì 18 MARZO – BAHRAIN
All’inizio della crociera la nostra intenzione era di riservare con la Costa la sola escursione nel deserto poi , visto che la sosta nel piccolo regno non offriva altro che Circuito di F1 in Hummer, altra sorta di heritage village artefatto, allevamento di cammelli e che da soli ci saremmo orientati per un tour nell’ ennesimo Souk , abbiamo opzionato un full day beach, che non compariva fra le escursioni su internet.
L’isola è un’ora indietro rispetto all’orario convenzionale degli Emirati ed Oman, ma per non creare problemi non è stato effettuato alcun cambio di orario.
Probabilmente collegata all’Arabia almeno fino al 6000 a.c. la piccola isola subì l’influenza ellenica dal 300 a.c. per 600 anni denominandosi Tylos. In seguito la maggior parte degli abitanti si convertì all’Islam. Venne conquistata dai Portoghesi nel 1500, per divenire nell’ottocento un protettorato Britannico - che le permetteva la protezione dagli attacchi dei turchi ottomani, in cambio del libero accesso al Golfo, miglioramenti nel campo della sanità, dell’istruzione e delle infrastrutture - fino alla definitiva indipendenza nel 1971. Dal 2001 anno in cui le donne hanno votato per la prima volta, si è ristabilito un regime costituzionale sunnita nello stato e l’emirato è stato trasformato in Regno.
Nel terminal deserto riceviamo gli shore pass giornalieri e su un unico pullman ci dirigiamo verso il centro città piuttosto distante dalla zona portuale. Il traffico nella periferia è infernale, le costruzioni sono fatiscenti e la bella sagoma del World Trade Centre sembra un miraggio in tutto questa confusione e sudiciume. Veniamo fuori dalla zona dei lavori per allargare il tratto stradale che conduce verso l’Arabia Saudita . che è collegata all’Isola con un lungo ponte - e passando accanto alla zona commerciale e di stoccaggio del petrolio giungiamo al resort.
Le ire funeste di un crocierista, dopo un inutile tentativo di pacificazione da parte della sua più equilibrata figlioletta, fanno da stereo a tutto il pullman. Lamenta la schifezza del luogo di costruzione del resort, accanto ad impianti di raffinazione e vicino ad un porticciolo turistico, trovando impossibile per la sua salute immergersi nella laguna ed usare la piscina in quanto allergico al cloro…
Il Port Lecturer quel giorno nostro assistente si è subito offerto di condurlo nuovamente in nave con un taxi! Troppo facile! Con la scusa che lo faceva per la bambina è rimasto tutto il giorno, continuando a paventare il “vado o non vado”, mettendo più volte il piedino in piscina per “testare” il livello di cloro, esprimendo il suo disappunto con espressioni del tipo “l’avevo detto io”, lamentandosi con tutti nel mentre mostrava il finto muscolo, mangiando appartato, facendo boccacce e trovando finalmente al rientro un'altra piattola come lui con il quale sfogarsi e raccontare ogni sorta di sventura occorsagli nelle precedenti crociere!! La Sindrome di Stoccolma è una patologia seria che può essere curata con opportune psicoterapie e non con le crociere, a scapito di coloro che si trovano costretti, loro malgrado a sopportare questi “patetici figurini ammalati”!!
A dire il vero la struttura frequentata anche da locali, è al momento una cattedrale nel deserto…. ma d’altronde nel Bahrain solo il deserto hanno!! Si tratta della tipologia classica dei resort, con ponticelli che collegano i vari specchi d’acqua, bar a livello piscina cui poter prendere un drink immersi in acqua, bei lettini, anche matrimoniali con morbidi pouf, zona per i giochi d’acqua dei bambini, zona spiaggia riparata dalle acque del Golfo cui inevitabilmente arrivano anche alghe , ma questo è un dato di fatto, conosciuto a noi del forum!! All’ora di pranzo ci è stato servito un buffet molto appetitoso con le focacce tipiche fatte al momento, composto da specialità locali, molto buone ed internazionali, piuttosto insipide . Nel complesso è stata una giornata piacevole proprio tenuto conto che al momento l’isola, a meno che non si è appassionati di circuiti di Formula 1 non offre altro!
Al rientro in nave decidiamo di goderci la zona Samsara, acquistando il pass giornaliero.
Iniziamo il nostro percorso con il laconium , zona secca a 60 gradi, per poi passare al bagno turco a 45 gradi, quindi doccia aromatica, tepidarium (circa 37 gradi) , sauna, doccia integrazione di liquidi, di nuovo tepidarium, bagno turco, sala del te ed infine talassoterapia . Si sta così bene che ci dimentichiamo del cocktail Costa Club e stavolta non avremo la “foto santino” del Comandante Moretti.
Stasera cena di gala dell’arrivederci con menù che prevede: per antipasto Capesante gratinate, Saloppa di fois gras e Coppa di frutta fresca al limoncello; per primo Crema di broccoli, Ravioli al sugo di carne, Risotto con gamberetti pomodorini e bietole; per secondo Gri gliata mista di pesce, Filetto di manzo in camicia al pepe verde, Anatra all’arancia , Strudel di riso e verdure in sfoglia croccante.
Dopo cena spettacolo dell’equipaggio ed a seguire il Buffet Magnifico al Ristorante, prevalentemente a base di dolci - secchi, al cucchiaio, torte e pasticcini anche senza zucchero- e frutta.
VENERDì 19 MARZO – DUBAI
L’arrivo a Dubai è previsto per l’ora di pranzo, quindi facciamo colazione in balcone con tranquillità poi dedichiamo la mattinata a rafforzare la tintarella presa in questi giorni. Il numero di lettini e le aree per il sole sono molteplici e se non si vuole stare nella zona della piscina centrale dedicata alle attività di bordo o nella piscina di poppa, basta salire nei ponti superiori e trovare l’area appartata più gradita!
Nell’avvicinamento a Dubai un cargo, di traverso sulla nostra rotta, pretende la precedenza con un continuo strombazzare della sirena, salvo poi essere costretto a rallentare, facendo il giro su se stesso per far passare il nostro transatlantico!
Quando molti crocieristi che partecipano alle escursioni lasciano libera la piscina di poppa pranziamo ai tavoli esterni e con calma scendiamo al Terminal, dove con Aldo e Maria prendiamo la navetta gratuita per il Dubai Mall.
Il tragitto percorre la Sheikh Zayed Road; questa strada, la principale arteria di Dubai a dodici, corre parallelamente al mare a circa un chilometro nell’entroterra e conduce fino ad Abu Dhabi. Lungo il percorso corre affiancata la Metro in questa zona totalmente a cielo aperto. Svettanti grattacieli (Emirates Towers, il W.T.C. , Financial Centre, e tanti altri ancora) ci aprono il sipario sul Burj Dubai il grattacielo che svetta in maniera impressionante su tutti gli altri e sull’enorme centro commerciale con più di 1200 negozi su tre piani costruito alla sua base.
Ci dotiamo di necessaria piantina di orientamento e via con il passatempo preferito di chi viene a Dubai lo “shopenterteinment” ! . Il realtà le grandi marche, anche quelle cult, della Fashion Avenue, sono tutte presenti a Roma, con prezzi che non mi sembrano molto differenti. La vera diversità sta nella location, enormi spazi espositivi, vetrine e locali smisurati, lampadari, cupole e soluzioni architettoniche variegate nelle zone comuni e nelle piazze interne, danno proprio il senso dell’opulenza del luogo. Una parte del Mall è interamente dedicata ai prodotti locali “Gold SouK” con architetture arabe che riproducono fedelmente quelle originali .
Purtroppo con grande delusione ci confermano che non è possibile salire sul grattacielo, denominato ora Burj Khalifa in onore all’emiro di Abu Dhabi che ha “gentilmente appianato i conti economici” . Pochi fortunati, nei primi giorni di apertura hanno potuto godere del panorama mozzafiato, prima che problemi elettrici e la gestione dei venti si rivelassero un serio ostacolo, evidentemente ancora non del tutto superato!
Ci consoliamo con lo spettacolo di suoni e luci offerto dal Waterfront alla base del complesso. L’ampia zona intorno al grande specchio d’acqua è piena di gente, è venerdì quindi un giorno di festa! Siamo attorniati da famiglie di pakistani, indiani, filippini, turisti europei come noi, moltissimi orientali, americani, russi , nonché molte famiglie arabe e “nationals, donne con il Niqab, l’ Abaya a volte il Burqa
In questo meltin pot di lingue, volti, abiti, usi, tradizioni, sotto il sole ormai tiepido del tramonto, che getta colori caldi e fiammanti ai cristalli dei grattacieli, il gioco delle fontane inizia nella sua sfavillante bellezza.
Il graffio al cuore nella sua più toccante e disarmante espressività l’ho avuto nel momento in cui è partita la musica di Bocelli “ Con te partirò”. Mi risulta difficile spiegare il ventaglio di pensieri e sensazioni nella mia testa, come se centinaia di persone provenienti da innumerevoli parti del mondo fossero lì per ammirare il frutto di tanta ingegneria umana e proprio quella canzone, italiana, fosse la sola cornice possibile a tutto lo spettacolo!!
Dalle mani dell’uomo passiamo allo spettacolo della natura! Ci immergiamo nel Dubai Aquarium con una varietà sorprendente di pesci, circa 33.000 e 400 squali! Alcuni di questi si posano sul fondo che per noi è il soffitto del tunnel trasparente di 48 metri ed è impressionante vederli da questo punto di vista! Passiamo poi alla sezione dedicata allo zoo sottomarino con vasche dove altri rappresentanti acquatici marini mai visti prima ci offrono uno spaccato della fauna veramente affascinante!
Passiamo poi alla zona dedicata al food dove cucine di tutto il mondo offrono le loro specialità. Davanti ad un centrifugato di frutta maxi, osserviamo il via via di questa folla variegata! I negozi sono aperti fino a tardi, facciamo qualche acquisto ed in taxi rientriamo in nave dopo mezzanotte ripercorrendo la Sheikh Road con i grattacieli tutti illuminati.
Prendiamo una pizza e un insalata e prima di dormire cerchiamo di compattare le valigie! Sul letto troviamo l’ultimo Today con l’arrivederci…. ah la tristezza inizia a pervadere le nostre menti, ma abbiamo ancora l’intera giornata di sabato!
SABATO 20 MARZO - DUBAI
Questa mattina facciamo colazione al ristorante, organizziamo il bagaglio a mano per il cambio d’abito della sera, ritiriamo i passaporti pieni di timbri e ripartiamo in taxi, stavolta in direzione del Medinat Jumeirah.
Questo stravagante complesso turistico, comprende alberghi ristoranti, caffetterie e un souq, tutti costruiti rispettando lo stile tradizionale con torri del vento, cortili, terrazze ed archi nei vari colori della sabbia.. Ci dedichiamo al tradizionale bazar arabo interno molto tranquillo, dove tra un acquisto ed un altro mi faccio dipingere un motivo floreale con l’hennè sulla mano e sul polso; usciamo poi verso l’arena costruita intorno ad una laguna, con bellissime vedute della Vela. Gironzoliamo in questa piccola Venezia araba poi prendiamo la strada del Burj al Arab.
All’ingresso controllano la prenotazione e percorrendo il breve viale con a destra e sinistra la spiaggia bianchissima con l’acqua cristallina, proprio nel momento in cui un elicottero si alza in volo dall’eliporto in cima all’Hotel, entriamo in siffatto Tempio dello sfarzo!
Colpisce subito la struttura ricurva che riprende le vele degli antichi dhow, rivolta verso il mare in fibra di vetro rivestita di teflon. Nella hall il bancone della reception è a forma di conchiglia ricoperta d’oro e fra i due acquari, accanto alle scale mobili che conducono alla parte soprelevata della hall , una fontana a motivi geometrici ed alla base un lungo divano per ammirarne i vari e divertenti giochi d’acqua . Dalla base della fontana puntando al soffitto, si ha subito il colpo d’occhio prospettico delle colonne e dei colori usati nello sviluppo dei vari piani. La visuale completa si ha in cima alla scala mobile dove un’altra piccola fontana fa da spartiacque fra la zona buffet, la zona pubblica e il corridoio che conduce ai piani superiori.
Sarà la grande presenza di luce, l’uso dei colori – oro, bianco, verde e blu – le file di piani che svettano verso l’alto, sicuramente è molto particolare come architettura ma non può essere considerato kitch, vista la location in un luogo geografico dove, il concetto di naturale ed incontaminato non esistono più!!
Prendiamo con emozione l’ascensore panoramico trasparente che in velocità ci porta all’ingresso dello Skyview Bar e del Ristorante “al Muntaha”. Ci accomodiamo in un tavolo da due accanto alle vetrate e con le note romantiche di una pianista iniziamo la nostra esperienza culinaria e visuale! Prendiamo un cocktail analcolico, due bicchieri di vino, un bianco spagnolo ed un rosso sudafricano, un antipasto un secondo ed un dessert, caffè con una varietà di dolcetti al cioccolato e ci godiamo il bel panorama! Da una parte The Palm Jumeirah con l’hotel Atlantis sullo sfondo, dall’altra tutta la spiaggia di Jumeirah, The world, fino al Sailing Club.e oltre
Torniamo in tempo in nave per lasciare le valigie in corridoio, depositare il bagaglio a mano fino alla partenza e ripartiamo in taxi in direzione del Mall of Emirates, reso famoso per la pista da sci; ora con appena trecento negozi,sembra il fratello povero del Dubai Mall !
Assistiamo a qualche capitombolo sulla pista da sci, acquistiamo musica araba moderna in previsione di una festa araba estiva in terrazza, spendiamo gli ultimi Dirham e rientriamo in nave quando molti crocieristi stanno già avviandosi verso l’aereoporto… ed altri stanno arrivando.
In questo momento la nave è in pieno fermento, gente che vaga con i bagagli a mano, nuovi arrivati che sono ancora più spaesati e si riconoscono perché sono bianchi cadaverici, personale di bordo che corre in ogni direzione… ce ne andiamo a teatro dove è stato organizzato uno spettacolo di Folklore Arabo con danza del ventre, e ceniamo alle 21.00 in modo da essere pronti allo sbarco per le 23,00. Il nostro gruppo è il penultimo a lasciare la nave. Il nostro pullman arriva per ultimo in aeroporto perché non si trova una crocierista, che si scoprirà essere salita su un altro veicolo e già in aereoporto da tempo! Quasi sicuri di non sforare con il bagaglio da stiva (il verdetto al check-in stabilisce 39,800 chili) ed in previsione del peso anche del bagaglio a mano, ci mettiamo addosso tutto il possibile, salvo arrivare al banco accettazione e non doverlo pesare!...
Chi tardi arriva male alloggia e ci rifilano i posti in coda vicino al bagno, i cui sedili non si reclinano affatto! Il Duty free di Dubai è irresistibile ed anche lì.. qualche altra piccola cosa viene torna in Italia con noi, tanto ormai non abbiamo più problemi di peso!
Ultima bella pensata da parte dei servizi a terra è stato far salire sull’aereomobile tutti senza controllare i posti sull’aereo, si crea un groviglio di corpi, bagagli , bambini, borse che ritarda la partenza di mezz’ora ed esaspera un po’ tutti…..
Nonostante i sedili scomodi io non mi accorgo neanche del decollo, già dormo e mi sveglio mezz’ora prima dell’arrivo; il Socio poveretto non ha chiuso occhio, tanto per cambiare!
Recuperiamo i bagagli, facciamo colazione con Aldo e Maria che devono ancora attendere la coincidenza per la loro destinazione e rientriamo a casa!
Esperienza indubbiamente positiva, come è positiva ogni vacanza, complice in più il gradito upgrade ( il terzo su sei crociere) . Avremmo prolungato di qualche giorno la crociera, anche per goderci la nave che, più sobria delle penultime elucubrazioni mentali del Farcus, è molto comoda e spaziosa. Delle due escursioni fatte, quella del deserto ha le sue pecche nel tragitto, ma è stata condotta comunque bene. Il resort nel Bahrein è un oasi nel totale deserto ma l’ospitalità e la cortesia del personale sono stati molto piacevoli.
Il giorno della partenza da Roma abbiamo trovato nella posta il nuovo catalogo, sul quale sfogare lo stress al rientro in ufficio !
La meta del prossimo viaggio dovrà essere una mia scelta e vorrei non fosse così poco autentica e comoda, la mia natura selvaggia sta cominciando a scalpitare, ma chissà ... il destino dove ci porterà!
Intanto abiti, musica e cucina della piccola porzione di medioriente che abbiamo visitato, li trasmetteremo ai nostri amici nella festa araba che organizzeremo sul terrazzo per accogliere l'estate, ricordando questa bella settimana nei Paesi da cui sembra essere nata la storia di Sherazade!